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Basta stress: ti piace ancora lavorare a scuola?
Bastastress è una campagna avviata dai Cobas scuola Bologna volta a sensibilizzare e far emergere le problematiche relative allo stress e al burnout del personale scolastico, con lo scopo di elaborare soluzioni e ottenere risposte che ci consentano di riappropriarci di quella dimensione di collegialità connessa, attiva e resiliente.
A che cosa è dovuto lo stress a cui facciamo riferimento? Molto semplice: maggiori attacchi e minori difese.
Quali sono gli attacchi?
L’insieme del personale della scuola si trova a far fronte a sempre più ingombranti asimmetrie relazionali e di potere (accresciute durante il percorso “verso la scuola azienda” degli ultimi 20 anni tramite le misure di gerarchizzazione progressivamente imposte) esemplificabili in:
- strapotere del dirigente e del suo staff da una parte e abbassamento del livello di partecipazione attiva da un’altra
- divisione dei lavoratori sulla base di bonus premiali e incarichi discrezionali
- precarizzazione del personale sulla base di canali di ingresso che comportano differenze di diritti (es. durata di permanenza nella sede scelta, percorso dell’anno di prova, emarginazione da proposte didattiche che vengono deliberate all’inizio dell’anno scolastico)
- situazioni discriminatorie sulla base del genere o dell’orientamento sessuale
- manipolazioni e pressioni su voti, turni, orari
- ingerenza nelle scelte didattiche e metodologiche
- iperburocratizzazione delle procedure con conseguente sovraccarico di lavoro
- ampliamento delle mansioni senza adeguata remunerazione e formazione
- esposizione economica per far fronte ad alcune esigenze della scuola
- sovraccarico del lavoro degli ATA a causa del sottodimensionamento rispetto alle reali esigenze della scuola
- demansionamento obbligato e arbitrari cambiamenti di incarichi o luoghi di lavoro
- minacce, vessazioni, attacchi alla reputazione da parte di dirigenti e staff
- pressioni attraverso email e comunicazioni, rettifiche di impegni all’ultimo minuto e a tutte le ore
- pretesa, a volte implicita, di essere sempre connessi alla rete
- pressioni sempre più frequenti da parte di genitori che si percepiscono come “clienti” della scuola
- uso strumentale e arbitrario da parte dei dirigenti di qualsiasi segnalazione giunta da studenti o genitori
- aumento dell’aggressività da parte di genitori e/o studenti-esse
Perché parliamo di minori difese?
Mentre cresce il peso degli attacchi, il personale della scuola si trova sempre più isolato e con in mano strumenti di difesa deboli e confusi. Di seguito alcune delle circostanze che hanno determinato l‘attuale situazione.
1. Cancellazione degli organi di garanzia (Consiglio di disciplina, Consiglio provinciale della pubblica istruzione)
2. Cancellazione delle procedure di arbitrato e conciliazione, con conseguente sbilanciamento a favore di atti unilaterali della dirigenza
3. Riduzione delle materie oggetto di contrattazione con la RSU nell’ultimo contratto
4. Utilizzo strumentale della normativa sulla privacy per diminuire la trasparenza della contrattazione integrativa
5. Istituzione di commissioni di ogni tipo che svuotano di fatto il potere decisionale degli organi collegiali
6. Assenza di un collegio deliberante ATA
7. Svuotamento della funzione sociale della scuola e del ruolo degli insegnanti nella narrazione dei mass media e nelle esternazioni dei politici
8. Uso dei risultati dei test Invalsi (e simili) per svalutare il lavoro degli insegnanti.
Un questionario
BastaStress è una campagna dei Cobas scuola Bologna volta a comprendere e analizzare le problematiche relative allo stress e al burnout del personale scolastico.
Come sai oramai in tutte le scuole sarebbe obbligo istituzionale sottoporre ai dipendenti un approfondito questionario per sondare il grado di stress lavoro correlato. Tuttavia, nella maggior parte dei casi, tale pratica viene svolta in maniera meramente burocratica e su un campione mal costruito e perciò non significativo.
Per noi invece è importante sapere come si sta a scuola e come il nostro tipo di lavoro, così complesso e delicato, venga vissuto realmente da chi lo svolge affinchè non diventi usurante.
Per questo abbiamo bisogno di te e ti chiediamo di compilare il questionario che segue: richiede pochi minuti. Rimarrà completamente anonimo e verrà utilizzato solo a fini di ricerca e conoscenza. Ricorda che non esistono “risposte esatte”, compila il questionario velocemente senza pensarci troppo su, quello che contano sono la tua opinione e la tua percezione.
Il modo migliore per uscire dallo stress è fare uscire lo stress! Se lo conosciamo possiamo combatterlo insieme.
Compila il form per ricevere il questionario. In fase di preparazione
Solidarietà e crowdfunding
RACCOLTA FONDI PER LE SPESE LEGALI DELLA COLLEGA PLURISANZIONATA
- Qui il link alla campagna di raccolta fondi on line.
- Qui il link al documento per le collette nelle scuole in formato PDF.
Nei mesi scorsi noi Cobas scuola di Bologna siamo intervenuti sulla vicenda dell’ITC “G. Salvemini” in cui una insegnante eletta RSU ha ricevuto ben tre sanzioni disciplinari in meno di 10 mesi, dopo venti anni di lavoro nelle scuole della provincia di Bologna senza avere mai ricevuto alcun tipo di richiamo o lamentela.
Il nostro intento era quello di denunciare una situazione a nostro avviso vessatoria e evidenziare un problema generale in atto da tempo nella scuola italiana: la crescente asimmetria nei rapporti di lavoro che trova espressione nell’utilizzo ordinario e ricorrente della sanzione disciplinare.
Di fronte al procedimento disciplinare il dipendente si trova in una oggettiva condizione di impotenza, poiché la fase istruttoria e la valutazione delle motivazioni addotte a propria difesa sono oggetto di interpretazione dello stesso dirigente che potrà comminare la sanzione, senza alcun elemento arbitrale terzo.
Contro la sanzione si può ricorrere, a proprie spese, solo davanti al giudice del lavoro. Solo in questo caso il Dirigente si troverà veramente a rendere conto del proprio operato. Ciò avviene raramente e i dirigenti lo sanno bene. Per il dipendente i costi di un ricorso al giudice del lavoro sono ingenti (alcune migliaia di euro). Tutt’altro per il Dirigente assistito dall’avvocatura di stato. I costi scoraggiano la vittima, soprattutto nel caso di sanzioni di lieve entità come il richiamo verbale o la censura, i dirigenti lo sanno e pensano di avere mano libera.
Oggi è necessario farsi promotori di una revisione delle regole che governano il procedimento disciplinare nella scuola al fine di assicurare pari dignità e diritti alle parti. Nello specifico abbiamo deciso di sollevare il problema attraverso una situazione emblematica perché sappiamo che questo non è un caso isolato, che sempre più spesso la gestione dirigenziale ( magari con l’ausilio di qualche solerte quadro intermedio) non aiuta a creare un clima di fiducia, rispetto e collaborazione. Stare male a scuola per motivi connessi alla relazione con il superiore gerarchico, purtroppo, è un’esperienza abbastanza diffusa, accompagnata spesso dal senso di isolamento, dal silenzio, dal disagio e dall’impotenza. Per questo è altrettanto urgente sostenere concretamente questa nostra collega.
Perché dunque un CROWDFUNDING per sostenere la vertenza legale dell’ITC “G. Salvemini”? Per uscire dalla dimensione individuale e riscoprire la forza della solidarietà tra colleghi; per affermare che la scuola pubblica non è un’azienda e non può abdicare alla dimensione collettiva e comunitaria; per denunciare che oggi è inaccettabile la disparità di potere che emerge nelle procedure sanzionatorie; perché ogni contributo, anche piccolo, contribuisce a costruire una risposta collettiva.
Il Dirigente non è solo, per lui paga lo Stato. Questa volta neanche la nostra collega. Facciamo colletta. Un esperimento in controtendenza? Sì. Proviamo a verificarlo sul campo.
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