MOLTOPIUDIZAN – RIVOLTA PRIDE! Aderiamo al presidio e invitiamo a partecipare

dal link https://www.facebook.com/events/913617149270966

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VOI G20, NOI IL FUTURO

Cobas Scuola

26/10/2021 16:21

SABATO 30 OTTOBRE (ore 15) A ROMA, PORTA SAN PAOLO/PIRAMIDE, INSIEME CONTRO I SIGNORI DEL MONDO

Il 30 e 31 ottobre si riuniranno a Roma i governi del G20, ossia dei 20 Paesi che rappresentano i due terzi del commercio planetario, l’80% del PIL mondiale ma anche il 75% delle emissioni di gas serra globali. In quella sede i rappresentanti di soli 20 Paesi continueranno a decidere le sorti dell’intero pianeta, silenziando le richieste della società civile, sempre esclusa dalle discussioni e dalle decisioni.

Noi saremo in piazza all’interno di una grande coalizione di lavoratori/trici, studenti, giovani, ambientalisti, organizzazioni femministe, antirazziste, antifasciste, pacifiste, per la giustizia economica, sociale, ambientale, climatica, per la dignità delle persone e del lavoro, per costruire un futuro – quell’altro mondo possibile e necessario per cui ci siamo battuti, e ci battiamo, fin da Genova e Porto Alegre 2001 con il movimento altermondialista – libero da guerre, muri, razzismi, dittature e fascismi.

In particolare come COBAS ci rivolgeremo ai capi di governo e di Stato europei per ricordare loro, come abbiamo fatto nell’assai positivo sciopero generale dell’11 ottobre scorso insieme a tutto il sindacalismo conflittuale, che nel corso della pandemia l’Unione Europea con il Recovery Fund ha sì avviato una politica economica incentrata sulla spesa pubblica in deficit, in controtendenza rispetto alla fase dell’”austerità”, ma che il PNRR  italiano e degli altri paesi europei non costituisce affatto una svolta nell’uso pubblico e sociale dell’ingente massa di denaro a disposizione: anzi, prospetta una lunga serie di regalie ai settori più forti, economici e politici, della nostra società e delle altre europee.

 Noi, come già tramite lo sciopero generale citato, lottiamo – e lo ricorderemo in piazza il 30 ottobre ai signori del G20 – per una radicale inversione di tendenza, rivendicando l’utilizzo di tale rilevante massa monetaria per la riduzione del tempo di lavoro a parità di salario; per garantire a tutti/e un lavoro dignitoso, con il contratto a tempo indeterminato come regola generale; per l’innalzamento dei salari reali e un salario minimo europeo; per la parità salariale per le donne; per un reddito universale, esteso anche alle/ai migranti; per una netta inversione di tendenza rispetto ai disastri ecologici e al cambiamento climatico; per massicci investimenti nella scuola e nella sanità pubbliche, contro l’aziendalizzazione e la privatizzazione della sanità; per la sospensione dei brevetti e l’esportazione dei vaccini e della tecnologia per produrli in loco per la lotta alla pandemia.

Per dire tutto questo ai signori del G20, e in particolare ai rappresentanti dei governi europei e del governo Draghi nello specifico, saremo in piazza sabato 30 alle ore 15 a Porta San Paolo/Piramide per un corteo che raggiungerà Bocca della Verità, in un blocco unitario di tutto il sindacalismo di base e conflittuale, di nuovo insieme dopo il successo dello sciopero generale dell’11 ottobre e come ulteriore passaggio di un percorso che avrà altre tappe rilevanti nei mesi di novembre e dicembre durante la discussione e le decisioni alle Camere sulla manovra finanziaria e sull’uso delle risorse del PNRR.

Piero Bernocchi   portavoce nazionale COBAS – Confederazione dei comitati di base

26 ottobre 2021

Noi ci facciamo sospendere per il diritto al lavoro

Lunedì 18 sarà il 5° giorno di sospensione per 4 componenti l’Esecutivo Nazionale dei Cobas Scuola. Il giorno dopo sarà avviato il ricorso.
Li incontriamo in diretta alle 17 al seguente link: https://us02web.zoom.us/j/84312479301… ID riunione: 843 1247 9301 Passcode: 875042
Sarà presente l’avv. G. Nobile dell’Ufficio Legale Nazionale.
I Cobas Scuola intendono, attraverso loro, fare ricorso al Giudice del lavoro e sollevare la questione di costituzionalità del cosiddetto Green Pass, con particolare riferimento alla sanzione della sospensione del rapporto di lavoro e dello stipendio dopo 5 giorni di assenza “ingiustificata”, che viola pesantemente il diritto costituzionale al lavoro e alla retribuzione, previsti dagli artt. 4 e 36 della Costituzione. Mostra meno

I COBAS dicono no all’Autonomia differenziata e alla regionalizzazione della scuola

Nella NADEF (Nota di Aggiornamento Documento di Economia e Finanza) del 29 settembre scorso apprendevamo, con un certo sollievo, che nell’elenco dei 20 DDL allegati, non compariva il riferimento all’autonomia differenziata; purtroppo si è trattata di  un’illusione durata lo spazio di una notte, giacché al mattino del 30 settembre lo abbiamo puntualmente ritrovato.

Un cambiamento non da poco che, anzi, potrebbe risultare decisivo in quanto tale provvedimento potrebbe essere approvato in Consiglio dei Ministri senza la possibilità di sottoporlo a referendum abrogativo.

Ecco più precisamente com’è andata la votazione sullo stralcio dell’Autonomia Differenziata dal Nadef.

Il 6 ottobre scorso alla Camera un gruppo di 26 senatori ha presentato un’interrogazione parlamentare affinché venisse votato lo stralcio dell’allegato che conteneva l’autonomia differenziata dalla NADEF. I risultati della votazione parlano chiaro: chi ha votato a favore era per lo stralcio (quindi per il rinvio del provvedimento); chi ha votato contro era contrario allo stralcio (quindi per l’accelerazione del provvedimento):

Favorevoli           Contrari

Forza Italia                   1                          29

Fratelli d’Italia             tutti astenuti

Gruppo Misto               23                        9

Italia Viva – P.S.I.         0                          8

Lega                              0                          50

M5s                               1                          49

PD                                 1                          31

Per le Autonomie          0                       6

Concretamente cosa accadrebbe se l’autonomia differenziata andasse in porto?

Cosa accadrebbe se le norme generali sull’istruzione e ambiente, attualmente di competenza esclusiva della legge dello  Stato, passassero interamente alla legislazione regionale, così come prevedono le bozze di intesa di Veneto, Lombardia ed Emilia, in virtù dell’art. 116 riformato nel 2001? 

Che ne sarebbe delle principali materie attualmente concorrenti, previste nel terzo comma dell’art. 117 della Costituzione (sanità, sicurezza sul lavoro, beni culturali, infrastrutture, ricerca, tra le altre)? In virtù del novellato articolo 116 del Titolo V, comma terzo, tutte le Regioni che rivendicano “ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia” possono chiedere di intervenire con competenza legislativa esclusiva anche sulle “norme generali dell’istruzione”.

In pratica, con  la legge ordinaria del Parlamento non si potrebbe più intervenire su tale materia! Si configurerebbe un sistema di istruzione del tutto autonomo rispetto al sistema nazionale statale, unitario e garante di un livello di istruzione analogo in tutte le regioni italiane, destinato a mantenere una residuale funzione di cornice. Le regioni autonomamente gestiranno temi fondamentali come il reclutamento del personale, la valutazione, la programmazione dell’offerta formativa, l’orientamento, l’alternanza scuola-lavoro, con il rischio dell’inserimento del sistema formativo negli interessi del libero mercato a discapito del diritto allo studio configurando cittadini di serie A e di serie B. L’esempio lo abbiamo sotto gli occhi: è il modello della Provincia di Trento, autonoma dal 1988. L’Ente locale dimensiona le istituzioni scolastiche, razionalizza la rete sul territorio, definisce gli organici, gestisce il personale docente, che è dipendente provinciale, cui impone molto più lavoro a fronte di uno scarno incremento stipendiale. L’organizzazione autonoma della scuola, intesa non più come istituzione dello Stato ma come agenzia di servizio sul territorio, incide direttamente anche sulla programmazione dell’offerta formativa, sottoposta a valutazione locale attraverso il Comitato provinciale di valutazione del sistema scolastico, che mette a disposizione della giunta provinciale i propri indicatori di qualità ed efficienza.

Alla luce di tutto questo, per fare il punto sull’avanzamento del DDL annunciato e  intraprendere iniziative concrete di mobilitazione contro tale progetto eversivo per l’unità della Repubblica e l’uguaglianza dei diritti, come COBAS parteciperemo il 31 ottobre prossimo, a Roma, alle 9,30, presso il Liceo Tasso all’Assemblea nazionale, convocata dai Comitati Per il ritiro di ogni autonomia differenziata, l’unità della Repubblica, l’uguaglianza dei diritti, di cui, nei territori, siamo parte attiva fin dalla prima costituzione.

Carmen D’Anzi     Esecutivo nazionale COBAS – Comitati di base della Scuola

Centinaia di migliaia di lavoratori/trici in sciopero e decine di migliaia in piazza in 30 città

Sciopero delL’ 11 ottobre, Comunicato stampa

Davvero una giornata di grande soddisfazione per noi e per centinaia di migliaia di lavoratori/trici che hanno scioperato, e in particolare per le decine di migliaia di essi/e che hanno manifestato in almeno 30 città: l’unità dei COBAS e di tutto il sindacalismo di base e conflittuale ha pagato, convincendo a mobilitarsi lavoratori/trici non appartenenti a nessuna organizzazione ma attratti da questa positiva unità. E la stessa attrazione abbiamo esercitato verso settori studenteschi e giovanili, a partire dall’ambientalismo e dal climatismo. Particolarmente rilevanti i numeri delle manifestazioni di Roma e Firenze (circa 10 mila presenze in entrambe le città) ma anche quelle di Torino, Napoli, Bologna e Milano con 5 mila manifestanti, seguite da Palermo, Catania, Trieste, Cagliari, Padova e tante altre. In tutte le piazze e nei cortei si è levata la protesta contro le politiche economiche e sociali del governo Draghi e sul tentativo di far credere che la vaccinazione di massa, pur utile e necessaria (ma senza imporla di fatto come obbligatoria per tutti/e), sia sufficiente a far sparire la pandemia se tale imortante intervento vaccinale non è accompagnato dai provvedimenti che come COBAS e sindacalismo conflittuale rivendichiamo fin dall’inizio della pandemia. Soprattutto su questo si sono addensate le proteste, su quanto non è stato fatto in primo luogo nei tre settori.chiave della vita associata: la scuola, la sanità e i trasporti. Per la scuola nessuna delle richieste che avanziamo da più di un anno e mezzo é stata accolta: nè la riduzione del numero di alunni/e per classe, nè l’aumento delle aule, nè la stabilizzazione dei precari docenti ed Ata per garantire più personale per più classi, nè gli indispensabili presidi sanitari nelle scuole. La stessa inadempienza ha colpito la Sanitàò il cui personale non è affatto aumentato, così come non è cresciuta quella medicina territoriale che può garntire una medicalità che non debba finire per intasare gli ospedali, se non nelle forme davvero gravi della pandemia. E altrettanto clamorosa l’assenza degli interventi nei trasporti urbani, il cui parco vetture avrebbe dovuto essere significativamento aumentato per evitare le carrozze-“bestiame” con centinaia di persone ammassate a massimo rischio contagio: processo che andava accompagnato dalla piena ripubblicizzazione del trasporto. Ma le manifestazioni hanno espresso anche la più ferma ostilità allo sblocco dei licenziamenti, richiedendo anzi la salvaguardia dei tanti lavoratori minacciati (come nel caso Alitalia, GKN, Ilva, Stellantis e altri) di pagare le colpe di gestioni sciagurate, che hanno dilapidato cifre enormi di denaro pubblico. Si è poi ricordato come i salari del lavoro dipendente siano fermi a venti anni fa, tra i più bassi d’Europa e con un tasso di precarietà sempre crescente e insopportabile. Oltre a vari altri temi, presenti nella piattaforma dello sciopero,abbiamo espresso la nostra indignazione per l’ignobile assalto alla sede della Cgil (alla quale è stata rinnovata la piena solidarietà), evento senza precedenti nella storia repubblicana, da parte di gruppi fascisti ben noti e che però hanno potuto utilizzare almeno la tolleranza di migliaia di manifestanti che volevano protestare contro vaccini e Green pass ma che non hanno saputo scindere le loro rivendicazioni da una gestione violenta di fascisti che hanno contato anche sul comportamento inqualificabile delle “forze dell’ordine” che li hanno lasciati agire indisturbati malgrado i loro intendimenti fossero chiari assai prima dell’assalto. Infine, in particolare nella manifestazione romana, ci si è dati come prossimo impegno unitario l’organizzazione, insieme a tutte le altre forze disponibili, di una manifestazione a carattere nazionale in occasione del summit del G20 del 30 ottobre prossimo.

Piero Bernocchi, portavoce nazionale COBAS – Confederazione dei comitati di base

11 ottobre 2021

Nessuna tolleranza nei confronti degli attacchi fascisti alle sedi sindacali

La Confederazione Cobas esprime netta condanna dell’attacco fascista verificatosi a Roma sabato 9 ottobre alla sede nazionale della CGIL nel corso di una manifestazione contro il Green Pass. Un fatto gravissimo, accompagnato dal fatto inaudito che la manifestazione possa aver raggiunto indisturbata la sede della CGIL sotto gli occhi e con la complicità delle forze dell’ordine.Quanto successo a Roma non è riducibile a pochi facinorosi fascisti che hanno “violentato” la manifestazione contro il Green Pass. Il diritto alla libertà vaccinale e quanto ognuno possa legittimamente pensare sull’imposizione del green pass sui luoghi di lavoro non possono far tacere il fatto che le organizzazioni fasciste e sovraniste stanno cercando di esercitare una obiettiva egemonia sul movimento contro il green pass sceso nelle piazze in questi ultimi mesi, né che una parte significativa presente in queste piazze non ha vissuto quale corpi estranei i gruppi fascisti sempre presenti nelle manifestazioni e che ieri si sono resi protagonisti dell’attacco alla sede della Cgil.Un tentativo di egemonia anche culturale che in questi mesi ha spostato l’attenzione dalla legittima libertà individuale a sottoporsi al vaccino verso teorie complottiste e sovraniste, i cui epigoni a livello internazionale sono l’ex presidente degli Usa Trump e l’ultraconservatore Presidente del Brasile Bolsonaro.L’aggressione ad una sede sindacale rappresenta oggi un salto di qualità. La scelta di attaccare la sede della CGIL, ben lontana dalla piazza dove si svolgeva la manifestazione contro il green pass e apparentemente insensata in funzione di quella protesta, mette in luce il tentativo delle organizzazioni fasciste e sovraniste di strumentalizzare i forti disagi sociali oggi presenti in tutti i luoghi di lavoro al fine di estendere tale egemonia anche sul movimento dei lavoratori.Oggi come ieri i fascisti vanno respinti, senza se e senza ma, da tutte le piazze e da parte nostra – nelle manifestazioni che si svolgeranno l’11 ottobre in tutta Italia in occasione dello sciopero generale contro le politiche del governo Draghi proclamato da tutte le organizzazioni del sindacalismo di base – non tollereremo partecipazioni fasciste e della parte, sperabilmente ridotta di numero, di quegli antivaccinisti che, pur di combattere vaccini e green pass , si è alleata a Roma con i fascisti e ha partecipato, condividendoli e appoggiandoli, ad eventi gravissimi e intollerabili, e senza precedenti nella storia della Repubblica, come l’ assalto alla sede Cgil. Chiediamo, inoltre, che si dia finalmente applicazione alla XII diposizione finale della Costituzione, che vieta ” la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista”.Roma, 10 ottobre 2021Esecutivo NazionaleConfederazione COBAS