3 ottobre – Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’immigrazione. Stop all’indifferenza!

Sin dal 2016, come stabilito dalla legge 21 marzo 2016, n. 45 la “Repubblica riconosce il giorno 3 ottobre quale Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’immigrazione […], al fine di conservare e di rinnovare la memoria di quanti hanno perso la vita nel tentativo di emigrare verso il nostro Paese per sfuggire alle guerre, alle persecuzioni e alla miseria” e promuove iniziative per “sensibilizzare l’opinione pubblica alla solidarietà civile nei confronti dei migranti, al rispetto della dignità umana e del valore della vita di ciascun individuo, all’integrazione e all’accoglienza”.

Ciononostante, dal 2014 a marzo 2023 sono 26.257 le persone morte o disperse nel Mediterraneo, e dall’inizio del 2023 i morti accertati sono quasi 2.000 ma la cifra, viste le notizie degli ultimi giorni, è destinata a crescere. La rotta mediterranea rimane di gran lunga la più pericolosa al mondo per le persone migranti. A cosa serve allora la memoria? Come insegnanti riteniamo che essa possa essere un antidoto contro l’indifferenza e possa ricordarci come la banalità del male sia sempre attuale.

In un decreto legge n. 124 pubblicato il 19 settembre i CPR (Centri di permanenza per il rimpatrio) e i centri di accoglienza straordinaria diventano “opere destinate alla difesa e sicurezza nazionale”. A quanto pare i nuovi centri verranno progettati e costruiti dal Ministero della difesa e controllati dalle forze dell’ordine; gli immigrati clandestini potranno essere reclusi per 18 mesi. Inoltre un decreto attuativo della Legge Cutro del 14 settembre 2023 prevede che gli irregolari possano evitare la reclusione pagando 5.000 euro, una modalità che ricorda quanto queste persone sperimentano in Libia. Tutto questo succede mentre continuano a morire persone in mare nella noncuranza generale e mentre la fortezza Europa blinda sempre di più i propri confini non permettendo viaggi sicuri a chi si vuole spostare a causa di guerre, cambiamenti climatici o in cerca di una vita diversa.

Riteniamo profondamente ingiusto vivere in un mondo in cui solo una ristretta parte di persone può prendere l’aereo e spostarsi liberamente, mentre la maggioranza è costretta a rischiare la propria vita affidandola nel migliore dei casi alla fortuna, nel peggiore a trafficanti.

Il rischio più grande per gli/le alunni/e abituati sin da piccoli a vedere immagini e sentire notizie di questi orrori è che arrivino a pensare che sia inevitabile e quindi normale. L’indifferenza è il nostro peggior nemico e l’unico modo di combatterla è continuare a parlarne problematizzando quello che spesso viene strumentalmente semplificato: analizziamo con loro i dati ufficiali, ridiamo un volto e un’umanità ai numeri, storicizziamo il fenomeno, rileggiamo insieme in modo critico i giornali e i siti d’informazione. Riappropriamoci del nostro ruolo di educatrici ed educatori e diamo senso a una giornata che altrimenti rischia di essere soltanto retorica. Dedichiamo la giornata ad attività didattiche specifiche in modo che il ricordo e la commemorazione diventino esercizio di memoria e di cittadinanza attiva.

COBAS SCUOLA BOLOGNA

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