Vademecum contro l’utilizzo del sostegno per le supplenze: insegnanti, non tappabuchi

Dopo tanti decenni dal varo e dall’applicazione delle leggi fondamentali che in Italia, caso pressoché unico al mondo, hanno stabilito per ogni alunna e alunno con disabilità il diritto a frequentare le scuole comuni, per un’inveterata abitudine pregiudiziale ancora stenta a diventare pratica diffusa in tante nostre scuole un principio fondamentale che dovrebbe essere ormai assimilato: l’insegnante di sostegno ha pari dignità, pari professionalità, pari importanza nell’economia del lavoro didattico, perché pari dignità e pari diritti hanno le sue allieve e i suoi allievi con disabilità. In tanti (troppi) casi l’insegnante di sostegno è invece sacrificabile, spostabile a piacimento nella scacchiera dell’orario scolastico, qualsiasi sia la sua programmazione giornaliera, qualsiasi siano le esigenze delle allieve e degli allievi a lui affidati. Da qui l’idea di un vademecum contro il dilagante utilizzo dell’insegnante di sostegno come “tappabuchi”, come supplente di insegnanti curriculari assenti. L’idea di fornire gli strumenti per contrapporsi a questa pratica illegittima e lesiva dei diritti degli studenti con disabilità nasce dunque dalla dilagante tendenza a un uso sempre più creativo di questa figura professionale, di fatto considerata una specie di jolly da impiegare per coprire l’atavica penuria di risorse e personale nella scuola italiana.

L’utilizzo dell’insegnante di sostegno come tappabuchi nella stragrande maggioranza delle evenienze che purtroppo si verificano in maniera massiccia nelle nostre scuole è sbagliato sotto il profilo didattico e pedagogico ed è illegittimo sotto quello giuridico. Il vademecum, nato dopo una lunga riflessione all’interno dell’esecutivo provinciale Cobas scuola di Pisa, affronta ambedue le dimensioni – didattico-pedagogica e giuridica – con l’obiettivo di mettere a nudo le motivazioni e di accrescere la consapevolezza di chi si trova coinvolto in tale pratica illegittima e lesiva del diritto allo studio delle allieve e degli allievi con disabilità. Rappresenta uno strumento unico e utile per porre un argine a questa inaccettabile modalità di gestione del personale con la scusa di un’ “emergenza” che in realtà dura tutto l’anno. In un formato agile e chiaro il vademecum passa in rassegna i casi possibili in cui in cui all’insegnante di sostegno viene richiesto di sostituire illegittimamente i colleghi curriculari. Uno spazio cospicuo è dedicato inoltre alle iniziative di resistenza: in appendice sono forniti i modelli per richiedere un ordine di servizio – tutela dalle grandi responsabilità civili e penali in gioco e possibile deterrente per i dirigenti scolastici – e per avvertire e coinvolgere le famiglie nella difesa dei diritti negati.

Sarà compito di chi è testimone e partecipe in prima persona, a cominciare proprio dall’insegnante di sostegno, informare, mobilitarsi e agire, in sinergia anche con le famiglie degli allievi e delle allieve con disabilità. Diventa necessario infatti coinvolgere, qualora non riscontri la sensibilità e la dovuta attivazione della scuola, le associazioni in difesa dei diritti delle persone disabili e il sindacato Cobas attivo sul territorio. Il diritto allo studio di ogni studente, e nello stesso tempo il lavoro e la professionalità dell’insegnante di sostegno, devono ricevere l’attenzione e il rispetto di cui godono tutti gli altri membri della comunità scolastica. Quando anche la scuola italiana avrà assimilato questo semplice assunto non ci sarà più bisogno di vademecum come questo, che trovate con il link:

http://www.cobas-scuola-pisa.it/wp-content/uploads/2021/04/Cobas-Pisa-Insegnanti-non-tappabuchi.pdf

Sebastiano Ortu e Giuseppe Saraceno – COBAS Scuola

Ricorso collettivo “Carta del Docente” per il personale precario con incarico annuale.

Il giorno 2 MAGGIO 2022, dalle ore 17.30 alle ore 19.00, i Cobas Scuola Bologna organizzano un incontro a distanza con il proprio legale di riferimento, avv. Aleardo Lizzi, per illustrare le modalità di partecipazione al ricorso collettivo per il recupero dei 500 euro “Carta del Docente” da parte del personale precario con incarico annuale. Gli interessati possono compilare il seguente form a questo link e riceveranno il link all’indirizzo e-mail indicato nello stesso.

Per ogni ulteriore informazione, scrivere a cobasbol@gmail.com   oppure chiamare i due seguenti numeri tel. 051 241336 (lun. e/o ven. h 17-19.30);  cell. 347 2843345 

6 maggio 2022 – Sciopero generale della scuola.

In occasione dello sciopero generale della scuola del 6 maggio, qui a Bologna organizziamo un presidio in Via de’ Castagnoli 1 dalle ore 9

Lo sciopero generale dell’intera giornata del 6 maggio 2022 del personale docente, educativo ed Ata delle scuole di ogni ordine e grado é convocato per i seguenti obiettivi:

  • Contro i quiz Invalsi e il Sistema nazionale di valutazione, che hanno effetti retroattivi negativi sulla didattica, standardizzano gli insegnamenti, trasformano i docenti in “addestratori ai quiz”, discriminano gli studenti con BES. – Contro la didattica delle competenze addestrative, per una scuola pubblica che punti allo sviluppo degli strumenti cognitivi e dello spirito critico, in linea con la funzione sociale della scuola prevista dalla Costituzione.
  • Contro il taglio dello 0,5% del PIL delle spese per l’istruzione previsto dal DEF 2022 a fronte di un aumento delle spese per le armi.
  • Contro il Decreto scuola che prevede inaccettabili modalità per la stabilizzazione dei precari e una formazione triennale in orario aggiuntivo, che diventerà obbligatoria per i neo-immessi dal 2023-24, con incentivazione salariale da definire contrattualmente e verifiche selettive per creare gerarchie tra i docenti, veicolare la logica della scuola-azienda e restringere il pluralismo didattico culturale e la libertà di insegnamento.
  • Per il rinnovo del CCNL scaduto oramai da più di due anni, con aumenti significativi uguali per tutti/e, che permettano di recuperare almeno il 20% del potere salariale perso negli ultimi anni e di difendere i salari reali dalla ripresa dell’inflazione e del carovita.
  • Per investire i fondi del P.N.R.R. per ridurre a massimo 20 il numero degli alunni per classe (15 in presenza di alunni con disabilità), assumere i docenti con 3 anni di servizio e gli Ata con 2, investire in modo significativo nell’edilizia scolastica
  • Per il potenziamento degli organici dei docenti ed Ata, con la revisione dei criteri, l’immissione in ruolo su tutti i posti vacanti, la stabilizzazione dei posti Covid e il ripristino integrale delle sostituzioni con supplenze temporanee. 
  • Contro il lavoro gratuito degli studenti nei PCTO e negli stage, con il rischio strutturale di morire sul lavoro, come è avvenuto recentemente; per sospendere tali attività e restituire alle scuole la decisione se svolgerle o meno e per quante ore
  • Per utilizzare i/le docenti rientrati/e dalla sospensione senza demansionamento né prolungamento d’orario.

PER FERMARE LA GUERRA E FERMARE IL RIARMO

Lo sciopero è convocato anche da Cub, Unicobas, Usb e Cobas Sardegna. Nella giornata si svolgeranno manifestazioni locali; a Roma ore 9.30 al Ministero Istruzione. 

COBAS sull’aggiornamento GPS: evitare gli errori che generano mostri!

Con il 31 agosto 2022 cessa la validità dell’O.M. 60/2020 che ha istituto le Graduatorie Provinciali per le Supplenze. L’Ordinanza ha suscitato da subito feroci polemiche perché ha peggiorato le norme sulle supplenze, comprimendo i diritti dei precari/e, ha modificato radicalmente le modalità di costituzione delle graduatorie e stravolto il sistema di valutazione dei titoli, privilegiando alcune modalità di formazione (dottorati) a danno di altre (master) “sponsorizzate” fino al 2020, non riconoscendo più né alcuni titoli, né molte esperienze di formazione e ricerca, professionali e artistiche che avrebbero potuto trovare un legittimo riconoscimento. Ad oggi il M.I. non ha emanato alcuna nota ufficiale che preveda il rinnovo delle GPS. Anzi, nel c.d. decreto Milleproroghe, si era pensato ad uno slittamento del rinnovo al 2023, al fine di formulare un nuovo regolamento sulle supplenze, con ciò impedendo qualsiasi nuovo inserimento per un altro anno. Ma, dopo varie interlocuzioni, il Ministero ha comunicato ufficiosamente che nella tarda primavera si procederà all’aggiornamento delle graduatorie ed ha annunciato il rinnovo delle procedure di nomina online delle supplenze annuali e sino al termine delle attività didattiche, già adottate ad agosto 2021 in palese contrasto con l’O.M. 60/2020, la quale prevede chiaramente le convocazioni in presenza (articolo 12, comma 3).  Appena il Ministero ha annunciato tale volontà, i COBAS Scuola ne hanno fatto notare alcuni problemi insolubili:

  1. un sistema informatizzato non può gestire tutte le variabili per la determinazione degli incarichi, perché molti aspiranti sono inseriti in diverse graduatorie, con una posizione diversificata e un numero di posti disponibili molto eterogeneo;
  2. le nomine online generano errori, come era già successo per il piano nazionale di reclutamento deciso dal Governo Renzi nel 2015 e per i successivi trasferimenti interprovinciali;
  3. le rinunce alla nomina ricevuta, che in presenza sono immediate e lasciano il posto a coloro che occupano la posizione seguente in graduatoria, con le procedure online possono essere verificate solo a posteriori, dopo il conferimento di tutte le nomine, e, poiché non è possibile ripetere le operazioni, si procede ad una surroga, in cui il posto è reso disponibile non a coloro che seguono immediatamente in graduatoria, ma ai non coinvolti nelle assegnazioni perché collocati più in basso: con il risultato paradossale che i più in alto in graduatoria vengano esclusi a favore di chi occupa una posizione inferiore.

Purtroppo le nostre previsioni erano esatte; in tutte le province si sono avuti tali esiti paradossali e molti/e docenti non hanno ricevuto l’incarico nonostante la loro posizione utile in una graduatoria. Con le procedure online, le nomine sono diventate sottoposte al gioco del caso. Appena pubblicati i primi esiti delle operazioni a settembre 2021, abbiamo chiesto ai vari Uffici Scolastici Provinciali di rettificare le nomine. Qualcuno ha negato l’evidenza dei fatti, altri uffici hanno ammesso che non erano in grado di intervenire. E questa amara verità è emersa quando si è chiesto l’accesso agli atti relativi all’algoritmo che ha regolato la procedura: gli uffici hanno risposto che non ne avevano la minima idea. L’Ufficio Scolastico di Roma è tra quelli che hanno ammesso di non essere in grado di correggere le nomine. Di fronte all’inerzia dell’Amministrazione, i colleghi che avevano subito delle ingiustizie hanno dovuto adire il giudice. Risulta particolarmente interessante il ricorso di una collega romana che, per errori di sistema, era stata esclusa da un incarico annuale con possibile immissione in ruolo al superamento del periodo di prova e del successivo esame finale, e quindi con un danno notevole. La vertenza, da noi sostenuta, ha messo in luce gli errori del meccanismo infernale per le nomine online. Di fronte all’evidenza, a cui il Ministero non ha opposto difesa, il Giudice ha accolto il ricorso riconoscendo il diritto alla nomina, e condannando il Ministero alle spese processuali. Per di più, la procedura online viene presentata dal Ministero come la più efficiente e rapida rispetto alle nomine in presenza. Ma l’esperienza di quest’anno smentisce le aspettative sui successi della tecnologia: il fatto che si sia costretti a indicare preventivamente le sedi del possibile incarico induce molte persone a indicare anche sedi poco gradite che poi, all’atto della nomina, non vengono accettate. Ma se le rinunce vengono scoperte solo quando chi ha ricevuto la nomina non prende servizio, gli USP devono ripetere le operazioni, che così sembrano non aver mai termine. Quest’anno gli uffici sono stati costretti a fare le surroghe per decine di volte, tanto che in alcune provincie le code sono arrivate al 31 dicembre, termine massimo consentito dalle norme, e talvolta anche oltre: e varie classi hanno conosciuto i loro insegnanti solo a gennaio. Un sistema, dunque, altamente inefficiente e dispendioso, un disastro che però viene negato da una parte dell’Amministrazione. 

Ci auguriamo quindi che per il prossimo rinnovo delle GPS, previsto per il biennio 2022/23 – 2023/24, il Ministero emani disposizioni che tengano conto dei disastri prodotti dalle nomine online e muti orientamento, accogliendo quanto indicato dalle parti sociali e sindacali che hanno la conoscenza diretta  della scuola, e abbandonando l’autoritarismo adottato dagli ultimi governi. I COBAS, come sempre dalla parte dei lavoratori/trici, saranno disponibili nelle sedi territoriali per offrire consulenze, aiuti e tutela per le domande di iscrizione/aggiornamento delle GPS agli iscritti/e e a chi vorrà iscriversi.

Andrea Degiorgi e Beppe Niosi – Esecutivo Nazionale COBAS Scuola