Incredibile marcia indietro del Ministro! I Cobas chiedono tamponi salivari gratuiti con efficacia settimanale e l’abolizione del green pass a scuola

Cobas Scuola

18/08/2021 

Avevamo accolto favorevolmente il passaggio del Protocollo d’ Intesa per la sicurezza a scuola del 14 agosto 2021 laddove  prevede, con riferimento alle risorse straordinarie erogate alle scuole, che “fermo restando il raccordo istituzionale, a livello nazionale, con il Commissario straordinario e valutate le effettive necessità di contrasto alla diffusione della pandemia, le istituzioni scolastiche, mediante accordi con le Aziende Sanitarie Locali o con strutture diagnostiche convenzionate, utilizzeranno tali risorse anche per consentire di effettuare tamponi diagnostici al personale scolastico, secondo le modalità previste dall’Autorità sanitaria”

Da cui si evince la gratuità dei tamponi per tutto il personale che non può o non vuole vaccinarsi, senza alcuna distinzione, come avevamo chiesto nel comunicato del 6 agosto. Ma prontamente un comunicato del MI e lo stesso Ministro con sue dichiarazioni fanno marcia indietro, sostenendo che la gratuità sarebbe solo per soggetti fragili che non possono vaccinarsi. Per cui il Protocollo sarebbe carta straccia e, in ogni caso, il governo confermerebbe e rafforzerebbe il carattere punitivo del DL sul green pass a scuola.

La gratuità dei tamponi per il personale non vaccinato per qualsiasi motivo va garantita in modo uniforme su tutto il territorio nazionale e non con il meccanismo farraginoso e foriero di differenziazioni territoriale, previsto dal Protocollo e basato su accordi tra singole scuole e ASL. Inoltre, è assurdo applicare alla scuola l’efficacia temporale dei tamponi previsto per eventi una tantum, come un concerto o una partita di calcio: a scuola ci si va tutti i giorni per tutto l’anno scolastico e non si possono prevedere centinaia di tamponi a persona ogni 48 ore, che di fatto rendono obbligatorio il vaccino. Tamponi con efficacia temporale settimanale, il 90% del personale vaccinato volontariamente, l’uso di dispositivi e il rispetto rigoroso e senza deroghe opportunistiche del distanziamento di un metro garantiscono la sicurezza della scuola in presenza. Infatti, la raccomandazione del rispetto della distanza interpersonale di almeno un metro è stata di fatto cancellata nel caso in cui “le condizioni strutturali-logistiche degli edifici non lo consentano”.

 Infine, lo stesso Ministero della salute ha sancito che “il campione di saliva può essere considerato un’opzione per il rilevamento dell’infezione da SARSCoV-2 in individui asintomatici sottoposti a screening ripetuti per motivi professionali o di altro tipo, per aumentare l’accettabilità di test ripetuti”. Per cui, va garantita la possibilità di optare per i tamponi salivari, che sono decisamente meno invasivi.

Chiediamo, quindi: la gratuità dei tamponi garantita a livello nazionale; l’efficacia settimanale dei tamponi; la possibilità di optare per i test salivari.

Ribadiamo che “la vaccinazione, nella situazione determinata da decenni di tagli alla sanità, sia uno strumento fondamentale per combattere la pandemia”. Anche Medicina Democratica sostiene: “levaccinazioni disponibili sono, allo stato delle conoscenze, uno strumento essenziale, non l’unico, per il contrasto della diffusione della pandemia da Covid 19 e, nel contempo, per ridurre la pressione sulle strutture sanitarie e permettere un graduale ritorno alle attività lavorative, ludiche e culturali.(..)Pur considerando che le autorizzazioni all’utilizzo dei vaccini non hanno potuto seguire le procedure previste e adeguati test, la necessità di avere questo strumento disponibile in tempi brevi è stata confermata dall’efficacia in particolare nella riduzione della occupazione delle strutture sanitarie anche in presenza di incrementi nella diffusione.”

Ma al tempo stesso ribadiamo il carattere inaccettabile dell’obbligo vaccinale per il personale scolastico, la categoria che si è vaccinata di più in modo volontario e che non è a contatto con persone particolarmente fragili, che è la motivazione usata per il personale sanitario. La sanzione della sospensione dello stipendio dopo 5 giorni e la multa da 400 a 1000 euro (raddoppiabili in caso di recidiva) violano pesantemente il diritto al lavoro e alla retribuzione, previsti dagli artt. 4 e 36 della Costituzione. Per cui chiediamo, in sede di conversione in legge del DL n.111/2021, la cancellazione del comma 6 dell’art.1. In caso contrario, valuteremo con i ns legali l’opportunità di ricorsi campione per sollevare la questione di costituzionalità delle sanzioni previste dal decreto e la compatibilità con la normativa UE.

Riteniamo assolutamente tardivi e generici gli impegni previsti nel Protocollo d’intesa in riferimento al piano sperimentale per la riduzione del numero degli alunni per classe, al prolungamento dei contratti Covid oltre il 31 dicembre, all’assunzione a tempo determinato di personale Ata. Vi è, infatti, in alcuni casi solo un generico e non quantificato riferimento a risorse aggiuntive, mentre quelle già stanziate e richiamate nella Nota tecnica del 13 agosto sono esigue, in particolare sono risibili i 22 milioni per ridurre le classi pollaio.

  • Durante i due ultimi anni scolastici pandemici i Cobas si sono mobilitati più volte, insieme a Priorità alla scuola, per chiedere (inascoltati) quegli interventi strutturali indispensabili per garantire l’unica vera scuola, che è quella in presenza: riduzione del numero di alunni per classe (massimo 20; 15 in presenza di alunni disabili), assunzione di tutti i docenti con tre anni di servizio e gli ATA con due, investimenti nell’ edilizia scolastica e nei trasporti. Su questo il governo Draghi ha gravi responsabilità politiche come il governo Conte, ma con l’aggravante di non aver usato a tali scopi le ingenti somme del Recovery fund.

Su questi obiettivi aderiamo alle mobilitazioni locali del 20 settembre indette dal movimento Priorità alla Scuola.

Ma, in generale, le ingenti risorse del Recovery Plan devono essere usate per un’inversione di rotta a 180 gradi da un punto di vista sociale, economico e ambientale, mentre il PNRR italiano è caratterizzato da pesanti elementi di continuità con il modello di sviluppo che ha segnato la lunga fase neoliberista. Per tali scopi la Confederazione Cobas, insieme a tutto il sindacalismo di base, ha indetto lo sciopero generale dell’11 ottobre e, insieme ad un ampio arco di organizzazioni e movimenti sociali, la manifestazione nazionale del 30 ottobre, in occasione del G20

Roma, 18 agosto 2021

 Esecutivo nazionale dei Cobas – Comitati di base della scuola

No all’obbligo vaccinale per il personale della scuola, Sì alla vaccinazione volontaria

5 agosto 2021

​La regolamentazione dell’apertura delle scuole deve garantire un delicato equilibrio tra diversi diritti costituzionali: all’istruzione, che non può che essere in presenza e per tutti (art. 33 Cost.); alla salute, “come fondamentale diritto dell’individuo“, ma anche come “interesse della collettività” (art.32); al lavoro e alla retribuzione che garantisca libertà e dignità (art. 4 e 36); alla libertà personale (art.13).

I Cobas Scuola ritengono che la vaccinazione, nella situazione determinata da decenni di tagli alla sanità, sia uno strumento fondamentale per combattere la pandemia. Come sostiene anche Medicina Democratica, “le vaccinazioni disponibili sono, allo stato delle conoscenze, uno strumento essenziale, non l’unico, per il contrasto della diffusione della pandemia da Covid 19 e, nel contempo, per ridurre la pressione sulle strutture sanitarie e permettere un graduale ritorno alle attività lavorative, ludiche e culturali.(..) Pur considerando che le autorizzazioni all’utilizzo dei vaccini non hanno potuto seguire le procedure previste e adeguati test, la necessità di avere questo strumento disponibile in tempi brevi è stata confermata dall’efficacia in particolare nella riduzione della occupazione delle strutture sanitarie anche in presenza di incrementi nella diffusione.

Ma, al tempo stesso, i Cobas ritengono assolutamente inaccettabile l’obbligo vaccinale per il personale scolastico con una sanzione la cui rapidità non è stata usata neanche per il personale sanitario: chi non è ammesso a scuola per mancanza del green pass viene considerato assente ingiustificato e dopo 5 gg scatta la sospensione del rapporto di lavoro senza retribuzione con una pesante violazione del diritto costituzionale al lavoro e alla retribuzione stessa. E’ vero che il vaccino può essere sostituito dal tampone che, però, ha validità solo per 48 ore e dovrebbe essere ripetuto di continuo e non è gratuito, ma costa 15 euro. Sarebbe, in ogni caso, opportuno garantire la gratuità dei tamponi.

Non sussistono le motivazioni che sono state usate per l’obbligo per il personale sanitario, che è a contatto con persone in condizioni di particolare fragilità, mentre non sono tali gli studenti. Ma l’introduzione dell’obbligo è particolarmente assurda perché lo stesso Ministro Bianchi rileva che l’86% del personale è già vaccinato e stima che siamo di fatto al 90% perché molti docenti e Ata si sono vaccinati registrandosi per fascia di età o altro. Tale livello di vaccinazione, il rispetto delle norme sul distanziamento fisico e l’uso dei dispositivi garantiscono il regolare svolgimento delle lezioni in presenza e in sicurezza (sicuramente maggiore di quella, per esempio, dei luoghi di culto per i quali non è previsto il green pass).

È, inoltre, un ossimoro la richiesta di consenso informato per chi si vaccina per poter lavorare: se si tratta di obbligo non si può chiedere il consenso e deve essere lo Stato ad assumersene la responsabilità. Il decreto non rispetta neanche la Risoluzione dell’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa n. 2361/2021 secondo cui: “i cittadini devono essere informati che la vaccinazione non è obbligatoria e che nessuno è politicamente, socialmente o altrimenti sotto pressione per vaccinarsi, se non lo desidera”.

La didattica in presenza andava e va garantita riducendo il numero di alunni per classe, assumendo tutti i docenti con tre anni di servizio e gli ATA con due, investendo nell’ edilizia scolastica e nei trasporti. Su questo il governo Draghi ha gravi responsabilità politiche come il governo Conte, ma con l’aggravante di non aver usato a tali scopi le ingenti somme del Recovery Fund.

I Cobas sosterranno i lavoratori della scuola colpiti con la sospensione del rapporto di lavoro e dello stipendio.Esecutivo nazionale dei Cobas – Comitati di base della scuola

I COBAS chiedono che le convocazioni per le supplenze annuali avvengano in presenza e in sicurezza.

Da marzo 2020 la scuola è stata messa a dura prova dalla pandemia e con essa studenti e insegnanti. I docenti precari all’inizio di ogni anno scolastico hanno sempre ricevuto le nomine per l’assegnazione delle cattedre di supplenza al 30/06 o al 31/08, in presenza, modalità che garantisce trasparenza e semplicità di scelta e di attribuzione. All’inizio dell’anno scolastico 2020/2021 appena trascorso, invece, in moltissime province le convocazioni per le supplenze da GPS sono avvenute da remoto, spesso attraverso un sistema di piattaforme digitali, che ha prodotto esperienze estremamente diversificate nel territorio nazionale dando vita a disparità di trattamento anche in province vicine. Un meccanismo penalizzante che ha creato in tutti i casi innumerevoli problemi, limitando fortemente la possibilità di scelta dei docenti precari e non fornendo garanzie di trasparenza.Per questo nuovo anno scolastico il MIUR sta predisponendo una piattaforma unica a livello nazionale che dovrebbe assegnare le supplenze automaticamente con un algoritmo.Nessun algoritmo può garantire la trasparenza necessaria né una scelta adeguata in situazioni di assegnazione che si modificano di momento in momento. I docenti precari italiani sono già abbastanza sfruttati, non aggiungiamo una modalità di assegnazione degli incarichi che, oltre a presentare profili di illegittimità, li penalizzerà ulteriormente e che rischia molto concretamente di diventare strutturale ben oltre la pandemia.Pertanto, chiediamo che le convocazioni per l’assegnazione delle supplenze da GPS avvengano in presenza ed in sicurezza, come in presenza ed in sicurezza vogliamo la nostra scuola.Esecutivo nazionale COBAS – Comitati di Base della Scuola


Per questo nuovo anno scolastico il MIUR vorrebbe usare la piattaforma nazionale Polis (istanze on line) per assegnare le supplenze annuali con un algoritmo “al buio” (senza circolare che detta le regole, senza sapere le disponibilità, senza conoscere la propria posizione in graduatoria dopo le rettifiche). I COBAS chiedono che le convocazioni per le supplenze annuali avvengano in presenza e in sicurezza.

Sottoscrivi la petizione: http://chng.it/bpYNDBwK Condividi il post: https://www.facebook.com/1421195998191600/posts/2785618495082670/?d=n Partecipa alle assemblee: mercoledì 4.08 ore 11, giovedì 5 agosto ore 17, venerdì 6 agosto ore 21. Sarà presente l’avv. Nobile dell’ufficio legale nazionale

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