Assemblee sindacali

I COBAS – Comitati di Base della Scuola di Bologna indicono ULTERIORI ASSEMBLEE SINDACALI per Docenti e ATA di tutti gli istituti scolastici con il seguente ordine del giorno:

  •  L’attuale situazione nelle scuole e il rinnovo del contratto;
  • 11 ottobre 2021: SCIOPERO GENERALE di tutto il sindacalismo di base.
Calendario
  • Venerdì 1° ottobre 2021 dalle 15 alle 17 in modalità videoconferenza al link https://global.gotomeeting.com/join/490455821
  • Martedì 5 ottobre 2021 dalle 17 alle 19 in modalità videoconferenza https://global.gotomeeting.com/join/968263749
  • Mercoledì 6 ottobre 2021 dalle 15 alle 17 presso IIS “Aldini Valeriani” Via Bassanelli 9/11 BO
  • Giovedì 7 ottobre 2021 1°turno dalle 8 alle 10 presso IIS “Belluzzi Fioravanti” Via Cassini 3 BO
  • Giovedì 7 ottobre 2021 2°turno dalle 12 alle 14 presso IIS “Belluzzi Fioravanti” Via Cassini 3 BO

    Ogni dipendente interessato/a può scegliere a quale delle assemblee partecipare (una sola assemblea), le diverse modalità (a distanza e in presenza), sedi ed orari sono allo scopo di permettere maggiori opportunità di partecipazione.
    Per partecipare alle assemblee in presenza, che si svolgeranno all’interno delle scuole, sarà richiesto il green pass.

Sciopero generale: l’11 ottobre i Cobas indicono lo sciopero generale insieme a tutto il sindacalismo conflittuale

sciopero generale

I COBAS (Confederazione dei comitati di base) promuovono per l’11 ottobre, insieme a tutto il sindacalismo conflittuale e di base, lo sciopero generale nazionale di tutto il lavoRo dipendente, pubblico e privato, con manifestazioni locali in molte città, sulle quali verranno date indicazioni precise (luoghi e orari) nei prossimi giorni.

In particolare i COBAS hanno convocato per l’11 lo sciopero dei lavoratori/trici della scuola su questi obiettivi:

la riduzione del numero di studenti per classe (massimo 20; 15 in presenza di alunni diversamente abili);

–  l’assunzione di tutte e tutti i docenti con 3 anni di servizio e degli Ata con 2; l’abbandono dell’algoritmo per assunzioni e supplenze con convocazioni in presenza; la revisione dei criteri per l’organico Ata (aumento continuo delle competenze richieste agli amministrativi; spazi da gestire e numero di esonerati dalle pulizie per i collaboratori; estensione dei laboratori informatici al primo ciclo per i tecnici);

–  investimenti massicci nell’edilizia scolastica e nel trasporto pubblico, con interventi sia immediati che di lungo periodo, per garantire effettivamente la scuola in presenza e in sicurezza;

–  il rinnovo del CCNL, scaduto da 3 anni, con un significativo recupero per tutti del potere d’acquisto degli stipendi, calato del 20 % negli ultimi decenni; il ruolo unico per i docenti di ogni ordine di scuola;

–  dire NO alla didattica delle competenze addestrative (che ha prodotto solo analfabetismo cognitivo) e per una nuova scuola che punti allo sviluppo degli strumenti cognitivi;

–  dire SI alla campagna di vaccinazione volontaria e NO al green pass a scuola con sanzioni incostituzionali; chiedere tamponi salivari gratuiti e con efficacia settimanale per chi non può o non vuole vaccinarsi; presidi sanitari nelle scuole per valutare l’andamento della pandemia e tutelare la salute di lavoratori e studenti;

– dire NO ai tentativi di rendere strutturale il ricorso alla DAD e per l’uso nelle scuole di piattaforme digitali pubbliche e gratuite.

Esecutivo nazionale COBAS

11 ottobre: I COBAS, insieme a tutto il sindacalismo conflittuale, convocano lo sciopero generale e manifestazioni nelle principali città A Bologna ci vediamo in piazza dell’Unità alle ore 10.30

Nel corso della pandemia l’Unione Europea é passata da politiche restrittive a politiche espansive. Il Recovery Fund con l’emissione di Eurobond ha avviato una politica economica incentrata sulla spesa pubblica in deficit, in controtendenza rispetto alla fase dell’”austerità”. Tale svolta va resa strutturale, a partire dalla cancellazione del debito pubblico detenuto dalla BCE e dalle Banche centrali nazionali, che per l’Italia ammonta al 20% del debito complessivo. Ma il PNRR italiano e degli altri paesi non costituisce invece una svolta nell’uso pubblico e sociale dell’ingente massa di denaro. Con lo sciopero generale dell’11 ottobre i COBAS puntano ad una radicale inversione di tendenza in tale uso, rivendicando:

–   la riduzione del tempo di lavoro a parità di salario per contrastare la disoccupazione dovuta all’informatizzazione e robotizzazione della produzione;
–   un lavoro di qualità in termini di diritti, con il contratto a tempo indeterminato come regola generale, l’innalzamento dei salari reali e un salario minimo europeo, l’abolizione del Jobs Act e della riforma Fornero; parità salariale per le donne; no allo sblocco dei licenziamenti e alla sospensione del reddito per mancanza di Green pass; sì alla soppressione di appalti e subappalti, con internalizzazioni a partire dal pubblico impiego;
–   rivalutazione delle pensioni attuali e pensioni pubbliche garantite alle/ai giovani;
–   un reddito universale, esteso anche alle/ai migranti, che rafforzi il potere contrattuale dei lavoratori/trici;
–   il rafforzamento dei sistemi ispettivi e del ruolo delle RLS, per una reale sicurezza sul lavoro, maggiori sanzioni per i datori di lavoro inadempienti;
–   un’inversione di tendenza rispetto ai disastri ecologici e al cambiamento climatico provocati dal capitalismo, evitando operazioni di green washing;
–   il rilancio dello Stato sociale, tramite:

a) investimenti nella scuola pubblica, con la riduzione del numero di alunne/i per classe, l’aumento degli organici con l’assunzione delle/dei docenti con 3 anni di servizio e le/gli Ata con 2; per interventi immediati e di lungo periodo nell’edilizia scolastica e nei trasporti locali;

b) investimenti nella sanità pubblica con l’assunzione a tempo indeterminato di infermiere/i , medici e operatori socio-sanitari, potenziando la medicina sul territorio e nelle scuole, contro l’aziendalizzazione e la privatizzazione della sanità; per la sospensione dei brevetti e l’esportazione dei vaccini e della tecnologia per produrli in loco per la lotta alla pandemia;

c)  potenziamento del trasporto pubblico, invertendo la privatizzazione/aziendalizzazione degli ultimi decenni, con il ritorno alla gestione diretta da parte dei soggetti pubblici;

d)  adeguate assunzioni nel pubblico impiego per rispondere alle necessità sociali (cura anziani e disabili in casa, tutela del territorio e dell’ambiente, bisogni culturali e sportivi ecc.).

 Contro la repressione degli scioperi e delle lotte sociali, per una vera democrazia nelle aziende, contro il monopolio dei sindacati concertative sui diritti sindacali.

Con questa piattaforma, i COBAS hanno convocato, insieme a tutto il sindacalismo conflittuale, lo sciopero generale dell’11 ottobre e manifestazioni locali nelle principali città.

COBAS – Confederazione dei comitati di base

Un caro amico ci ha lasciato. Ciao Salvo

Il nostro compagno e amico Salvo Merchionne ci ha lasciato. Docente di Economia aziendale, coordinatore della sede scolastica staccata della Casa Circondariale di Bologna, in pensione da alcuni anni, è stato tra i fondatori dei Cobas a Bologna, primo iscritto, impegnato nelle relazioni con gli uffici del Provveditorato, fino a quando i confederali imposero la nostra esclusione dai tavoli.  Anima del nostro CAF che seguì dall’inizio e continuò anche da pensionato fino a quando il suo stato di salute glielo permise.
Ma Salvo non era solo questo: di profonda cultura, curioso di ogni cosa, amava i libri, la musica, la fotografia. I suoi servizi fotografici ci hanno accompagnato in tutte le manifestazioni a cui ha potuto partecipare, ma soprattutto credeva nell’amicizia, amava le sue amiche e i suoi amici ed in tante e tanti gli volevamo bene. Ironico, sorridente, dolce ma anche viscerale, tutte e tutti ricordiamo le sue tremende arrabbiature che si spegnevano però quando si ragionava insieme.
Con tanto affetto lo ricordano i Cobas della scuola di Bologna che con queste poche righe lo salutano. 

Ciao Salvo.

L’esposizione autoritativa del crocefisso nelle aule scolastiche non è compatibile con la laicità dello stato

Cobas Scuola

12/09/2021

Annullata la sanzione disciplinare per aver rimosso dalla classe il simbolo religioso

La lunga battaglia civile del prof. Franco Coppoli sulla laicità degli ambienti formativi, patrocinata dall’UAAR, dai COBAS Scuola e dagli avvocati Fabio Corvaja e Simonetta Crisci è arrivata ad una importante sentenza delle sezioni unite della Corte di Cassazione che hanno annullato la sanzione disciplinare e la sentenza della Corte di Appello di Perugia 165/14 con rinvio ad altra corte, per illegittimità dell’ordine di servizio del dirigente scolastico. La Corte ha stabilito l’ l’importante principio che l’ostensione obbligatoria o autoritativa nella scuola pubblica del crocefisso è incompatibile con l’ indispensabile distinzione degli ordini dello Stato dalle confessioni religiose.

Il docente era stato sospeso nel 2009, per un mese dallo stipendio e dall’insegnamento, per aver rimosso, in autotutela, il crocefisso dall’aula dove insegnava durante la sua ora di lezione, per garantire la dovuta laicità  e inclusività degli ambienti educativi.

Dopo un lungo iter questa sentenza delle Sezioni Unite della Cassazione è importante perché definisce che l’affissione del crocefisso da parte di dirigenti scolastici e della Pubblica Amministrazione è incompatibile con il principio di laicità dello Stato.

Nella sentenza è affermato che l’autorità pubblica non può promuovere con effetti vincolanti — e dunque  con  implicazione  sanzionatoria  per  chi entri in contrasto con quella prescrizione  — un  simbolo  religioso, neanche con la semplice e passiva esposizione silenziosa su una parete.

Nella sentenza si ricorda che l’affissione del crocefisso nelle scuole è stata imposta dal fascismo, che subito dopo la marcia su Roma iniziò quel processo di affiancamento della chiesa cattolica che portò ai patti lateranensi nel febbraio 1929.

Oggi non esiste più alcuna religione di Stato e la laicità dello Stato è un principio costituzionale fondamentale come ribadito dalla Cassazione con questa sentenza.

Un secondo principio importante è che la scuola non è “un servizio a domanda”: la circolare del dirigente scolastico era illegittima anche perché basata solo sulla richiesta della maggioranza degli studenti, senza tener conto delle diverse esigenze  rappresentate dalla minoranza degli studenti e dallo stesso prof. Coppoli.

L’Istituzione scolastica autonoma, tramite gli organi collegiali e, nello specifico, il consiglio di classe (non il dirigente scolastico autoritativamente) deve trovare un “ragionevole aggiustamento” fra le diverse istanze. In particolare, la Corte propone a titolo esemplificativo tre possibilità:  a) l’affissione sulla parete accanto al crocefisso di un simbolo rappresentativo della cultura laica; b) una diversa collocazione spaziale del crocefisso non alle spalle del docente; c) l’uso non permanente della parete con il momentaneo e rispettoso spostamento del crocefisso  durante l’ora di lezione del docente, che è esattamente il comportamento tenuto dal prof Coppoli , che a fine lezione rimetteva il crocifisso sulla parete.

Affermando che il crocefisso è un simbolo passivo la sentenza ha, invece, respinto la questione della discriminazione.

Va sottolineato che la soluzione prospettata dalla Corte apre alla possibilità che nella pratica si arrivi ad una forte differenziazione di pratiche tra le scuole con l’affissione di diverse rappresentazioni religiose con una pericolosa moltiplicazione dei simboli religiosi nelle aule; è preferibile una soluzione alla francese con il divieto di esposizione di simboli religiosi nelle aule. Va evitato, in ogni caso, l’uso discriminatorio dei simboli religiosi o culturali, contrario alla ratio della sentenza che ribadisce continuamente che in materia di religione nessun rilievo può essere attribuito al criterio quantitativo, al criterio di maggioranza e che la scuola pubblica non ha e non può avere un proprio credo da imporre:  l’ambiente scolastico è sottratto al principio di autorità trascendentale!

 I COBAS della scuola, docenti e ATA, continueranno a lavorare per costruire una comunità educativa inclusiva, libera e critica ed evitare un uso strumentale, escludente e discriminatorio dei simboli religiosi.

COBAS COMITATI DI BASE DELLA SCUOLA

Togliamo la mascherina al green-pass… e vediamo cosa si nasconde dietro

07 settembre 2021

Inizia il nuovo anno scolastico, questa volta sotto l’insegna del green-pass; questa misura del governo che per quanto riguarda la scuola assume aspetti particolarmente illogici e sembra manifestare una sorta di punitiva volontà di rivalsa nei confronti di una categoria che si è vaccinata oltre il 90%.

Sosteniamo che il green-pass svolge un’opera di distrattore, che fa seguito alla campagna propagandistica sulla scuola estiva, e gioca un ruolo chiave nel nascondere i reali problemi che, anche nella nostra regione, funestano questo inizio di anno scolastico a causa di ciò che la politica non ha voluto fare.

Gli organici non sono stati adeguati alle necessità: ci troviamo con un numero di classi complessivo addirittura diminuito rispetto allo scorso anno con un conseguente aumento del numero di studenti per classe (alla faccia dell’abolizione delle classi pollaio). Le risorse previste per il cosiddetto organico covid sono notevolmente ridotte e limitate a contratti che scadranno il 31 dicembre 2021 rendendo di fatto impossibile quello sdoppiamento delle classi che lo scorso anno aveva consentito di rispettare le norme sul distanziamento, almeno in alcune situazioni. Tutte quelle classi sono state tagliate in organico di diritto e non è stato possibile ripristinarle in organico di fatto né sarà possibile farlo con l’arrivo dell’organico covid. Tutto ciò è possibile anche grazie alla scomparsa dei vincoli di distanziamento, derubricati a mera raccomandazione, per risparmiare sugli spazi e sugli organici.

Il ministro Bianchi millanta un impegno straordinario a favore delle singole scuole con emergenza classi pollaio, ma ciò si tradurrà, nella migliore delle ipotesi, in qualche risorsa aggiuntiva assegnata a giochi fatti, con la formazione delle classi già ultimata; si tratterà di risorse finalizzate ad estemporanei e limitati interventi-cerotto per mitigare lo scempio che continua a protrarsi anche dopo due anni di scuola a distanza.

Ma per il ministro Bianchi e per l’intero governo, bisogna ricordarlo, 27 alunni per classe vanno comunque bene, rappresentano la norma e non pongono nessun problema educativo, vengono infatti definite classi pollaio solo quelle con 30 e passa studenti! Nessuna forza politica di governo infatti ha pensato che sarebbe stato il momento buono per prendere di petto il problema, facendosi promotrice di un intervento legislativo che ridefinisse i parametri sul numero massimo di studenti per classe e ponesse fine allo scempio della Legge Gelmini-Tremonti del 2008 che ne ha imposto l’innalzamento!

A ciò si aggiunge la gravissima e disarmante situazione dei corsi serali. L’impossibilità di assicurare l’inizio regolare delle lezioni a tutti gli studenti iscritti ai corsi serali per carenze di organico rappresenta uno schiaffo alla scuola intera e alla sua funzione sociale, tanto più nel periodo che attraversiamo: un livello di inettitudine politica e amministrativa che rasenta l’impensabile. Quasi ci vergogniamo a dover chiedere oggi un intervento immediato straordinario sugli organici dei serali (e non certo utilizzando l’organico covid al 31 dicembre!) per garantire il mero diritto ad andare a scuola alle e agli studenti adulti regolarmente iscritti.

Sul fronte precariato come previsto le assunzioni hanno rappresentato una goccia nel mare: si prevedono ancora oltre 150.000 posti assegnati a supplenza annuale lasciando sostanzialmente inalterato il problema del precariato.

Le richieste di Tempo Pieno delle scuole e delle famiglie continuano a rimanere in gran parte disattese e rifiutate. Inoltre nella scuola primaria assistiamo all’endemica difficoltà nel reperire supplenti. Com’è possibile che la facoltà di Scienze della Formazione Primaria sia a numero chiuso, quando il numero di insegnanti è così scarso?

Intanto si assiste all’ennesima farsa generata dal nuovo “algoritmo” che ha già presentato problemi ed è stato “riavviato” nel corso delle assegnazioni delle supplenze, generando, come prevedibile, disguidi e disparità che daranno luogo a ricorsi e revisioni delle nomine con gravi danni per tutti, a partire dagli studenti.

Infine rimane critico il nodo degli spazi: non solo si è derogato alle norme sul distanziamento che imponeva il reperimento di spazi aggiuntivi, ma diverse scuole superiori non sono in grado neppure di far fronte all’aumento di iscrizioni e stanno programmando il ricorso straordinario alla DAD, cosa che peraltro non è assolutamente né prevista nè permessa dalle attuali normative e circolari. Come avevamo denunciato già lo scorso anno lo sdoganamento della DAD avrebbe comportato il rischio concretissimo di incorporarla come elemento strutturale del funzionamento delle scuole e quindi come via di fuga per far fronte a situazioni, come l’attuale mancanza di aule, che nulla hanno a che fare con l’emergenza.

Come Cobas, insieme a tutti coloro che hanno a cuore le sorti della scuola pubblica, rifiutiamo di farci schiacciare su una discussione che cerca di spostare l’attenzione sulla esigua minoranza che non ha ancora ricevuto il vaccino per creare un nuovo capro espiatorio (che non sarà certo l’ultimo) su cui scaricare le responsabilità dei problemi che si verificano e si verificheranno nel corso dell’anno scolastico e in definitiva le inefficienze di chi governa.

Siamo assolutamente distanti da qualsiasi posizione no-vax; non è in discussione l’importanza del vaccino nella lotta alla pandemia, ma piuttosto l’uso politico dell’emergenza per finalità diverse e per certi versi addirittura in contrasto con le misure di tutela della sicurezza nelle scuole, nelle quali il distanziamento è stato derubricato a semplice raccomandazione e continua a non essere adottata alcuna misura di tracciamento come se il virus fosse magicamente scomparso con il controllo del green-pass di una parte peraltro minoritaria di chi frequenta quotidianamente le scuole.

Per questi motivi aderiamo e sosteniamo la mobilitazione lanciata da PaS per il 20 settembre (primo giorno di scuola in Puglia e Campania, due delle regioni dove la scuola ė stata più martoriata) e, come passo di avvicinamento, lanciamo un presidio il giorno 13 (primo giorno di scuola nella nostra regione) alle ore 15 sotto l’ufficio scolastico in via de’ Castagnoli 1 per sostenere con forza le misure di cui ha bisogno il rilancio della scuola pubblica:

  • la riduzione del numero di alunni per classe
  • l’assunzione dei precari e delle precarie per coprire le carenze di organico
  • l’assegnazione degli organici per il funzionamento regolare delle scuole serali
  • l’accoglimento delle richieste di ampliamento del tempo pieno
  • il reperimento di spazi adeguati
  • il rifiuto totale e assoluto della DAD
  • il rifiuto del green-pass
  • l’istituzione di presidi sanitari nelle scuole, che svolgano anche funzione di tracciamento e monitoraggio
  • la predisposizione, nell’ambito di questa opera di tracciamento, di tamponi rapidi gratuiti per tutta popolazione scolastica

Lunedì 13 Settembre ore 15

presidio sotto l’Ufficio scolastico regionale,

in via de’ Castagnoli 1

COBAS SCUOLA BOLOGNA

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I COBAS E PRIORITA’ ALLA SCUOLA MANIFESTANO IN MOLTE CITTA’ IL 20 SETTEMBRE A ROMA AL MINISTERO ISTRUZIONE (h.15.30)

I COBAS indicono il 20 settembre, insieme a Priorità alla scuola, sit-in e presidi in varie città per:

la riduzione del numero degli alunni per classe (massimo 20; 15 in presenza di alunni diversamente abili);

l’assunzione di tutti i docenti con 3 anni di servizio e degli Ata con 2; l’abbandono dell’algoritmo per assunzioni e supplenze con convocazioni in presenza; la revisione dei criteri per l’organico Ata (aumento continuo delle competenze richieste agli amministrativi; spazi da gestire e numero di esonerati dalle pulizie per i collaboratori; estensione dei laboratori informatici al primo ciclo per i tecnici);

investimenti massicci nell’edilizia scolastica e nel trasporto pubblico, con interventi sia immediati che di lungo periodo, per garantire effettivamente la scuola in presenza e in sicurezza;

il rinnovo del CCNL, scaduto da 3 anni, con un significativo recupero per tutti del potere d’acquisto degli stipendi, calato del 20 % negli ultimi decenni; il ruolo unico per i docenti di ogni ordine di scuola;

dire NO alla didattica delle competenze addestrative (che ha prodotto solo analfabetismo cognitivo) e per una nuova scuola che punti allo sviluppo degli strumenti cognitivi;

dire SI alla campagna di vaccinazione volontaria e NO al green pass a scuola con sanzioni incostituzionali; chiedere tamponi salivari gratuiti e con efficacia settimanale per chi non può o non vuole vaccinarsi; presidi sanitari nelle scuole per valutare l’andamento della pandemia e tutelare la salute di lavoratori e studenti;

dire NO ai tentativi di rendere strutturale il ricorso alla DAD e per l’uso nelle scuole di piattaforme digitali pubbliche e gratuite.

I COBAS e Priorità alla Scuola saranno in piazza a ROMA al Ministero Istruzione, V.le Trastevere (h.15.30), FIRENZE P. Signoria (h.17.30), PISA P. XX settembre (h.16.30), LUCCA P. Guidiccioni (h.17), UDINE P. Matteotti (h.18), BOLOGNA USR via dei Castagnoli (h.18), PADOVA Listòn, v. VIII febbraio (h.18.30), MILANO P. Castello (h.18), BARI scuola Del Prete (h.? e USR (h.17), ANCONA Regione Marche, Via Tiziano (h.16), TRIESTE P. Unità d’Italia (h.17.30), VENEZIA USR v. Forte Marghera (h.15.30), NAPOLI P.del Gesu’ (h.12 e h.18), GROSSETO P. Socci (h. 17.30), SALERNO P. Amendola (h.17), GENOVA P. De Ferrari (h.18). I luoghi e gli orari di altre iniziative cittadine verranno comunicati a breve. COBAS – Comitati di base della Scuola

La vera sicurezza nelle scuole passa dai finanziamenti ecco cosa fa il governo

LA SICUREZZA VERA NELLE SCUOLE PASSA DAI FINANZIAMENTI ECCO COSA FA IL GOVERNO (E COSA HANNO ACCETTATO I SINDACATI CONCERTATIVI) IL 20 SETTEMBRE MANIFESTAZIONI IN MOLTE CITTA’CON PRIORITA’ ALLA SCUOLA

Su Il Sole24ore del 10 agosto 2021 è uscito un articolo dettagliato sugli ingenti investimenti (2 miliardi e 886 milioni) a disposizione per la scuola italiana; si tratta di quei miliardi che ogni giorno il ministro non manca disbandierare alla stampa, come la “prova” di quanto lui e il suo governo di unità nazionale stanno facendo per la scuola pubblica italiana.

Ma in tal modo si mettono veramente in sicurezza le scuole? Si sta operando davvero in modo che non si torni alla DAD? Qualche risposta si ottiene esaminando più da vicino la distribuzione di queste risorse:(VEDI TABELLA)Le scelte di questo governo appaiono chiarissime:- 0,7% delle risorse per intervenire sulle classi pollaio, mentre il problema del distanziamento è il problema centrale che pone la pandemia! E anzi, il governo, insieme ai sindacati firmatari del Protocollo, ha deciso che si potrà derogare al distanziamento di 1 metro! -solo il 3,4% per svolgere gli screening nelle scuole, quando invece il tracciamento sarebbe uno strumento essenziale, insieme alle vaccinazioni, per il contenimento della pandemia: in Cina, (e lì di pandemie se ne intendono) processano milioni e milioni di tamponi perchè sanno che è uno degli strumenti più importanti per contenere il Covid.Dopo più di un anno di mobilitazioni in cui chiedevamo la riduzione degli alunni per classe e screening a tappeto, questa è la risposta del governo. – Il Governo si è guardato bene dal rendere strutturale l’aumento di personale, e anzi ha diminuito il “personale covid” da 75.000 a 42.000 unità, tra docenti e ATA, un personale super precario, assunto con contratti al 31 dicembre, a cui ha aggiunto i finanziamenti per sostituire i docenti non vaccinati. Ma siccome questi ultimi non riceveranno alcuno stipendio, la loro sostituzione con personale precariocomporterà solo un risparmio! In entrambi i casi si tratta di docenti usa e getta, assunti per mettere una pezza, non certo per riqualificare la scuola pubblica. – Anche per gli edifici scolastici vengono programmati interventi di “edilizia leggera”, non gli interventi strutturali di cui la scuola italiana avrebbe urgente bisogno. Dove sono gli investimenti che guardano alla scuola in senso positivo e prospettico? Li troviamo nella scuola digitale (22,3%), nonostante tutti ormai riconoscano il fallimento della DAD, e nel piano estate (18,7%), uno strumento per far entrare nelle scuole pubbliche le cooperative, e dunque i privati, anche se alcune scuole hanno ricorso perlopiù a personale interno o precario. Il governo finanzia un piano scuola lontano anni luce dal progetto di una scuola pubblica di qualità,stravolgendo il carattere pubblico dell’istruzione.E allora che cosa hanno ottenuto i sindacati che hanno firmato il Protocollo d’Intesa sulla sicurezza? Niente di nuovo: le risorse erano già stanziate. E le scelte operate mostrano quanto sia lontano il governo Draghi dalla volontà di risolvere le drammatiche condizioni in cui si trova la scuola italiana dopo lapandemia, che ha privato di fatto milioni di studenti e studentesse del diritto allo studio. E’ inaccettabile che il governo pensi di risolvere i problemi della scuola con l’obbligo del green pass, uno strumento che, con il 90 % dei docenti e Ata vaccinati volontariamente, serve a coprire proprio i mancati investimenti strutturali che, nonostante due anni di pandemia, questo governo non ha voluto e non vuole fare. Per tutti questi motivi il 20 SETTEMBRE saremo in piazza in molte città con Priorità alla Scuola e invitiamo docenti, genitori, studenti e studentesse a partecipare.