Schema percorsi abilitanti di formazione iniziale a.a. 2023/2024, Bologna

L’Università di Bologna, per determinate classi di concorso, ha aperto le iscrizioni per i percorsi abilitanti. Il numero dei posti disponibili per ogni classe di concorso si riferisce ai percorsi da 60 CFU.

Di questi, il 45% dei posti è riservato a chi ha almeno 3 anni di servizio svolti negli ultimi 5 anni e il 5% a chi lavora nella formazione professionale.

Qui di seguito alcune brevi info generali. 

Clicca qui per altri articoli/video sui precari della scuola.[PRECARIATO]

Il termine ultimo per le iscrizioni è le ore 12 del 30 maggio 2024.

Tutte le informazioni riportate di seguito sono estratte dalla pagina:
https://centri.unibo.it/formazione-insegnanti/it/corsi/percorsi-abilitanti-di-formazione-iniziale

Percorsi abilitanti scuola Bologna

Percorsi da 30 CFU: riserva del 45% per chi ha 3 annualità di servizio svolte dal 2019/2020

Chi accede alla riserva di posti del 45% deve conseguire 30 CFU anziché 60 CFU.

Per accedere alla riserva del 45% bisogna aver svolto almeno 3 anni di servizio tra l’anno scolastico 2019/2020 e l’anno scolastico 2023/2024.

Nella compilazione della domanda bisognerà indicare tre annualità di servizio per accedere alla riserva (di cui una annualità sulla classe di concorso del percorso abilitante a cui si vuole accedere).

I restanti anni di servizio (anche svolti prima del 2019/2020) andranno a finire come punteggio per la graduatoria di accesso (se le domande superano i posti disponibili) alla riserva: ogni anno di servizio sulla classe di concorso del percorso abilitante vale 6 punti, ogni anno di servizio su altra classe di concorso vale 3 punti. 

Esempio: voglio iscrivermi al percorso abilitante per A027 e ho le seguenti annualità: 

  • 2018/19 su A027
  • 2019/20 su A020
  • 2020/21 su A027
  • 2021/22 su A020
  • 2022/23 su A027
  • 2023/24 su A027

Allora per accedere alla riserva posso usare, per esempio le annualità:

  • 2020/21 su A027 (come annualità specifica per il percorso abilitante che ho scelto, cioè A027)
  • e 2019/20 su A020 e 2021/22 su A020 come altre due annualità entro gli ultimi 5 anni (che invece non devono per forza essere su A027).

Per la graduatoria di accesso alla riserva invece indico le restanti annualità (6 punti ciascuna perché tutte su A027, cioè la classe di concorso del percorso abilitante a cui voglio iscrivermi).

L’iscrizione al percorso da 30 CFU costa 100 euro (non rimborsabili se non si accede ai posti disponibili).

Se si rientra nella riserva, entro il 26 giugno bisogna pagare la prima rata da 950 euro e non sono previste riduzioni o sconti per questa rata. 

Successivamente bisognerà pagare la seconda rata di 950 euro. Per pagare la seconda rata è possibile avere una riduzione in base all’ISEE e usare eventualmente la carta docente.

Percorsi da 60 CFU

Chi non ha la possibilità di accedere alla riserva deve iscriversi ai percorsi da 60 CFU.

Anche per questi percorsi c’è una graduatoria di accesso se le domande di iscrizione superano i posti disponibili. Le differenze principali tra le due graduatorie sono che:

  1. La media voti degli esami laurea magistrale dà punteggio per l’accesso ai 60 CFU
  2. Nei titoli di annualità di servizio si possono inserire massimo 3 annualità.

L’iscrizione al percorso da 60 CFU costa 100 euro (non rimborsabili se non si accede ai posti disponibili).

Se si rientra tra i posti disponibili, entro il 26 giugno bisogna pagare la prima rata da 1.200 euro e non sono previste riduzioni o sconti per questa rata. 

Successivamente bisognerà pagare la seconda rata di 1.200 euro. Per pagare la seconda rata è possibile avere una riduzione in base all’ISEE e usare eventualmente la carta docente.

Info generali valide per entrambi i percorsi

– Calendario

L’Università di Bologna ha comunicato che le lezioni si svolgeranno nel periodo che va dal 2 luglio 2024 al 26 ottobre 2024 con una pausa didattica nel periodo tra il 4 agosto 2024 e il 1 settembre 2024. Stando alle prime informazioni deducibili dal calendario apparso sul sito dedicato ai percorsi abilitanti dell’Università di Bologna, i corsi da 60 CFU dovrebbero essere di 225 ore, i percorsi da 30 CFU dovrebbero essere di 150 ore. Aspettiamo però conferme dal calendario ufficiale entro fine giugno (vedi link seguente alla voce “Calendario”: https://centri.unibo.it/formazione-insegnanti/it/corsi/percorsi-abilitanti-di-formazione-iniziale

– Lezioni online e in presenza

Le lezioni dei percorsi abilitanti potranno anche essere in modalità online, ma non più del 50% del monte ore totale. Il restante 50% è composto di lezioni in presenza. Questo vale per tutte le università che propongono percorsi abilitanti di 30 CFU per chi ha 3 annualità di servizio e di 60 CFU, anche per le università telematiche. Per rendere valido il percorso abilitante bisogna aver conseguito una frequenza pari almeno al 70% di ogni attività/corso del percorso a cui si è iscritti. Anche questo vale per tutte le università, comprese quelle telematiche (vedi le disposizioni contenute nel DPCM del 4 agosto 2023).

– 30 CFU o 60 CFU?

Se si hanno 3 annualità di servizio negli ultimi 5 anni si può tentare sia l’accesso ai 30 CFU sia l’accesso ai 60 CFU pagando due volte la quota di 100 euro. Sicuramente una delle due quote dei 100 euro va a fondo perduto se si rientra nei posti disponibili.

Perché se ho esattamente tre annualità di servizio negli ultimi 5 potrei valutare l’iscrizione anche o solo ai 60 CFU? Perché nella graduatoria per l’accesso ai 60 si possono inserire anche le annualità di servizio ma fino a un massimo di 3 annualità.

Ch si iscrive alla graduatoria per la riserva (cioè per entrare nei percorsi da 30 CFU), se non dovesse rientrare per questo giro, al prossimo giro avrà 2 punti in più nella graduatoria del prossimo giro di iscrizioni alla riserva dei percorsi da 30 CFU; non si hanno date precise a riguardo ma presumibilmente se ci dovesse essere un altro concorso sarà certamente necessario un nuovo bando per i percorsi abilitanti nell’anno accademico 2024/2025.

– Percorsi abilitanti e prima fascia GPS a Bologna

L’ordinanza ministeriale 88 del 16 maggio 2024 specifica che ci si può iscrivere con riserva in prima fascia GPS se si è iscritti ai percorsi abilitanti da 30 o 60 CFU, a patto di conseguire il titolo di abilitazione entro e non oltre il 30 giugno 2024. Siccome per l’Università di Bologna le lezioni dei corsi da 30/60 CFU  inizieranno il 2 luglio 2024 è assolutamente impossibile iscriversi in prima fascia GPS con riserva con l’iscrizione a questi percorsi abilitanti appena banditi.

Una volta completato il percorso da 30/60 CFU si potrà chiedere di inserirsi in prima fascia qualora si dovesse aprire una finestra a primavera 2025 (al momento non sappiamo se succederà) oppure si dovrà aspettare il prossimo aggiornamento GPS a primavera 2026 per far valere l’abilitazione conseguita.

[Documento in elaborazione collettiva per modifiche /suggerimenti /integrazioni Scrivere a Contatti.]

Sull’Invalsi nel curriculum dellə studente

Il Decreto Legge 19 (Ulteriori  disposizioni  urgenti  per  l’attuazione  del  Piano nazionale di ripresa e resilienza), pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 2 marzo 2024, prevede che gli esiti delle prove Invalsi facciano parte del curriculum dello studente, curriculum che, dal DL 62 del 13 aprile 2017, deve essere allegato al diploma. 

Sull'Invalsi nel curriculum dellə studente

Purtroppo quest’ultimo tassello era prevedibile sin dalla nascita, con la riforma Berlinguer del 1999, dell’Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema d’Istruzione ed è per questo che, come Cobas, vi ci siamo sempre opposti.

Alla trasformazione della scuola-azienda, infatti, hanno concorso tutti i governi che si sono succeduti a prescindere dal colore politico mentre oggi, a completare la creazione della scuola neoliberista, interviene massicciamente il PNRR, del tutto estraneo alle reali necessità della comunità educante ma determinante per far accettare, attraverso enormi somme di denaro, il cambiamento.

Quali ricadute ?

Il triste destino di Cassandra, però, non ci impedisce di continuare a ricordare quali saranno le ricadute sul nostro lavoro, su* nostr* studenti e sulla nostra società:

  1. I/le docenti delle materie interessate dall’INVALSI saranno spinti ad allenare gli/le studenti ai test, visto che il risultato di quest’ultimi potrebbe influire – considerato l’inserimento nel curriculum – sulla loro vita futura. 
  2. Dirigenti, genitori e studenti, per la medesima ragione, daranno sempre più importanza ai risultati dei test e, di conseguenza, subiremo sempre più pressioni affinché la nostra didattica sia finalizzata al raggiungimento di un risultato standardizzato e non alla formazione dell’individuo. 
  3. L’introduzione dei risultati dei test all’interno del curriculum concorre alla considerazione de* maturand* come “capitale umano” e alla visione della scuola come mero ente certificatore, ignorando – oltre lo sviluppo della persona – le differenze sociali di partenza e le difficoltà strutturali che alcune zone d’Italia presentano. 
  4. Il punto precedente consente alla politica, in piena ottica neoliberista, di deresponsabilizzare se stessa e di colpevolizzare invece i singoli individui dei propri insuccessi, ignorando ancora una volta l’art. 3 della Costituzione.
  5. Ne è una dimostrazione il fatto che l’INVALSI, grazie all’obiettivo del PNRR di “ridurre i divari”, dal 2022 schedi gli/le studenti apponendo il bollino di “fragile” a chi consegue pessimi risultati, bollino che annulla totalmente il soggetto e le sue complessità, così come previsto dalla tanto osannata “valutazione oggettiva”. 
  6. In quest’ottica, presto o tardi, verrà sostenuta la piena inutilità dell’Esame di Stato e del valore legale del titolo di studio ed esso sarà sostituito dai risultati INVALSI utilizzati come certificati di competenze. A questo punto la Scuola sarà definitivamente risucchiata dal mercato, il quale venderà – a seconda di quanto ci si può permettere – pacchetti di competenze atti a cristallizzare la disuguaglianza di partenza. 

Per tutte queste ragioni

abbiamo sottoscritto insieme ad altri sindacati e associazioni il reclamo al garante della privacy promosso da Roars per denunciare la schedatura non consensuale delle alunne e degli alunni valutat* come fragili sulla base di metodologie docimologiche automatizzate e non trasparenti. Sosteniamo quindi l’opposizione di famiglie, studenti e docenti alla conversione in legge di questa modifica della normativa introdotta per decreto, partecipando a tutte le iniziative che saranno proposte a tal fine, incluso lo sciopero di maggio contro le prove INVALSI alla scuola primaria. 

Non rimaniamo indifferenti, non diciamo che tutto è inutile, non facciamoci vincere dall’impotenza: reagiamo. 

Assemblea Cobas sul fondo pensione Espero:come tutelarsi dall’iscrizione tramite silenzio assenso

Assemblea del personale scolastico su fondo Espero presso IIS Majorana, via Caselle 26 San Lazzaro di Savena a cura delle RSU COBAS di San Lazzaro.

Email: jacopofrey@majoranabo.istruzioneer.it

Informativa su Fondi pensione Espero

Il 16 novembre 2023 è stato sottoscritto definitivamente l’Accordo sulla regolamentazione inerente alle modalità di espressione della volontà di adesione al Fondo pensione Espero. Anche mediante forme di silenzio-assenso, ed alla relativa disciplina di recesso da parte del personale.

L’accordo interessa non solo i/le nuov* assunt* ma anche quell* immess* in ruolo a partire dal 1 gennaio 2019.

Abbiamo precedentemente consigliato di comunicare alle scuole e al fondo Espero la propria volontà di non aderire al fondo. Come misura precauzionale e con l’intento di sensibilizzare ed allertare colleghe e colleghi sulle insidie del meccanismo del silenzio-assenso. In previsione del fatto che il contenuto dell’accordo non sarebbe  stato affatto pubblicizzato e posto al centro di un pubblico dibattito. 

Molte e molti di voi ci hanno segnalato la risposta di Espero in cui si dichiara che la comunicazione di non adesione non va indirizzata a loro. La risposta era prevedibile, noi abbiamo consigliato di farlo ugualmente per lasciare un  primo segnale tracciabile della volontà delle singole lavoratrici e dei singoli lavoratori che potrebbero ritrovarsi iscritt* al fondo senza loro espressa volontà.

Che fare ora? Quali i prossimi passaggi per chi non intende aderire a Espero?

Secondo quanto scritto nell’accordo entro il termine del 16 agosto 2024 l’amministrazione ne dovrà dare informazione personale  a tutte le persone interessate con una modalità che preveda l’accertamento della data di ricezione.

Dalla data di ricezione dell’informativa decorrono i 9 mesi entro i quali si dovrà dichiarare la volontà di non adesione all’amministrazione secondo le modalità indicate nell’informativa stessa.

Anche se avete già inviato precedentemente in via precauzionale la comunicazione alla scuola e al fondo dovrete quindi, una volta ricevuta l’informativa,  dichiarare la non adesione, secondo le modalità ed entro il limite indicato dalla stessa, per non essere iscritti al fondo Espero attraverso il meccanismo del silenzio-assenso.

In attesa di questa informativa non dovete fare nulla.

Quando la riceverete potrete procedere dichiarando autonomamente la non adesione al fondo oppure contattarci all’indirizzo cobasbol@gmail.com

Le ragioni della campagna Cobas Scuola contro il fondo Espero le trovate qui https://www.cobasbologna.org/wp-content/uploads/2023/12/TFR-Silenzio-assenso1.pdf

COBAS SCUOLA BOLOGNA

Sui recenti fatti del Don Bosco (20 giugno 2024)

Le attività del Comitato continuano nel Parco Don Bosco – Bologna. Invitiamo tutte/i a partecipare seguendo i canali social:

COMUNICATO sui recenti fatti del Don Bosco 

Giovedì 20 giugno nel parco Don Bosco Quartiere S.Donato di Bologna, durante il presidio a difesa degli alberi che sono stati tagliati per realizzare una pista ciclabile, inutile perché già presente all’interno del parco stesso, abbiamo assistito ad una violenza soverchiante e ingiustificata. Oltre allo schieramento ingente delle forze dell’ordine, lo sfregio del parco è stato realizzato anche a causa di una serie di azioni illegittime da parte della ditta Arcadia, incaricata del taglio degli alberi.

Come si vede dai tanti video che stanno girando in rete, è stata messa a rischio l’incolumità di tante persone. Alcune sono state tirate a forza giù dagli alberi dall’azione congiunta di operai e forze dell’ordine che hanno utilizzato in modo improprio le attrezzature per il taglio, come il cestello, senza i requisiti minimi di sicurezza. In un caso addirittura si è rischiata la tragedia, quando è stata utilizzata la motosega a pochissima distanza da uno dei manifestanti sopra un albero.

Tutta questa violenza è stata incoraggiata, coordinata e coperta dalle autorità di polizia presenti.

Per questo, tanto più, siamo sconcertati dalle affermazioni del sindaco Lepore che ha pienamente legittimato questo uso della forza, pur di proseguire i lavori. 

Noi riteniamo, invece, che la partecipazione dal basso sulle scelte dello sviluppo della città sia un diritto essenziale dei/delle cittadini/e di Bologna per costruire il futuro da lasciare alle prossime generazioni e per arginare la crisi climatica. L’Emilia Romagna è la terza regione in Italia per consumo di suolo, ma si continua a tagliare alberi e cementificare. Il sindaco e la giunta dovrebbero rivedere le loro decisioni e aprirsi ad un confronto reale con i comitati cittadini, rinunciando alla gestione militare del dissenso. Nei giorni scorsi si è superata una soglia nell’uso della forza pubblica che ci fa temere per quello che può ancora succedere a chi continua a difendere il parco.

Come sindacato abbiamo immediatamente denunciato le irregolarità all’Ispettorato del lavoro di Bologna,

così come immaginiamo abbiano fatto le altre organizzazioni sindacali, e ci attendiamo un intervento degli uffici preposti. Siamo disponibili anche a sostenere altre iniziative di denuncia alle altre autorità competenti, che possono essere fatte anche da tutti/e i/le cittadini/e rivolgendosi alla Procura della Repubblica, all’Ispettorato del Lavoro, all’AUSL – Sanità Pubblica, Vigili del Fuoco, Vigili urbani.

Invitiamo lavoratrici e lavoratori, a cui viene richiesto di operare in tali condizioni di mancata sicurezza, di rifiutarsi e rivolgersi al proprio sindacato di fiducia.

Quanto avvenuto, non solo ignora le norme di tutela della sicurezza sul lavoro utilizzando barbaramente i lavoratori per svolgere funzioni proprie delle forze dell’ordine, ma dimostra che non sono garantite le salvaguardie minime previste dalla Costituzione per la manifestazione del proprio pensiero.

Non è pensabile accettare che tutto ciò sia considerato la modalità normale di intervenire in caso di proteste.

Cosa può accadere alla prossima manifestazione ambientale, o alla prossima lotta per l’abitare popolare o alla prossima occupazione di una fabbrica?

Confederazione Cobas Bologna

VIA SAN CARLO 42 T. 051 241336 cobasbol@gmail.com  VIA CAPO DI LUCCA 42 T. 3382648211 ep_bologna@cobaslavoroprivato.it

Contatti per denunciare il mancato rispetto dei requisiti per la siucurezza

Di seguito i contatti a cui rivolgersi per denunciare i casi di mancato rispetto dei requisiti minimi di sicurezza nei cantieri o nei luoghi di lavoro:

Indicazioni per effettuare una denuncia o segnalazione e richiesta di intervento degli enti preposti:

Esempio  

INDIRIZZI PEC Ispettorato del lavoro, AUSL Sanità pubblica …. Vigili del Fuoco ……

Oggetto Segnalazione e Richiesta di intervento presso (luogo e motivo )

(testo) : Il Sindacato ( o persona singola ) ……. nella persona di ….. è a richiedere un vostro intervento immediato in Bologna presso il parco Don Bosco ………………………….. dove sono in corso lavori stradali per il progetto del Tram, la ditta che si occupa del taglio degli alberi da ieri e anche stamattina e adesso sta procedendo al taglio degli alberi senza le dovute misure di sicurezza e tutela nei confronti degli operatori della ditta che esegue i lavori, delle cittadine e cittadini che sostano nel detto parco Don Bosco, nonché per le forze dell’ordine che sono presenti e sostano sotto gli alberi in corso di taglio.

Al fine di prevenire qualsiasi incidente di percorso, vi chiediamo l’intervento immediato per verificare se:

  • Il cantiere dove si tagliano gli alberi non è transennato
  • Mancano i cartelli con il nome della ditta e i dati fiscali
  • Le attrezzature non sono utilizzate secondo i criteri minimi del decreto di sicurezza (D.l.vo. 81/2008 e s.)
  • ….

9 maggio 2024: i Cobas indicono lo Sciopero nazionale della scuola

I COBAS – Comitati di base della scuola – indicono per il 9 Maggio 2024 uno sciopero nazionale dell’intera giornata per il personale Docente, Educativo e ATA delle scuole di ogni ordine e grado.


Lo sciopero viene indetto dai Cobas scuola:

CONTRO

PER

Convocazione Assemblea sindacale Cobas, 23 aprile ore 17.30

Per domani 23 aprile dalle 17.30 alle 19.30 abbiamo convocato  un’assemblea sindacale Cobas in videoconferenza di tutto il personale della scuola per discutere assieme su:

  1. Sciopero del 9 maggio
  2. Elezioni del CSPI: illustrazione del programma della lista COBAS SCUOLA

Di seguito il link a cui collegarsi per partecipare all’assemblea:
https://meet.goto.com/688419133

Sciopero 9 maggio Assemblea Cobas
sciopero 9 maggio 2024 – 2

Presentazione Antirazzismo e scuole Volumi 1 e 2: 8 maggio 2024

Antirazzismo e scuole

Il Cesp – Centro Studi per la Scuola pubblicain collaborazione con l’IC 5 – Bologna organizza Presentazione Antirazzismo e scuole Volumi 1 e 2: 8 maggio 2024

Mercoledì 8 maggio 2024 ore 17 – 19 presso la Scuola Testoni-Fioravanti, Via di Vincenzo, 55 Bologna

presentazione di Antirazzismo e scuole Volumi 1 e 2 a cura di Annalisa Frisina, Filomena Gaia Farina, Alessio Surian (Padova University Press, open access)

saranno presenti:

  • Gaia Farina (doc. di sociologia visuale, Univ. di Padova)
  • Annalisa Frisina (doc. di sociologia, Univ. di Padova)
  • Wen Long Sun (ingegnere informatico)
  • Introduce Gianluca Gabrielli (docente Ic 5 e Cesp)

La partecipazione è libera ma necessita di registrazione al link: https://docs.google.com/forms/d/1ekMym46kdU2bFS-nlqaKQqhbVPgVvn6NCLnQODzKWjo/edit fino all’esaurimento della capienza dei posti.

Come affrontare lo studio del razzismo come sistema di potere in cui la violenza è ordinaria e costantemente invisibilizzata? A più voci condividiamo alcune proposte che provano a decostruire ideologie di matrice coloniale.

Il volume 1 è dedicato soprattutto alle scuole primarie, il volume 2 si rivolge principalmente a chi insegna nelle scuole secondarie, per creare e sperimentare percorsi didattici che possano contrastare diverse forme di razzismo.

I volumi sono scaricabili gratuitamente ai link:

L’attività è riconosciuta come formazione in quanto organizzata da Ente Accreditato/Qualificato per la formazione del personale della scuola.

IC5 Bologna – Via di Vincenzo, 55 – boic816008@istruzione.itCesp – Centro Studi per la Scuola Pubblica – via San Carlo 42 – Bo – cespbo@gmail.com

Video

Siamo tutte/i Comitato Besta

Esprimiamo piena solidarietà a Giovanni e a tutte le persone che in questi giorni sono state vittime della repressione militare della lotta in difesa del parco Don Bosco e delle scuole Besta.

Come Cobas sosteniamo le rivendicazioni del comitato Besta fin dalla sua nascita nell’estate del 2023, quando è iniziata una raccolta firme che in pochi giorni è arrivata a 1300 adesioni, poi depositate in Comune.

Da allora l’amministrazione, che fino a quel momento aveva cercato di far passare l’opera senza un attivo coinvolgimento della comunità scolastica e della cittadinanza, ha rifiutato ogni confronto reale sulle alternative.

L’incontro in quartiere di novembre aveva dimostrato che c’era un’ampia contrarietà dei residenti, nient’affatto convinti dai tentativi tardivi del Comune di spiegare la necessità di abbattere gli alberi di 1/3 del parco per un progetto che costerà 18 mln (di cui solo 2 pagati con fondi PNRR), invece di valutare la ristrutturazione o ricostruzione in loco.

Da lì nasce la decisione di alcune/i di resistere pacificamente all’abbattimento proteggendo giorno e notte con i propri corpi gli alberi.

Comitato Besta Bologna

Consideriamo inaccettabile quanto successo in questi giorni:

  • La risposta violenta al dissenso pacifico ma determinato di chi difende un parco pubblico in nome dei principi ambientali tanto sbandierati anche dal Comune di Bologna;
  • Il tentativo maldestro di Questore e Sindaco di dividere i buoni dai cattivi per chiudere la questione con i manganelli, come avvenuto tante altre volte;
  • L’uso strumentale, amplificato da tanti giornali, della sentenza del tribunale che non ha dato torto al comitato, ma ha rimandato ad altre sedi la decisione che rimane politica;
  • La decisione illegittima della ditta appaltatrice di procedere all’abbattimento degli alberi, nonostante non fossero garantite le condizioni minime di sicurezza per i lavoratori e le persone presenti la cui incolumità è stata messa a rischio di fronte agli/alle alunni/e che facevano lezione, pur di compiere lo sfregio del parco;
  • La violenza delle forze dell’ordine che, sia nella giornata delle proteste sia nella scorsa notte nei confronti di uno studente disarmato e che non rappresentava nessuna concreta minaccia, hanno mostrato un uso spropositato della forza che ci ha ricordato non solo i casi recenti di Pisa, ma anche altri tragici eventi della storia degli ultimi anni.

Quello che rende forte questa lotta è

la partecipazione trasversale e intergenerazionale che ha reso questo angolo di città vivo come non mai, luogo di incontri, solidarietà dal basso, creatività e scambio culturale che sta arricchendo tutte/i.

Questa “pericolosa commistione”, come l’ha definita il Questore di Bologna, è frutto del nostro NO chiaro alla cementificazione dilagante coperta dal greenwashing. Intorno a questa lotta si stanno connettendo tanti altri comitati cittadini.

Sono tanti i luoghi a Bologna che meriterebbero la stessa strenua difesa.

Invitiamo, quindi, tutte e tutti a partecipare alle iniziative del comitato Besta nel parco Don Bosco.

In particolare, ci rivolgiamo alle/agli insegnanti, educatori/trici e personale scolastico che quotidianamente lavorano per far crescere una generazione di cittadini/e attivi/e e consapevoli della crisi ambientale in atto.

Siamo tutte/i Comitato Besta.

Cobas Scuola Bologna

Riunioni per le Elezioni del C.S.P.I. COBAS SCUOLA

Il 7 maggio ci sarà l’elezione del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione. Per presentare la lista “COBAS SCUOLA” e discutere la piattaforma stiamo organizzando alcune assemblee/riunioni in orario di servizio, divise per ordine di scuola.

Di seguito l’elenco delle prime tre in presenza:

Per partecipare si ha diritto all’esonero dal servizio.

Leggi qui i e le candidati/e.

Leggi qui l’opuscolo informativo

Confederazione Cobas: Il TAR del Lazio sancisce che lo sciopero degli autoferrotranvieri del 15.12.2023 era legittimo!

Leggi la sentenza qui

Leggi sul sito della confederazione

tar sciopero legittimo

La sentenza del TAR del Lazio del 28.3.2024 chiarisce che: lo sciopero di 24 ore degli autoferrotranvieri  del 15.12.2023 era legittimo.

L’ordinanza di Salvini che lo ha ridotto a 4 ore è stato un vero e proprio abuso di potere esercitato con lo scopo sabotare la mobilitazione.

Il TAR conferma la validità dell’indizione di sciopero del 15.12.2023  Adl Cobas, Al Cobas, Confederazione  Cobas, Cub Trasporti, Sgb.

Che l’ordinanza di Salvini, con cui impose la riduzione a 4 ore dello Sciopero dell’intera giornata del 15.12.2023 degli autoferrotranvieri, fosse un vero e proprio abuso di potere era chiaro a tutta la categoria, in lotta per migliorare le condizioni salariali, normative, di sicurezza e contro le privatizzazioni.

D’altra parte, gli autoferrotranvieri avevano già subito una ordinanza di riduzione dello sciopero del 27.11.2023, decidendo di rinviarlo al 15.12.2023.

Ora anche il Tar del Lazio ha riconosciuto la legittimità di quella mobilitazione del 15.12.2023 e l’illegittimità della ordinanza di riduzione dello Sciopero emanata da Salvini, considerandola, di fatto, un vero e proprio abuso di potere del Ministro che è intervenuto senza una fondata ragione di urgenza e senza “la sussistenza nel concreto dei presupposti sostanziali per provvedere”.

Il TAR del Lazio, nel riconoscere la possibilità, in astratto, del Ministro dei Trasporti ad intervenire sugli scioperi per limitarne o revocarne l’effettuazione, conferito gli dalla legge antisciopero, conferma i limiti entro cui tale potere deve essere esercitato.

In realtà, come avevano denunciato le sigle dei sindacati di base che avevano proclamato unitariamente la mobilitazione del 15.12.2023, Salvini ha abusato del potere conferitogli dall’art. 8 della L.146/90 e L.83/00 – norme che limitano l’esercizio del diritto di sciopero in Italia – solo per fare la sua campagna elettorale, quale Ministro capace di usare il pugno di ferro contro i lavoratori e l’esercizio del “diritto dei diritti”, qual è quello di Sciopero.

Finalmente anche i giudici del Tribunale Amministrativo del Lazio hanno riconosciuto l’illegittimità di un atto antidemocratico ed inaccettabile che NON PUÒ E NON DEVE RIPETERSI NÉ CONTRO GLI AUTOFERROTRANVIERI, NÉ CONTRO I LAVORATORI IN GENERE.

28.3.2024

ADL COBAS – AL COBAS – CONFEDERAZIONE  COBAS – CUB TRASPORTI – SGB


Stralcio della sentenza del Tar del Lazio del 28.3.2024

Orbene, atteso che l’ordinanza impugnata è stata adottata senza la previa segnalazione da parte della Commissione, risultavano indispensabili la chiara esplicitazione delle speciali ragioni di necessità e di urgenza, relative a fatti sopravvenuti eventualmente occorsi a ridosso dell’astensione, tali da legittimare l’intervento officioso del Ministro.

Sennonché, nessuna adeguata indicazione in tal senso è dato rinvenire nel provvedimento avversato, in cui il Dicastero si è limitato a far riferimento a fatti e a circostanze già conosciute dalla Commissione ed evidentemente non ritenute idonee a concretizzare l’invito a provvedere ex art. 8 l.n. 146/1990.

Ciò è a dirsi, in particolare: i) per la concentrazione nella stessa fascia oraria delle varie iniziative di astensione collettiva; ii) per gli effetti concreti dello sciopero, tenuto conto del sistema di trasporto intermodale e dell’intensità del traffico N. 16464/2023 REG.RIC. passeggeri nelle giornate dell’agitazione; iii) per i disagi degli scioperi, susseguitisi nello stesso torno di tempo; iv) per le avversità atmosferiche, che hanno colpito parte del Paese, elemento questo che, sempreché sopravvenuto, avrebbe al più potuto legittimare un intervento territorialmente più circoscritto, in omaggio al principio di proporzionalità (cfr. per tali aspetti pagg. 2 e 3 dell’ordinanza).

Nessun ulteriore tassello valutativo concernente la necessità e l’urgenza dell’intervento è stato allora aggiunto al pregresso quadro già cristallizzato e valutato dalla Commissione come non idoneo a suffragare la segnalazione ex art. 8 della l.n. 146/1990

Normativa sui permessi per motivi personali

Normativa dei permessi per motivi personali a scuola.

Permessi normativa scuola

Per i dipendenti a tempo determinato

In merito a normativa dei permessi per motivi personali a scuola, per i dipendenti a tempo determinato il nuovo contratto 2019-2021 ha stabilito quanto previstoall’art. 35 comma 12 e 13:

comma 12. Il personale docente, educativo ed ATA assunto con contratto a tempo determinato per l’intero anno scolastico (31 agosto) o fino al termine delle attività didattiche (30 giugno), ivi compreso quello di cui al comma 5, ha diritto, a domanda, a tre giorni di permesso retribuito nell’anno scolastico, per motivi personali o familiari, documentati anche mediante autocertificazione. Per il personale ATA tali permessi possono anche essere fruiti ad ore, con le modalità di cui all’art. 67 (permessi orari retribuiti per motivi personali o familiari).

comma 13. Al personale docente, educativo ed ATA assunto con contratto a tempo determinato diverso da quello di cui al comma 12 sono, invece, attribuiti permessi non retribuiti, fino ad un massimo di sei giorni ad anno scolastico, per i motivi previsti dall’art.15, comma 2 del CCNL 29/11/2007.

Per il personale ATA a tempo indeterminato si fa riferimento agli articoli 67 e 68 del CCNL 2019-2021:

Art 67. comma 1: Il personale ATA ha diritto, a domanda, a 18 ore di permesso retribuito nell’anno scolastico, per motivi personali o familiari, documentati anche mediante autocertificazione

Art. 69. Ai dipendenti ATA sono riconosciuti specifici permessi per l’espletamento di visite, terapie, prestazioni specialistiche od esami diagnostici, fruibili su base sia giornaliera che oraria, nella misura massima di 18 ore per anno scolastico, comprensive anche dei tempi di percorrenza da e per la sede di lavoro.

Per le docenti a tempo indeterminato


La normativa di riferimento per i permessi a scuola per le docenti a tempo indeterminato è l’art.15, comma 2, del CCNL scuola 2006-2009, rimasto in vigore ai sensi dell’art.1, comma 10, del CCNL scuola 2016-2018.


Nella norma è scritto: “Il dipendente, inoltre, ha diritto, a domanda, nell’anno scolastico, a tre giorni di permesso retribuito per motivi personali o familiari documentati anche mediante autocertificazione. Per gli stessi motivi e con le stesse modalità, vengono fruiti i sei giorni di ferie durante i periodi di attività didattica di cui all’art. 13, comma 9, prescindendo dalle condizioni previste in tale norma”.

Si precisa, quindi, che nell’ultimo periodo del comma 2 dell’art.15 del CCNL scuola 2006/2009 è chiarito senza ombra di dubbio che è possibile fruire, dopo i tre giorni di permessi retribuiti, anche dei sei giorni di ferie, che verrebbero fruiti anziché come semplici ferie, allo stesso modo dei permessi retribuiti.


Giurisprudenza a senso unico


È ormai nota e reperibile facilmente in rete la giurisprudenza riguardo alle modalità di fruizione dei permessi personali e in particolare del godimento del diritto dei 6 giorni di ferie, previsti dal comma 9 art. 13 del CCNL scuola, ma fruiti ai sensi dell’art.15, comma 2 del medesimo contratto.

Il Tribunale di Velletri, con sentenza n. 378/2019 pubblicata il 05/03/2019, riconosce ad un docente il diritto a fruire, al posto dei sei giorni di ferie, ai sensi dell’art.13, comma 9 del CCNL scuola, di sei giorni di permesso retribuito per motivi familiari e personali senza la necessità che vi sia un atto di concessione da parte del Dirigente Scolastico.


Il Tribunale di Cuneo con la sentenza n.15 del 28 gennaio 2020, riconosce che la legge di bilancio 2013 all’art. 1 comma 54 si riferisce solamente alle ferie fruibili con l’art.13 del CCNL e in nessun modo abroga l’art.15 comma 2 e il suo ultimo periodo. Per cui è acclarato che i giorni di permesso retribuito possono essere fruiti fino ad un massimo di nove giorni e non solo tre come credono alcuni Ds.

Il Tribunale di Ferrara con sentenza n.54 del 2019, pubblicata il 2 aprile 2019, ha chiarito che l’articolo 15 del CCNL prevede il diritto del dipendente ad utilizzare sino a 6 giorni delle proprie ferie per motivi familiari o personali trasformandole in un’altra tipologia di assenza, cioè nel permesso retribuito per motivi personali e familiari.

La sentenza del Tribunale di Fermo n.53 del 26 maggio 2020 ha stabilito che: “Dal tenore letterale della norma (art. 15 c. 2 CCNL Scuola) si evince chiaramente che i permessi retribuiti per motivi personali o familiari sono da qualificarsi come un vero e proprio diritto del lavoratore non subordinato a valutazioni del Dirigente scolastico e fruibili per effetto della mera presentazione della relativa domanda”.

Il Tribunale di Milano ha cancellato, con sentenza n.2272 dell’ottobre 2019, una sanzione disciplinare inflitta da un dirigente scolastico ad un docente che si era assentato da scuola dopo avere comunicato alla scuola la fruizione di alcuni giorni di permesso retribuito per motivi personali.

Sulla base della disciplina contrattuale, specifica la sentenza di Milano, se il personale docente chiede di poter fruire di sei giorni non come ferie ma come permessi retribuiti per “motivi personali e familiari”, tali giorni devono essere attribuiti a semplice domanda e sono sottratti alla discrezionalità del Dirigente Scolastico.

Comitati di base della Scuola – Senza la base scordatevi le altezze