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Generi plurali EDUCARE ALLA SESSUALITÀ E ALL’AFFETTIVITÀ A SCUOLA, 22 febbraio a Bologna

Corso di Formazione Nazionale per il personale della scuola pubblica statale su generi plurali educare alla sessualità e all’affettività a scuola, 22 febbraio 2024.

Giovedì 22 febbraio 2024 ore 8.30 – 16.30 (in presenza)

Link per iscriversi: https://forms.gle/pFZBUdVKsGhewvCy9

 8.30- 9.00 Iscrizioni e registrazione

  • Introduce e coordina Valentina Millozzi, CESP Bologna
  • Teresa Rossano, CESP Bologna
  • Educare all’affettività e alla sessualità: quali proposte dalla scuola che Resiste?
  •   Giulia Selmi, Educare alle differenze
  • Le linee guida che non guidano: le attività istituzionali per il contrasto alla violenza di genere a scuola.
  • Davide Zotti, CESP Trieste
  • Genere e stress lavoro-correlato.

10.50-11.10 Pausa caffè 

  • Mazen Yekhlif, MIT Movimento Identità Trans APS 
  • Scuola e società fra diritti e barriere: studenti LGBTQIA+ e prospettive per le persone trans e non binarie.
  • Non Una Di Meno Bologna 
  • Per un’educazione transfemminista: saperi e pratiche per trasformare la scuola.

dalle 13 Pranzo a buffet 

14.00-15.30 Laboratori didattici (sessioni parallele)

  1. Corpi indisciplinati – Scuola dell’infanzia e primaria.
  2. Il maschile da riscrivere – Tutti gli ordini di scuola.
  3. Carriera Alias e dintorni – Tutti gli ordini di scuola.
  4. Educare al ConsensoTutti gli ordini di scuola.

15.30 – 16.30     Restituzione e confronto in plenaria 

Il CESP è Ente Accreditato/Qualificato per la formazione del personale della scuola. (Decreto Min. 25/07/06 prot.869, circ. MIUR prot. 406 del 21/2/06 – Direttiva 170/2016-MIUR). 

La partecipazione ai convegni e seminari CESP è gratuita e dà diritto, ai sensi degli articoli 63 e 64 del CCNL 2006/2009 (tuttora vigenti), all’ESONERO DAL SERVIZIO.

Descrizione dei laboratori didattici pomeridiani Corso di Formazione Nazionale per il personale della scuola pubblica statale su generi plurali educare alla sessualità e all’affettività a scuola, 22 febbraio 2024.

In sessioni parallele, attivabili a fronte di un numero minimo di iscritte/i .

  1. Corpi indisciplinati. Educazione alla sessualità, desiderio, anatomie affettive: pratiche e approcci per un’educazione alla sessualità e all’affettività.  A cura di Samanta Picciaiola, insegnante femminista e formatrice.

Scuola dell’infanzia e primaria

  1.  Il maschile da riscrivere. Un laboratorio pratico per lavorare sulla decostruzione degli stereotipi e riflettere sui nuovi orizzonti delle identità maschili. Come contaminare nella vita di tutti i giorni, quindi anche a scuola, i modelli che abbiamo introiettato con parole, storie, corpi, narrazioni altre, in apertura e nella valorizzazione della pluralità delle soggettività. A cura di Maschile Plurale.

Tutti gli ordini di scuola

  1. Carriera Alias e dintorni: pratiche di autodeterminazione di genere tra politiche e percorsi scolastici. Il laboratorio presenta un quadro dei possibili percorsi di autodeterminazione di genere come le carriere alias. Uno sguardo trasversale tra politiche normative, aspetti critici e prospettive nel contesto politico attuale con particolare riferimento alla scuola. A cura di Roberta Parigiani Movimento Identità Trans e Teresa Rossano Centro Studi per la Scuola Pubblica.

Tutti gli ordini di scuola

  1. Educare al Consenso. Il consenso come centro delle relazioni nelle interazioni sociali e scolastiche. Il laboratorio promuove pratiche di condivisione e di ascolto per costruire una cultura del consenso e contrastare la prevaricazione e la violenza di genere. A cura di Non Una Di Meno Bologna. 

Tutti gli ordini di scuola

link per l'iscrizione al convegnoGENERI PLURALIEDUCARE ALLA SESSUALITÀ E ALL’AFFETTIVITÀ A SCUOLA
Giovedì 22 febbraio 2024 ore 8.30 – 16.30 (in presenza) IIS Belluzzi – Fioravanti Via Giovanni Domenico Cassini, 3, Bologna Piattaforma SOFIA: ID – in fase di attribuzione Link per iscriversi: https://forms.gle/pFZBUdVKsGhewvCy9

Carriera alias, COBAS: “uno strumento di riconoscimento e rispetto”

Negli ultimi due anni, in diverse scuole italiane, ad esempio nei Licei “Cornaro” di Padova, “Russoli” di Pisa, “Marco Polo” di Venezia, “Ripetta” di Roma, “Buonarroti” di Latina, “Siciliani” di Lecce, nell’Istituto Comprensivo “Foligno 1”, nell’Istituto Tecnico “Cerboni” di Portoferraio, è stato adottato, attraverso una delibera dei rispettivi Consigli di Istituto, un regolamento per l’attivazione e la gestione della carriera alias.

La carriera alias è un atto che muove dal principio del rispetto verso chi inizia o ha già iniziato un percorso di transizione di genere e che in questo modo a scuola può trovare un ambiente attento all’identità di genere in cui si riconosce e a cui sente di appartenere. La carriera alias offre la possibilità di vivere in un contesto di studio sereno, attento alla tutela della privacy e della dignità della persona, un contesto in grado di favorire rapporti interpersonali improntati al reciproco rispetto di libertà e di inviolabilità. Si tratta  di un protocollo che permette di sostituire il nome anagrafico con quello scelto dallo/dalla studente nel registro e nei documenti interni alla scuola. Una richiesta che risponde all’esigenza di non sentirsi intrappolate/i in descrizioni che, accettando solo la definizione binaria maschio/femmina, impediscono di fatto il riconoscimento della persona e della sua identità di genere.

Il protocollo dà la possibilità alla persona – che lo richiede direttamente alla scuola, se maggiorenne, o tramite la famiglia, se minorenne – di essere denominata e riconosciuta nel genere di elezione  dopo aver avviato un percorso di transizione dal sesso biologico o dal genere attribuito alla nascita verso quello percepito e sentito come proprio. 

La/lo studente non ha alcun obbligo di presentare certificazioni mediche o psicologiche né la scuola deve richiederle. Nel caso in cui la persona che ha richiesto l’attivazione della carriera alias consegua il titolo di studio finale senza che sia intervenuta alcuna sentenza definitiva di rettificazione e di nuova attribuzione di genere, tutti gli atti ufficiali della carriera scolastica, compreso il rilascio del titolo finale, faranno riferimento a quanto  dichiarato al momento dell’iscrizione a scuola.

Ogni studente è titolare del fondamentale diritto all’istruzione posto a garanzia del pieno sviluppo della sua personalità; in questo senso la scuola pubblica italiana dovrebbe rappresentare un luogo di confronto, di crescita culturale e sociale e di cambiamento. Purtroppo, ancora oggi, vi sono studenti a cui è impedito di esprimersi  liberamente e di vedere riconosciuto un aspetto importante della propria identità, il genere,  Possono essere studenti transgender o che fanno riferimento a sé come persone non binarie.

Accade che le loro identità o espressioni di genere differiscano dal genere assegnato alla nascita: il loro modo di presentarsi, di vestirsi, di chiamarsi e farsi chiamare, e tanti altri aspetti della vita di relazione all’interno di una comunità come quella scolastica, possono diventare motivo di stigmatizzazione e di non riconoscimento del loro percorso esistenziale e della loro dignità di persone che non si adeguano alle norme sociali legate al genere.

Spesso la scuola rappresenta un contesto dove ci sono studenti che, a causa della loro identità che non corrisponde alle aspettative socioculturali sul genere, sono con maggior probabilità vittime di  atti di discriminazione, violenza, isolamento e bullismo. 

Le ricerche internazionali hanno ben evidenziato che l’essere vittima di tali comportamenti (che possono essere indicati genericamente con il termine transfobia) è correlato ad un maggior rischio di abbandono e insuccesso scolastico, di depressione, di disturbi del comportamento alimentare, di pensieri e atti suicidari.

La varianza di genere o non conformità di genere è ancora purtroppo segnata dallo stigma sociale e, seppure l’Organizzazione Mondiale della Sanità nel 2018 non la consideri più tra le “malattie mentali”, ancora oggi chi non si conforma al sesso biologico o al genere attribuito alla nascita, chi chiede di essere indicato con il nome e i pronomi in cui si riconosce, è considerato di per sé “il problema”. Tale meccanismo di stigmatizzazione era stato purtroppo messo in atto nei mesi scorsi al Liceo “Dini” di Pisa, dove uno studente aveva chiesto l’attivazione della carriera alias, già operativa in un altro liceo della stessa città, affinché venisse riconosciuto il genere in cui si identificava.

La scuola aveva invece sollevato problemi di “sensibilità degli insegnanti”, di fatto rifiutando la richiesta dello studente che andava proprio nel senso di un legittimo riconoscimento di un aspetto fondamentale della propria persona. Alla fine, anche grazie alla denuncia pubblica dello studente e alla solidarietà delle/dei compagne/i, che avevano occupato la scuola, il collegio docenti ha approvato a stragrande maggioranza l’attivazione della carriera alias. Attivare la carriera alias significa innanzitutto per la scuola creare le condizioni che permettano a studenti, che hanno intrapreso il percorso della transizione, di esprimere e vivere liberamente la propria identità, di non essere costretti a coming out forzati in cui dover spiegare perché non si utilizza più un nome e un’identità  che non corrisponde a come ci si sente e come ci si presenta e che ostacola il percorso di costruzione e affermazione della propria identità.

Essere riconosciute/i per ciò che si è e si è scelto di essere rappresenta un bisogno fondamentale a cui la scuola può rispondere in maniera positiva attraverso iniziative, come la carriera alias, che pongono la dignità e la libertà della persona come valori che non solo la scuola promuove ma che trovano fondamento nella stessa Costituzione.

Esecutivo Nazionale Cobas Scuola