Mostra fotografica il porrajmos: lo sterminio dimenticato degli zingari

CESP – Centro Studi per la Scuola Pubblica Bologna COMUNIMAPPE- Libera Comune Università Pluriversità Bolognina

20 gennaio – 10 febbraio 2018  presso l’I.C.1 “G. Dozza” via De Carolis 23 – Bologna, Aula magna

a cura di Raffaele Petrone, Gabriele Roccheggiani, Matteo Vescovi
La mostra si potrà visitare ogni giorno, dalle 9 alle 13, su prenotazione delle classi di primaria e secondaria di primo grado. 
Informazioni e prenotazioni: comunimappe@gmail.com – cespbo@gmail.com



MOSTRA FOTOGRAFICA E LABORATORIO DIDATTICO
per le classi di scuola secondaria di I grado e le classi quinte della scuola primaria

26 FEBBR. – 8 MARZO 2018I.C. di Crespellanoscuola media F. Malaguti,  
Informazioni 


12 MARZO – 16 MARZO 2018I.C. 3 Lame di Bologna
scuola media Salvo D’Acquisto
via della Beverara 188  

CESP – Centro Studi Scuola Pubblica: cespbo@gmail.comwww.cespbo.it

COMUNIMAPPE – Libera Comuni Pluriversità Bolognina: http://comunimappe.blogspot.it/

LA MINISTRA DICE DI VOLER ELIMINARE LE “CLASSI POLLAIO” MA INTANTO IL MINISTERO TAGLIA LE CLASSI

12/05/2020

Da diverso tempo la Ministra Azzolina approfitta di ogni occasione pubblica per dichiarare la propria contrarietà alle classi pollaio e la sua disponibilità a eliminarle. Nell’attuale contesto emergenziale la situazione assume connotati ulteriormente preoccupanti, derivanti dalla necessità ineliminabile di quel “distanziamento” che è considerato l’unico presupposto sicuro per impedire il diffondersi del contagio da coronavirus. Chiunque conosca le nostre scuole dovrebbe sapere che, nel migliore dei casi, l’ampiezza delle aule – per i nuovi edifici e per attività normali – è parametrata sullo standard massimo di 1,96mq per alunno/a (d.m. Lavori Pubblici del 18/12/1975) e per classi che erano al massimo di 25 alunni/e. Sciaguratamente, abbiamo assistito nel tempo a un costante incremento del numero di alunni/e per classe, che oggi potrebbero arrivare fino a 31 (d.i. sugli organici per l’a.s. 2019/2020) mentre, ovviamente, le aule non sono state ampliate. Ebbene, di fronte a questa situazione cosa ci sarebbe da fare? Se ci fosse un minimo di coerenza tra ciò che si dice e quel che si fa, non dovrebbe essere difficile capirlo: diminuire il numero di alunni/e per classe e reperire ulteriore personale e spazi per svolgere la didattica in presenza.

Invece, le scuole stanno ricevendo in questi giorni comunicazioni dagli Ambiti Territoriali provinciali (gli ex Provveditorati) aventi per oggetto: definizione organico di diritto a.s. 2020/21 – allineamento dati alunni e classi, che nel linguaggio ministeriale significa: visto che non sono previste ripetenze avrete un numero di classi inferiore a quello che era stato previsto nella fase precedente alla pandemia. Infatti, recitano queste comunicazioni: “tenuto conto che, in virtù del Decreto Legge n. 22 dell’8 aprile 2020, non sono previste ripetenze.[…] È altresì necessario che le SS.LL. modifichino il numero di classi da autorizzare per l’a.s. 2020-2021 in relazione alla consistenza numerica relativa agli alunni come rideterminata”. E visto che la formazione delle classi avrebbe dovuto anche tenere conto della “serie storica dei tassi di non ammissione alla classe successiva” (art. 16, comma 1, lett. c. del d.P.R. n. 81/2009) risulta evidente – come per altro già minacciato dai Provveditorati attraverso canali diretti – che salteranno molte prime classi della scuola secondaria di I e II grado. Quindi, invece di consentire la ripartenza della didattica in presenza a settembre con aule meno affollate il Ministero preferisce approfittare dell’occasione per ridurre classi e organici e, nel frattempo, carica su docenti e ATA tutte le difficoltà legate al recupero delle attività che in quest’anno scolastico non si sono potute svolgere per effetto dell’attuale sospensione. Piuttosto che pensare soltanto a finanziare DaD e attrezzature digitali, costringendo docenti e famiglie a supplire a quanto il Ministero non vuole fare, è necessario ridurre il numero di alunni/e per classe, incrementare l’organico docente e ATA e avviare  interventi urgenti di edilizia scolastica sia per ristrutturare l’esistente sia per reperire nuovi spazi.

Esecutivo nazionale COBAS- Comitati di base della Scuola

Assemblea sindacale del personale della scuola di Bologna e Provincia

COSA FARE NELLA FASE FINALE DI QUESTO ANNO SCOLASTICO E PER L’AVVIO DEL PROSSIMO

giovedì 14 maggio 2020 dalle 16 alle 18, in videoconferenza. Per iscriversi vai al link o su www.cobasbologna.it

La chiusura delle scuole su tutto il territorio nazionale dal 4 marzo è stata affrontata con generosità e inventiva da parte del personale della scuola e con una forte confusione da parte del Ministero.

Un Ministero apparentemente più interessato a  iniziative propagandistiche che ad affrontare i tanti nodi problematici relativi alla conclusione dell’anno scolastico e, soprattutto, all’apertura del prossimo. 

I Cobas Scuola Bologna lanciano quindi un’assemblea per riprendere assieme un dialogo tra i lavoratori della scuola sulle seguenti tematiche:

  • L’esperienza della didattica a distanza
  • gli organi collegiali e la valutazione
  • lo svolgimento degli esami conclusivi
  • la riapertura delle scuole in sicurezza.

L’assemblea è aperta anche a genitori, studenti, studentesse e tutti/e coloro che volessero partecipare.

Concorso scuola per soli titoli. Contro il precariato a vita

Il 28 aprile sulla Gazzetta Ufficiale sono stati pubblicati i bandi dei concorsi per la scuola. Sulla necessità dell’indizione dei concorsi ordinari c’era una condivisione unanime mentre assurda ci appare la scelta forzata di voler far svolgere il concorso straordinario per la secondaria con prova selettiva da tenersi questa estate quando la stessa ministra non è neanche in grado, data l’emergenza coronavirus, di poter affermare con sicurezza se le scuole a settembre potranno riaprire. E secondo lei si potrebbero tenere i concorsi! La Ministra parla di classi pollaio e di un rientro a Settembre con distanziamento: come pensa di risolvere queste questioni se non ci saranno le assunzioni? Pensa davvero che qualcuno creda che i concorsi si faranno? Dove si dovrebbero tenere, visto che si prevedono migliaia di candidati? Quali saranno le commissioni giudicatrici?

Viene il sospetto (molto di più….) che sia un modo per non assumere nessuno a settembre.

E ancora una volta molti docenti vedranno allontanarsi la prospettiva della trasformazione del loro contratto da tempo determinato a tempo indeterminato nonostante svariati anni di lavoro nelle istituzioni scolastiche garantendone il loro funzionamento. Ribadiamo invece che i precari con più di 3 anni di servizio hanno diritto all’assunzione a tempo indeterminato prevedendo per loro un canale parallelo per l’immissione in ruolo.

Ma non condividiamo neanche il modo inaccettabile con cui dovrebbe avvenire la selezione: 80 quiz a cui rispondere in 80 minuti! Sicuramente un test di abilità mnemonica e di reattività che punisce i docenti riflessivi, coloro che “pensano”.

La forzatura imposta dalla ministra rischia pertanto di far trovare le scuole a settembre con ulteriore carenza d’organico. Per evitare questo rischio sarebbe stato sufficiente indire il concorso straordinario per soli titoli e servizi. La domanda si sarebbe potuta presentare per via telematica, si stilava una graduatoria e ad agosto ci sarebbero stati tutti gli elementi certi per poter procedere all’assunzione.

La nostra Organizzazione Sindacale si mobiliterà pertanto affinché il Parlamento in sede di conversione in legge del decreto scuola apporti le suddette modifiche.

Nell’immediato pertanto i Cobas si riconoscono appieno nella petizione on line lanciata dai precari della scuola che ad oggi ha raccolto oltre 4.000 firme ed invitano a firmarla e a condividerla al seguente link:http://chng.it/NkjyHYZ8

Esecutivo nazionale COBAS – Comitati di base della Scuola

4 maggio 2020