Archivi categoria: Riflessioni politiche e didattiche

3 ottobre – Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’immigrazione. Stop all’indifferenza!

Sin dal 2016, come stabilito dalla legge 21 marzo 2016, n. 45 la “Repubblica riconosce il giorno 3 ottobre quale Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’immigrazione […], al fine di conservare e di rinnovare la memoria di quanti hanno perso la vita nel tentativo di emigrare verso il nostro Paese per sfuggire alle guerre, alle persecuzioni e alla miseria” e promuove iniziative per “sensibilizzare l’opinione pubblica alla solidarietà civile nei confronti dei migranti, al rispetto della dignità umana e del valore della vita di ciascun individuo, all’integrazione e all’accoglienza”.

Ciononostante, dal 2014 a marzo 2023 sono 26.257 le persone morte o disperse nel Mediterraneo, e dall’inizio del 2023 i morti accertati sono quasi 2.000 ma la cifra, viste le notizie degli ultimi giorni, è destinata a crescere. La rotta mediterranea rimane di gran lunga la più pericolosa al mondo per le persone migranti. A cosa serve allora la memoria? Come insegnanti riteniamo che essa possa essere un antidoto contro l’indifferenza e possa ricordarci come la banalità del male sia sempre attuale.

In un decreto legge n. 124 pubblicato il 19 settembre i CPR (Centri di permanenza per il rimpatrio) e i centri di accoglienza straordinaria diventano “opere destinate alla difesa e sicurezza nazionale”. A quanto pare i nuovi centri verranno progettati e costruiti dal Ministero della difesa e controllati dalle forze dell’ordine; gli immigrati clandestini potranno essere reclusi per 18 mesi. Inoltre un decreto attuativo della Legge Cutro del 14 settembre 2023 prevede che gli irregolari possano evitare la reclusione pagando 5.000 euro, una modalità che ricorda quanto queste persone sperimentano in Libia. Tutto questo succede mentre continuano a morire persone in mare nella noncuranza generale e mentre la fortezza Europa blinda sempre di più i propri confini non permettendo viaggi sicuri a chi si vuole spostare a causa di guerre, cambiamenti climatici o in cerca di una vita diversa.

Riteniamo profondamente ingiusto vivere in un mondo in cui solo una ristretta parte di persone può prendere l’aereo e spostarsi liberamente, mentre la maggioranza è costretta a rischiare la propria vita affidandola nel migliore dei casi alla fortuna, nel peggiore a trafficanti.

Il rischio più grande per gli/le alunni/e abituati sin da piccoli a vedere immagini e sentire notizie di questi orrori è che arrivino a pensare che sia inevitabile e quindi normale. L’indifferenza è il nostro peggior nemico e l’unico modo di combatterla è continuare a parlarne problematizzando quello che spesso viene strumentalmente semplificato: analizziamo con loro i dati ufficiali, ridiamo un volto e un’umanità ai numeri, storicizziamo il fenomeno, rileggiamo insieme in modo critico i giornali e i siti d’informazione. Riappropriamoci del nostro ruolo di educatrici ed educatori e diamo senso a una giornata che altrimenti rischia di essere soltanto retorica. Dedichiamo la giornata ad attività didattiche specifiche in modo che il ricordo e la commemorazione diventino esercizio di memoria e di cittadinanza attiva.

COBAS SCUOLA BOLOGNA

CONVEGNO CESP SCUOLA: L’EDUCAZIONE AMBIENTALE OLTRE LO SVILUPPO SOSTENIBILE, Educare ai conflitti ambientali

Giovedì 26 ottobre 2023 ore 8.30 – 16.30 (in presenza)
IIS Belluzzi – Fioravanti Via Giovanni Domenico Cassini, 3, Bologna

Piattaforma SOFIA: ID 77090

>>PROGRAMMA AGGIORNATO IL 5/10 comprensivo di abstract del laboratori. <<

Programma della giornata

8.30- 9.00 Iscrizioni e registrazione
Introduce e coordina Matteo Vescovi, CESP Bologna Federico Fabiano, CNR – Isac Bologna
Futuri climatici: il punto sulla crisi ecologica e gli scenari dell’IPCC
Alessandro Palmi, CESP Bologna
L’energia: un glossario per la decrescita
10.50-11.10 Pausa caffè
Emanuele Leonardi, Università di Bologna Università di Bologna
Oltre lo sviluppo sostenibile: dalla crescita verde ai movimenti per la giustizia climatica
Wu Ming 2, scrittore
L’Emilia-Romagna: da illusorio modello a hotspot della crisi climatica. Quale futuro immaginare?

Dalle 13 Pranzo a buffet
14.00-15.30 Laboratori didattici (sessioni parallele) Attivabili a fronte di un numero minimo di iscritte/i.

a. Scuola primaria: proposte di educazione ambientale nell’epoca dei cambiamenti climatici.
b. Esperimenti in laboratorio sui cambiamenti climatici, adattabili a diversi livelli scolastici.
c. Riconoscere e decostruire le fake news del negazionismo climatico per l’educazione civica nelle scuole secondarie.
d. Guerre ed energia: un laboratorio sulle carte geografiche. A cura di Antonio Mazzeo.
e. Strategie di ecodesign per lo sviluppo di prodotti ecocompatibili. Attività didattica per le scuole secondarie.
f. Consumo di suolo e infrastrutture stradali – strumenti per ragionare e far ragionare nei vari ordini di scuola. A cura del collettivo Amanda.
15.30 – 16.30 Restituzione e confronto in plenaria

PERCHE’ L’ALGORITMO NON FUNZIONA

14/09/2023

Per il terzo anno abbiamo osservato e sperimentato le assegnazioni delle supplenze tramite algoritmo. Non lo credevamo possibile, eppure l’esperienza di questo settembre è risultata essere ancora peggiore di quella degli anni precedenti, in quanto oltre ai consueti problemi già registrati in passato, che abbiamo più volte denunciato e che ripercorreremo anche nel corso dell’articolo, si sono andati a sommare enormi disagi dovuti alla sovrapposizione di queste procedure con quelle per le immissioni in ruolo. Sovrapposizione che è dipesa esclusivamente dalle scadenze fissate dal Ministero, con conseguenze importanti sulla vita di precarie e precari.

L’introduzione dell’algoritmo per le supplenze era coincisa con l’altro provvedimento che ha profondamente cambiato la gestione del precariato scolastico, ovvero la costituzione delle graduatorie provinciali per le supplenze, le GPS (OM 60 10 luglio 2020).

Come funzionava prima? Le supplenze venivano attribuite dalle GAE e, in caso di esaurimento o incapienza delle stesse, in subordine si procedeva allo scorrimento delle Graduatorie d’Istituto. Tutti coloro che non erano iscritti in Gae (molti, soprattutto nel Centro e nel Nord Italia) potevano ricevere chiamate per proposte di supplenza al massimo dalle 20 scuole in cui erano inseriti nelle relative GI. L’espressione “ricevere chiamate” va intesa in senso letterale: le prime settimane dell’anno scolastico, infatti, erano segnate dall’ansia di essere contattati dalle scuole tramite mail, ma più frequentemente con telefonate. Il cellulare squillava e la chiamata non doveva essere persa e soprattutto si sperava che fosse quella della scuola desiderata, anche perché una risposta affermativa o meno era richiesta in tempi immediati. Spesso ci si trovava ad accettare la prima proposta ricevuta, nella paura di non riceverne altre, magari di una scuola a 40 km di tortuosa distanza, mentre l’istituto agognato poteva non aver ancora iniziato a cercare i propri supplenti. Perché la situazione era questa: caotica, incontrollabile e ben poco trasparente.

Per questi motivi negli ultimi anni si erano cominciate a sperimentare pratiche diverse, talvolta richieste dai precari stessi (come nel caso del Coordinamento dei precari della scuola di Bologna nel 2016) che prevedessero l’assegnazione delle supplenze tutte in unico momento, con i docenti in presenza, divisi per classi di concorso e scaglioni di punteggio. Grazie a queste assegnazioni unificate, se non sempre si guadagnò in caoticità, tuttavia i precari ottennero molto in autodeterminazione e trasparenza. Tale dispositivo aveva tuttavia bisogno di essere normato, e restava il limite di scelta delle 20 scuole.

L’istituzione delle GPS rispose ad entrambe le esigenze: definì, almeno per le supplenze annuali, un momento di assegnazione comune a tutti gli istituti, dove, con quadro delle disponibilità alla mano e “dati costantemente aggiornati per dare conto delle operazioni effettuate” i docenti avrebbero potuto scegliere il proprio incarico sulle sedi di tutto il territorio provinciale.

All’avvio dell’a.s. 2020/2021, tuttavia, questa prospettiva, salvo in pochissimi casi, non poté concretizzarsi. Nella situazione pandemica di quel momento per effettuare le assegnazioni ogni ufficio scolastico adottò modalità differenti. Molti sperimentarono piattaforme informatiche, talvolta realizzate ad hoc, rinunciando alle convocazioni in presenza (sebbene talvolta gli stessi uffici organizzassero in presenza quelle del personale ATA). Fu un punto di non ritorno.

L’anno successivo fece il suo ingresso “l’algoritmo” tramite un’unica piattaforma certificata dal MIUR e proposta per tutto il territorio italiano. E da quel momento, l’assegnazione delle supplenze è tornata ad essere caotica, incontrollabile, e ben poco trasparente.

L’algoritmo per le supplenze, ha, nei fatti, un grande difetto: premia i docenti con punteggi più bassi. Questo accade perché il sistema scorre le graduatorie fino a che, incontrando le preferenze espresse dai docenti, non riesce ad assegnare tutte le supplenze. Se un docente non ha dichiarato la sua disponibilità per lavorare in una scuola per la quale il suo punteggio gli darebbe diritto a prendere una supplenza, viene “saltato”. Una situazione analoga a quando durante le convocazioni unificate l’insegnante sceglieva di non rispondere ad una proposta di assunzione. Tuttavia, al turno di nomine successive, l’algoritmo riparte dall’ultima persona assegnataria nell’operazione precedente. La norma, che nell’ultimo anno è stata oggetto di un grande dibattito, tuttavia non è nuova ed esisteva già anche nelle vecchie modalità di assegnazioni dal vivo. E allora com’è possibile che una regola tutto sommato secondaria nelle modalità in presenza sia diventata drammaticamente significativa nell’utilizzo di una piattaforma?

Questo è avvenuto perché il sistema algoritmico, con l’espressione delle preferenze a scatola chiusa, spesso senza avere nemmeno chiaro il quadro delle disponibilità e senza la possibilità di aggiornare le proprie scelte nel corso delle operazioni al variare di esso, ha incrementato significativamente il numero delle rinunce che si vanno a verificare. E dunque le riassegnazioni più in basso nelle graduatorie.

La tendenza delle assegnazioni tramite algoritmo a produrre rinunce e dunque “salti” nelle graduatorie è emersa con evidenza in questi anni, tuttavia, coloro che chiedevano un ritorno delle assegnazioni in presenza sono stati bollati come anacronistici al limite dell’oscurantismo. E al terzo anno di applicazione, non solo il Ministero non ha proposto nessun intervento, ma è riuscito addirittura ad orchestrare una situazione che ne ha fortemente incrementato le conseguenze negative.

Con un incredibile tempismo, infatti, quest’anno le procedure per l’espressione delle disponibilità per le supplenze sono state anticipate a metà luglio e sono state fatte coincidere con quelle di immissione in ruolo da concorso ordinario prima e da straordinario bis subito a seguire. I neoimmessi, mentre sceglievano le provincie e poi, a cavallo di un weekend, gli istituti, si sono trovati a compilare, per sicurezza personale, anche la disponibilità per le GPS. Quando, qualche giorno dopo hanno ottenuto una sede per l’immissione in ruolo non tutti hanno ritirato la propria disponibilità per le supplenze. Non solo è mancato un avviso ufficiale – le informazioni sono girate grazie ad un passaparola e alle segnalazioni di alcuni uffici scolastici – ma talvolta sono intervenuti problemi tecnici sulla piattaforma, e dopo una certa data l’opzione di ritiro è stata addirittura tolta.

La situazione si è chiarificata addirittura un mese dopo, quando a fine agosto gli uffici scolastici hanno pubblicato gli esiti delle assegnazioni da GPS ed è diventato evidente il fatto che molti posti erano stati assegnati a docenti che avrebbero rifiutato in quanto destinatari di incarichi a tempo indeterminato. Sotto di loro docenti “saltati” per mancanza di disponibilità. E queste supplenze falsamente occupate a chi sono andate? A insegnanti con punteggi più bassi, incontrati dall’algoritmo al secondo o terzo turno di nomine, mentre persone che lavoravano da anni non hanno ricevuto nessun incarico.

Da un certo punto di vista l’algoritmo funziona benissimo: per strappare un titolo propagandistico sui giornali di fine agosto basta che la procedura sia partita e che per ogni supplenza ci sia un nome. Si vuol far credere di essere stati veloci, ma non è vero, perché non appena i riflettori sull’avvio dell’anno scolastico verranno girati altrove, le rinunce e i salti porteranno a procedere con decine di turni di convocazioni fino a dicembre, come accaduto negli ultimi anni. Si prendono il merito di essere stati efficienti, ma in realtà il lavoro di compilazione è tutto sulle spalle dei precari, a cui va anche la colpa di “aver sbagliato a compilare le domande”. Si vuole dare la parvenza di giustizia e trasparenza, ma la verità è che per l’algoritmo un nome vale un altro, indipendentemente da graduatorie o storie personali e lavorative, senza spazi di autodeterminazione e rispetto del proprio lavoro. Ecco perché non funziona.

Silvia Casali  COBAS Scuola Bologna

SOLIDARIETA’ AL COLLEGIO DEI DOCENTI DI QUILIANO

8 settembre 2023

Esprimiamo solidarietà e pieno sostegno al Collegio delle docenti e dei docenti dell’Istituto comprensivo di Quiliano che si è espresso all’unanimità contro il progetto “Fsru Alto Tirreno e Collegamento alla Rete nazionale Gasdotti” che prevede la realizzazione di un rigassificatore a Vado ligure, nella provincia di Savona, e per questo ha subito le gravissime minacce del presidente della regione Liguria che ha chiesto l’intervento disciplinare del Ministro dell’istruzione e del merito.

La delibera del Collegio testimonia che è possibile interpretare il rapporto scuola-territorio in modo differente dalla subordinazione agli interessi del tessuto imprenditoriale, sempre intrecciato con il mondo della politica, che si è imposta come architrave dei processi di trasformazione della scuola. Da anni infatti in modo sempre più martellante (e bipartisan) viene affermato che la scuola, la scuola della cosiddetta e presunta autonomia deve adeguarsi alle esigenze del territorio inteso unicamente come tessuto economico produttivo e deve quindi monitorare e adeguarsi ai bisogni delle imprese orientando la propria azione educativa alla formazione della futura manodopera piuttosto che al libero e pieno sviluppo della persona.  Per una volta invece la scuola a Quiliano si è fatta interprete di un’altra accezione del termine territorio, certamente più in sintonia con le finalità della scuola pubblica, partendo dalle preoccupazioni e dei bisogni della popolazione ignorati dal potere politico, schierandosi a difesa della salute e del futuro delle giovani generazioni, della tutela del territorio e contro il suo sciagurato sfruttamento per ragioni di profitto.

Il tentativo scomposto di subordinare l’autonomia della scuola al potere politico regionale  (un monito su ciò che potrebbe accadere con l’attuazione dell’autonomia differenziata), che non esita a definire le colleghe e colleghi “nemici della scienza”, permette di comprendere quanto sia importante e quanto possa diventare incisiva e scomoda la pratica dell’educazione ambientale quando focalizza lo sguardo anche su ciò che accade nel territorio e coinvolge in prima persona studenti e docenti. Proprio per questo è particolarmente significativa, coraggiosa e coerente l’intenzione del Collegio di  disertare ogni proposta di educazione ambientale, civica e di tutela della salute che pervenga dagli Uffici Regionali della Liguria. E’ sempre più evidente infatti, in Liguria come in Emilia Romagna e nell’intero territorio nazionale, la contraddizione tra la crisi del modello di sviluppo che emerge dalla riflessione sul disastro ecologico della nostra epoca e le scelte politico-economiche di gestione dei territori che rimangono fondate su quello stesso modello di sviluppo e sugli interessi economici che  lo governano. E’ tempo dunque di prendere la parola anche contro il greenwashing dilagante nelle scuole, portando alla luce le incongruenze tra i tanti progetti di educazione ambientale che vengono proposti dall’esterno e le responsabilità materiali degli stessi soggetti nella  gestione dei territori.

A Bologna come a Ravenna facciamo tesoro della protesta dell’istituto di Quiliano per intrecciarla con il nostro attuale  impegno a portare  nelle scuole e nel dibattito pubblico le voci critiche inascoltate che denunciano i danni alla salute e all’ambiente provocati dai progetti nefasti che incombono sui nostri territori: dall’allargamento dell’asse autostrada-tangenziale a Bologna, al rigassificatore di Ravenna, al raddoppio del metanodotto Massafra-Minerbio e ai tanti progetti di cementificazione e sfruttamento di un territorio fragile a rischio alluvioni.

COBAS SCUOLA BOLOGNA COBAS SCUOLA RAVENNA

5 MAGGIO: SCIOPERO CONTRO I QUIZ INVALSI

I Cobas Scuola scioperano il 5 maggio nella scuola primaria contro i quiz Invalsi, sistema di valutazione, basato sui quiz a crocette, che ha effetti retroattivi negativi sulla didattica, standardizza gli insegnamenti, trasforma i docenti in “addestratori ai quiz”, discrimina gli studenti con disabilità.

La mobilitazione è indetta anche:

  • contro la cosiddetta “didattica delle competenze” addestrative e la formazione incentivata o obbligatoria alla didattica di regime;
  • per una scuola pubblica che punti allo sviluppo degli strumenti cognitivi e dello spirito critico;
  • contro la carriera dei docenti previsti dalla Leggi n. 79 e 142 e qualsiasi ipotesi di recepimento nella parte normativa del CCNL 19-21;
  • contro l’ennesimo ridimensionamento delle scuole che, con il nuovo parametro di 900 alunni, crea istituti ingovernabili, riducendo ulteriormente il personale Ata;
  • per la stabilizzazione dei precari e l’aumento degli organici docenti e ATA;
  • contro qualsiasi forma di autonomia differenziata e la frantumazione regionale del sistema scolastico, di quello sanitario e dei diritti sociali, che devono essere uguali su tutto il territorio nazionale.

A Roma ci sarà una manifestazione di fronte al MIM in Viale Trastevere.

Qui a Bologna,l’appuntamento è in Piazza San Francesco,

a partire dalle ore 9 con docenti, genitori e bimbi.

Cobas Scuola Bologna

Il nostro punto di vista sulle nomine da GPS

La diffusione del precariato a scuola ha raggiunto anche quest’anno livelli insostenibili, 217.693 supplenze secondo i dati forniti dallo stesso MIM, alla data del 5 novembre 2022. Stiamo parlando di alcune centinaia di migliaia di persone che svolgono il loro lavoro in condizioni non stabili e con contratti con meno diritti rispetto a colleghɜ di ruolo  (si pensi ai permessi non retribuiti per i concorsi e alle assenze in caso di malattia).

Accanto a questi problemi estenuanti, la recente informatizzazione delle assegnazioni delle supplenze dalle graduatorie provinciali (GPS) ha ulteriormente leso i diritti di precarɜ, creando un meccanismo punitivo per le scelte personali e aumentando la burocrazia in pieno agosto quando tutti gli uffici scolastici e le segreterie sono chiuse.

Le convocazioni informatizzate da GPS, semplicemente, non hanno funzionato.

Anziché semplificare la procedura l’informatizzazione ha prodotto nomine:

INGIUSTE: perché non si è potuto scegliere, il giorno delle nomine, in base alla migliore possibilità disponibile, ma si è trovata costretta a delegare la scelta al sistema informatizzato; questo ha prodotto lungaggini e “salti” di convocazione (per fare un esempio, nella classe A027 di Bologna, a fronte di sole 45 supplenze disponibili – spezzoni compresi – si è arrivati fino alla posizione 226 di seconda fascia). Il meccanismo delle rinunce  finisce paradossalmente per favorire le persone più in basso nelle GPS, mentre un meccanismo giusto dovrebbe mettere ogni persona nelle condizioni di ottenere il miglior contratto di lavoro possibile in base alla propria posizione.

INEFFICIENTI: malgrado la procedura informatizzata le nomine da GPS sono andate avanti fino a fine dicembre (arrivando alla 31^ convocazione nella provincia di Bologna) provando la palese inefficacia di questo meccanismo ogni volta che si sono verificate rinunce o nuove disponibilità;

RIGIDE: la scelta delle scuole a metà agosto è completamente al buio: ognuno è costretto a scegliere tutte le scuole possibili per evitare di essere “scavalcato” durante la procedura informatica. Risulta impossibile “dialogare” con il sistema per riuscire a venire incontro alle esigenze di lavoratrici e lavoratori, riducendo di fatto i diritti di chi ha già un contratto precario. Eclatante il caso del diritto al completamento, negato anche a coloro che lo avevano esplicitamente richiesto.

OPACHE: la procedura informatica si basa su un algoritmo il cui codice non è trasparente.  E’ grave che una procedura così importante per chi lavora e per chi studia, come la nomina delle e dei docenti della scuola pubblica, non possa essere condivisa pubblicamente. 

→NON SEMPRE CORRETTE: i punteggi delle GPS, espressi da una valutazione automatica della piattaforma, sono risultati essere ancora una volta pieni di errori e manca una fase dedicata alle correzioni (prevista, in passato, dalla norma: sia per le graduatorie ad esaurimento, sia per quelle di Istituto).​​​​​​​ È stato, ancora una volta, il caos. Migliaia di segnalazioni agli uffici scolastici, telefoni e caselle di posta intasate, qualche correzione apportata in autotutela dagli Uffici Scolastici Provinciali​​​​​​​, ma ciò che non si è potuto sistemare è rimasto nelle GPS ed è andato ad incidere nelle assegnazioni degli incarichi. La digitalizzazione ha aumentato gli errori e, parallelamente, le barriere nella possibilità di intervenire per correggerli. Perché questo controllo non avviene in maniera tempestiva? Non è possibile affidarlo alle segreterie con i tagli che hanno subito.​​​​​​​

Conclusione: l’assegnazione informatizzata delle supplenze è malata e non può essere sanata. Riteniamo che il sistema vada assolutamente cambiato. Subito.

L’uso dell’algoritmo ha prodotto situazioni ingiuste di cui denunciamo le contraddizioni  Ci preme, ad esempio, sottolineare che l’apice di questo meccanismo contraddittorio si trova nell’assegnazione degli spezzoni: per assecondare la procedura informatizzata è stata creata una normativa ad hoc che giustifica l’algoritmo usato, nonostante una palese violazione del sacrosanto diritto al completamento immediato dell’aspirante docente.

La procedura informatizzata per l’assegnazione delle supplenze ha, sostanzialmente, reso obbligatorio un meccanismo di delega digitale a distanza per ogni aspirante docente. Riteniamo questo inaccettabile: non vogliamo essere obbligatɜ a delegare, vogliamo ricevere delle proposte di lavoro, valutare, decidere e rispondere.

Per tutti questi motivi, CHIEDIAMO 3 SEMPLICI COSE:

  1. CONVOCAZIONI E ASSEGNAZIONI DELLE NOMINE IN PRESENZA: una procedura a scaglioni, in presenza anziché online, permette di ridurre il problema delle rinunce e fa ottenere a ogni persona il miglior contratto di lavoro possibile, senza ledere i diritti già fragili del personale precario. Resterebbe comunque la possibilità facoltativa della delega (che potrebbe anche essere digitale) per chi si trova distante o temporaneamente impossibilitatɜ a partecipare, com’è sempre stato. Infine, in tale modo sarebbe finalmente possibile ripristinare la possibilità di combinare gli spezzoni immediatamente.
  2. IL RIPRISTINO DELLE GRADUATORIE PROVVISORIE come efficace mezzo di contrasto alla massiccia presenza di errori al momento della pubblicazione delle graduatorie definitive e, in modo più preoccupante, al momento delle nomine. Il fatto che sia diventata un’autocertificazione aumenta la possibilità di errore scaricandone interamente su docenti la responsibilità.
  3. AUMENTARE L’ORGANICO DEL PERSONALE AMMINISTRATIVO: implementare gli organici è assolutamente necessario perché il lavoro non può ricadere su di noi docenti precarɜ. Deve essere un compito dell’ufficio scolastico controllare se una persona può risultare assegnataria oppure no.

In sostanza noi chiediamo che l’assegnazione dei contratti di docenza a tempo determinato, poiché appunto contratti di lavoro, sia fatta con assoluta serietà senza mettere a repentaglio diritti, equità e correttezza per ogni singola persona che partecipa alla procedura. Chiediamo una procedura che non sia una gara al ribasso, dove vince chi offre di meno e sia prontə ad accettare qualsiasi condizione lavorativa anche a svantaggio delle proprie condizioni personali di vita, famigliari, logistiche, di salute fisica e mentale. Chiediamo che il lavoro come docente supplente sia assegnato grazie a una procedura che richiede tutto il tempo necessario per permettere a tuttɜ di lavorare nel miglior modo possibile e che non sia condizionata dalla fretta o da esigenze di risparmio.

Non è certo colpa nostra se noi precarɜ costituiamo un quarto del corpo docente e i tempi sono lunghi: noi chiediamo trasparenza e serenità per il lavoro delicato che svolgiamo con dedizione e responsabilità ogni giorno in classe.
Gruppo precarɜ – Cobas Scuola Bologna

Bologna, 4 aprile 2023

Prossimi convegni per il personale scolastico

Ecco il calendario dei prossimi convegni CESP per il personale scolastico a Pescara, Trieste e Ravenna.

Generi plurali, sguardi sulla scuola che vogliamo

L’uso pubblico e politico della storia

L’educazione ambientale oltre lo sviluppo sostenibile: educare ai conflitti ambientali

Verso lo sciopero generale e sociale del 2 dicembre 2022

I COBAS SCUOLA, nell’ambito dello sciopero generale e sociale in didetto da tutto il sindacalismo di base, convocano lo sciopero dell’intera giornata del 2 dicembre 2022 del personale docente e Ata delle scuole di ogni ordine e grado per dire:

  • SÌ al rinnovo del CCNL scaduto da 3 anni con aumenti uguali per tutti per recuperare il 30% del potere d’acquisto perso negli ultimi decenni e tutelare i salari reali dal caro energia e dall’inflazione al 12%. SI alla reintroduzione della “scala mobile”.
  • NO al nuovo reclutamento con un triplice percorso ad ostacoli. NO alla formazione di regime con un premio una tantum per i bravi e un incremento stipendiale stabile per i super-bravi. NO alla gerarchizzazione, alla competizione individuale tra i docenti e al presunto merito. NO alla didattica delle competenze addestrative. SÌ ad una scuola che punti allo sviluppo degli strumenti cognitivi, dell’autonomia e dello spirito critico.
  • SÌ all’uso di tutte le risorse disponibili per eliminare le classi pollaio, ridurre a 20 il numero massimo di alunni per classe (15 con alunni con disabilità), assumere i docenti con 3 anni di servizio e gli Ata con 2, rilanciare il tempo pieno, combattere la dispersione e per un piano straordinario per l’edilizia scolastica e la sicurezza.
  • SÌ al potenziamento degli organici docenti ed Ata, all’immissione in ruolo su tutti i posti vacanti e al ripristino integrale delle sostituzioni con supplenze temporanee. NO ai blocchi triennali dopo la mobilità o assunzione da concorso.
  • NO all’algoritmo per l’assegnazione delle supplenze che ha strutturalmente creato ingiustizie, con docenti che non lavorano nonostante abbiano punteggi più alti di altri in servizio. SÌ alle convocazioni in presenza, che garantiscono la trasparenza e la flessibilità necessaria per situazioni in continuo cambiamento.
  • NO all’Autonomia differenziata, che creerebbe 20 sistemi scolastici diversi, con l’aumento delle disuguaglianze e la frantumazione del diritto sociale all’istruzione.
  • NO ai PCTO obbligatori per le scuole superiori e agli stage obbligatori per la formazione professionale; BASTA ALLE MORTI SUL LAVORO DEGLI STUDENTI, che sono la regola e non l’eccezione, dato che in Italia ci sono in media 3 omicidi sul lavoro al giorno.
  • NO alla regolamentazione del diritto di sciopero, che il nuovo accordo restringe ulteriormente, ampliando i poteri dei dirigenti fino alla possibilità di sostituire i lavoratori in sciopero. SÌ alla difesa del diritto di sciopero e al rilancio degli organi collegiali come strumenti di democrazia sostanziale per contrastare la scuola azienda.

Nella giornata si svolgeranno in tutta Italia manifestazioni regionali e provinciali.

Aldrovandi Rubbiani … sciopero!!!

COMUNICATO STAMPA Bologna, 27 ottobre 2022

Cobas Scuola Bologna, FLC CGIL Bologna, GILDA Unams Bologna, CISL Scuola Amb, unitamente alla RSU di istituto, chiamano le lavoratrici e i lavoratori dell’IPSAS “Aldrovandi Rubbiani” allo sciopero di un’intera giornata: questa la richiesta emersa a larghissima maggioranza dall’assemblea sindacale di ieri, tenutasi nei locali del Liceo “A.B. Sabin” di Bologna che ha visto la partecipazione di 93 persone tra docenti ed ATA.

La Dirigente scolastica, nel periodo tra giugno 2022 e ottobre 2022, ha tenuto un profilo di totale decisione autonoma ed unilaterale, dimostrando negli incontri collegiali (collegio dei docenti, incontri di informazione e confronto con la RSU e le OO.SS., tentativo di raffreddamento in Prefettura dopo la proclamazione dello stato di agitazione) di non voler realmente confrontarsi con le lavoratrici e i lavoratori che sia direttamente, che attraverso la legittima rappresentanza, hanno avanzato richieste legittime in merito a diversi temi attinenti l’organizzazione del lavoro e il benessere/malessere lavorativo conseguente.

Il malessere provato da lavoratrici e lavoratori dell’IPSAS “Aldrovandi Rubbiani”, dovuto alla scarsa (o quasi nulla) considerazione dell’opinione degli organi collegiali, del personale docente e del personale ATA messa in atto dalla Dirigente scolastica, ha minato le condizioni per una proficua collaborazione nella gestione della vita scolastica e nella coesione di quella che dovrebbe fondare il modo di lavorare e vivere in una scuola sul rispetto e l’ascolto reciproco, il confronto e la condivisione.

Per questo le OO.SS. firmatarie di questo documento, proclameranno lo sciopero del personale docente ed ATA con i seguenti obiettivi:

➢ nuova assegnazione dei docenti alle classi in modo da ripristinare le continuità didattiche arbitrariamente cancellate ed eliminare, laddove possibile, i continui spostamenti da un plesso all’altro durante la giornata di lavoro. La decisione di operare questo ”ricircolo” di insegnanti tra le varie sedi è stata assunta a partire da giugno 2022, contro il parere contrario espresso dal Collegio dei Docenti (organo tecnico predisposto a decidere in merito alla didattica), la richiesta dell’assemblea sindacale del 19 settembre 2022 riportata anche dalle RSU di istituto e dalle OO.SS. durante il confronto del 6 ottobre 2022;

➢ rispristino dell’assegnazione delle ore di insegnamento dell’ITP di Tecnologie e tecniche delle comunicazioni multimediali alle classi quarte dell’indirizzo grafico, così come previsto dagli ordinamenti nazionali, ripristinando così la piena legittimità del corso di studi affrontato dagli studenti di dette classi;

    ➢ rispetto delle relazioni sindacali di istituto con la consegna dell’informazione alle RSU e alle OO.SS. delle informazioni relative all’organico dell’autonomia (docenti) assegnato all’istituto e del suo utilizzo, dell’organico di diritto e di fatto del personale ATA assegnato all’istituto e dei compensi erogati al personale pattuiti nella contrattazione d’istituto nell’anno scolastico 2021/2022 in modo speculare ai criteri indicati nella contrattazione stessa;

➢ripristino di un congruo preavviso nella comunicazione degli impegni scolastici (riunioni, incontri, …), di comunicazioni chiare, precise e tempestive;

➢ rispristino del riconoscimento, come servizio effettivo, delle ore svolte per la partecipazione ai corsi obbligatori in tema di sicurezza;

➢ indicazione delle modalità per il recupero delle ore che il personale ATA deve effettuare a causa delle deliberazioni del consiglio di istituto che prevedono la chiusura della scuola in alcune giornate pre festive;

➢ rimodulazione dell’assetto organizzativo degli orari del personale ATA, attualmente costretto a continui “slittamento di orario” comunicati con poco preavviso, trattando come emergenza eventi che in realtà non lo sono.

Cobas Scuola Bologna, FLC CGIL Bologna, GILDA Unams Bologna, CISL Scuola Amb, predisporranno, a supporto degli obiettivi sopra indicati, l’indizione dello sciopero di un’intera giornata di tutto il personale docente ed ATA dell’Istituto IPSAS “Aldrovandi Rubbiani” di Bologna, volto a sensibilizzare l’intera comunità educante delle problematiche che chi lavora nell’istituto si trova ad affrontare quotidianamente, per cercare insieme di trovare soluzioni appropriate al ritorno del benessere lavorativo e del conseguente “clima” adeguato all’apprendimento delle studentesse e degli studenti.