Tutti gli articoli di Cobas Scuola Bologna

L’Otto tutto l’anno!

I Cobas Scuola Emilia Romagna con lo sciopero globale transfemminista dell’8 marzo

È così che vogliamo vivere e agire il nostro stare a scuola. 

PARTECIPIAMO ALLO SCIOPERO GLOBALE TRANSFEMMINISTA DELL’OTTO MARZO PER UNA SCUOLA PUBBLICA 

CHE COSTRUISCA COMUNITÀ, LAICA, GRATUITA E ANTIFASCISTA PER TUTTƏ!

Ore 10 piazza Maggiore

Ore 17 Concentramento piazza XX settembre

Vogliamo che la nostra presenza sia espressione di una pratica pedagogica femminista e transfemminista, nella trasmissione della conoscenza e nella pratica di relazione.

Lottare per i diritti e la libertà di espressione e di insegnamento non vogliamo che sia soltanto una pratica sindacale, ma che definisca il posizionamento di ognunə di noi nella comune e quotidiana resistenza alle oppressioni, al sessismo e all’eterosessismo, 

anche in ambito scolastico. 

Il mondo della scuola non è estraneo agli aspetti più inquietanti del patriarcato tossico e delle disparità perpetrate da un sistema di sfruttamento del quale può costituire, anzi, un pilastro imprescindibile. 

Oggi assistiamo sempre più alla reiterazione e riproposizione di ruoli e valori sessisti ed eterosessisti, di malcelato stampo nazionalista, militarista e neocolonialista, 

ispirati alla competitività e al merito, che ripropongono un sistema di valori 

che respingiamo con forza. 

Di pari passo procede un autoritarismo istituzionale crescente, che avanza con l’avanzare della burocratizzazione della didattica, l’insistere con l’abuso del ricorso al precariato, l’imposizione di mezzi di controllo e valutazione, un modo autoritario e dirigista 

di intendere la scuola e soprattutto il considerare lə insegnanti come meri operatori e operatrici di un’educazione meccanizzata ed eterodiretta 

in cui una parola contraria diventa provocazione politica.

Le recenti dichiarazioni del ministro Valditara, di cui chiediamo le immediate dimissioni, 

delineano un modello di scuola che rinuncia alla sua funzione democratica 

e assume sempre più carattere selettivo e di classe.

Vogliamo ribadire le ragioni della nostra partecipazione allo sciopero globale transfemminista:

SCIOPERO PER:

  • scuola pubblica laica, antifascista, antisessista, antirazzista
  • educazione al genere e al rispetto
  • educazione alla sessualità e all’affettività
  • introduzione della carriera alias
  • salvaguardia degli organi collegiali
  • reddito universale di autoderminazione e accesso al sapere per tuttə

SCIOPERO DA:

  • Merito e competizione
  • uso sistematico del lavoro precario
  • alternanza scuola-lavoro
  • taglio delle risorse
  • gerarchizzazione e burocratizzazione
  • razzismo, abilismo, omolesbobitransfobia
  • militarismo e guerre espressione estrema della violenza del patriarcato

Mobilità del personale docente, educativo ed ATA a.s. 2023/24

Il 1 marzo 2023 il Ministero ha reso note le date per le operazioni di mobilità per il personale docente (trasferimenti, passaggi di cattedra e ruolo). 

Le domande possono essere presentate a partire dal 6 marzo e fino al 21 marzo.

Chi volesse aiuto, può prenotarsi scrivendo a questo indirizzo  cobasbol@gmail.com  specificando: nome, cognome, numero di telefono, provincia, ordine di scuola, tipologia di domanda, eventuali dubbi. È necessario avere lo SPID funzionante.

I principali allegati precompilati sono: 

  • la dichiarazione dei servizi svolti (allegato D);
  • la dichiarazione di continuità didattica (per chi insegna nella stessa scuola da più di tre anni);
  • la dichiarazione dei titoli posseduti;
  • la dichiarazione delle esigenze di famiglia ed esistenza dei figli/e

Per chi fruisce dei benefici della legge 104/1992, occorrono altri documenti specifici.

Valditara, la misura è colma, vattene!

In rapida successione abbiamo avuto la denominazione del Ministero del Merito (che si accinge a dare corpo ai provvedimenti aziendalistici sulla carriera docenti e la formazione obbligatoria ereditati dal governo Draghi), il dimensionamento con il taglio di 700 scuole, le dichiarazioni sull’umiliazione come strumento didattico, poi quelle sulle gabbie salariali e la privatizzazione legate all’ Autonomia differenziata, la verità storica di regime per l’anniversario della caduta del Muro Berlino in chiaro stile Minculpop. Ora, sulla stessa lunghezza d’onda, il Ministro prima tace (insieme alla Meloni) sulla vile aggressione fascista avvenuta sabato 18 febbraio da parte di militanti di Azione Studentesca, formazione contigua a Fratelli d’Italia, contro studenti del collettivo SUM del liceo classi- co Michelangiolo di Firenze; poi definisce “impropria” la lettera agli studenti della preside Savino che, svolgendo efficacemente il suo ruolo di educatrice, aveva ricordato che “il fascismo in Italia non è nato con le grandi adunate di migliaia di persone. È nato ai bordi di un marciapiedi qualunque, con la vittima di un pestaggio per motivi politici che è stata lasciata a sé stessa da passanti indifferenti” e aveva osato (!) citare Gramsci e il suo “odio gli indifferenti”. Fatto ancora più grave, Valditara minaccia possibili provvedimenti nei confronti della D.S., per fare poi, di fronte al clamore suscitato e alla presa di posizione dello stesso Mattarella, una precipitosa marcia indietro. Si tratta di uno sfrontato attacco alla libertà d’insegnamento e alla libertà di manifestazione del pensiero, principi fondamentali della Costituzione, nata dalla Resistenza al nazifascismo, che evoca metodi e concezioni autoritarie, tipiche dell’era fascista, durante la quale la scuola era asservita al regime ed alla sua ideologia. Il Ministro si è posto anche in perfetta continuità con l’atto intimidatorio di Blocco Studentesco (Casa Pound), che ha postato su Twitter una foto con lo striscione mentre viene bruciata la lettera della preside con questo testo: “Un’intera generazione di cosiddetti ‘docenti’, in realtà propagandisti politici in servizio permanente, dovrebbe finalmente andare in pensione anticipata. Sono loro la causa principale del disastro del sistema educativo italiano. Rottami del 68”.

I COBAS scuola, insieme a Priorità alla scuola e ad altri sindacati, associazioni, comitati e collettivi, della scuola e extrascuola, raccolgono l’appello del popolo della scuola pubblica e indicono una manifestazione nazionale a Firenze per sabato 4 marzo 2023 ore 14, per:

– ribadire la condanna dell’aggressione fascista agli studenti del liceo Michelangiolo di sabato 18 febbraio ed esprimere la piena solidarietà alla prof.ssa Annalisa Savino e agli studenti aggrediti;

– esigere con forza le dimissioni del Ministro del (de)Merito e della (d)Istruzione (pubblica);

– chiedere l’abrogazione delle norme sul ridimensionamento, sulla carriera dei docenti, sull’uso dell’algoritmo per discriminare i precari e tutte le altre misure che dequalificano la scuola;

– confermare il NO ad ogni forma di Autonomia differenziata che frantuma il sistema scolastico e i diritti sociali, aumentando a dismisura la disuguaglianza sostanziale.

Manifestazione nazionale a Firenze

4 marzo 2023 ore 14:00

Per informazioni e prenotazioni del pullman da Bologna scrivere a cobasbol@gmail.com oppure messaggio al 3472843345

Alcune foto dell’evento

Valditara si dimetta, Meloni condanni lo squadrismo fascista

L’aggressione fascista avvenuta sabato 18 febbraio da parte di militanti di Azione Studentesca, formazione contigua a Fratelli d’Italia, contro studenti del collettivo SUM del liceo classico Michelangiolo di Firenze ha suscitato immediate reazioni di condanna sia a livello cittadino che da parte del mondo della scuola. Alcuni presidi, cogliendo la pericolosità di tale atto, hanno scritto agli studenti lettere nelle quali  rimarcando la natura fascista dell’aggressione hanno affermato i principi della Costituzione, nata dalla Resistenza. Significative le lettere agli studenti dei presidi Luca Stefani dell’ITIS Salvemini-Duca d’Aosta e della preside Annalisa Savino del liceo scientifico Leonardo Da Vinci. Quest’ultima, in particolare, ha scritto che “…il fascismo in Italia non è nato con le grandi adunate di migliaia di persone. E’ nato ai bordi di un marciapiedi qualunque, con la vittima di un pestaggio per motivi politici che è stata lasciata a sé stessa da passanti indifferenti.”  Nella lettera viene richiamato Gramsci, vittima del fascismo e si riporta la sua espressione “odio gli indifferenti”. 

E’ del tutto chiaro l’intento educativo ed il valore antifascista della lettera della preside Savino: contro quest’ultima ha scagliato i suoi strali il ministro Valditara, il quale, in una trasmissione RAI, ha definito “impropria” la lettera rivolta agli studenti e, fatto ancora più grave, ha minacciato possibili provvedimenti nei confronti della D.S. Il ministro si era già distinto, il 9 novembre scorso, ricorrenza della caduta del muro di Berlino, per una lunga lettera agli studenti italiani nella quale, vestendo i panni di storico esperto, illustrava una presunta verità  su fascismo e comunismo, tipica iniziativa degna del Minculpop. Le dichiarazioni del ministro dell’Istruzione e del (de)merito relative alla lettera della preside Savino si configurano come uno sfrontato attacco sia alla libertà d’insegnamento, fondamento della scuola democratica, sia alla stessa Costituzione, nata dalla Resistenza al nazifascismo. 

Tali dichiarazioni evocano metodi e concezioni autoritarie, tipiche dell’era fascista, durante la quale la scuola era asservita al regime ed alla sua ideologia. Il ministro Valditara, che non ha sentito il dovere di condannare l’aggressione agli studenti, è stato invece sollecito a minacciare la prof.ssa Savino, scegliendola dalla rosa di presidi fiorentini che hanno scritto agli studenti, sovraesponendola, additando lei sola, che è stato oggetto di un atto intimidatorio di Blocco Studentesco (Casa Pound) i cui esponenti hanno affisso uno striscione con la scritta: “Non ci fermerà una circolare, studenti liberi di lottare” ai cancelli dell’istituto Leonardo Da Vinci, la scuola della preside Savino. Su Twitter Blocco studentesco ha postato una foto con lo striscione mentre viene bruciata la lettera della preside, accompagnata da questo testo: “Un’intera generazione di cosiddetti ‘docenti’, in realtà propagandisti politici in servizio permanente, dovrebbe finalmente andare in pensione anticipata. Sono loro la causa principale del disastro del sistema educativo italiano. Rottami del 68″.

L’esternazione di Valditara, poche ore dopo, è in perfetta continuità e coerenza con questo post e in generale con l’essersi rifiutato (come pure la presidente del Consiglio Meloni) di esprimere anche solo una parola di condanna contro l’aggressione, derubricata a rissa: e questo è un fatto di una gravità inaudita. I COBAS scuola, mentre ribadiscono la condanna dell’aggressione fascista agli studenti del liceo Michelangiolo di sabato 18 febbraio, esprimono piena solidarietà alla prof.ssa Annalisa Savino e agli studenti vittime dell’aggressione.; e registrano con favore la decisione degli organi collegiali del liceo Michelangiolo di costituirsi parte civile in un eventuale processo penale a carico degli autori dell’atto esecrabile. I COBAS hanno partecipato alla manifestazione antifascista di martedì 21 febbraio, con cui Firenze, medaglia d’oro della Resistenza, ha reagito con fermezza davanti a tali rigurgiti squadristi e sosterranno tutte le prossime iniziative, anche a carattere nazionale se ne matureranno le condizioni, a difesa della scuola pubblica, libera e democratica, come sancita dalla Costituzione.

In quanto al ministro Valditara, che sulla carta ha giurato fedeltà alla Costituzione antifascista ma che in realtà la calpesta nei fatti, è evidente che la sua carica è incompatibile con una posizione che fiancheggia posizioni che strizzano l’occhio al fascismo nelle modalità di fare politica e nel linguaggio. Il fascismo si combatte sempre: e non solo quando diventa un’emergenza. Conseguentemente, come tanti lavoratori/trici della scuola e studenti stanno facendo, ne chiediamo le dimissioni, mentre la presidente Meloni non può sfuggire al suo dovere di condanna della vile aggressione fascista.

24 febbraio 2023, Cobas Scuola

Invitiamo tutti e tutte a  sottoscrivere la petizione lanciata da Priorità alla scuola al seguente link: http://bit.ly/3YYRO5q

11 marzo a Piombino, Liberiamoci dal fossile e dalle opere inutili

Sabato 11 marzo ci sarà a Piombino la manifestazione nazionale contro il rigassificatore e gli altri progetti fossili che il governo e ENI vorrebbero imporre ai territori, rimandando sine die la necessaria transizione energetica. 

Abbiamo avuto in questi mesi la conferma di come guerra e fossili siano due facce di uno stesso modello di sviluppo insostenibile. Per questo, insieme alle tante realtà ambientaliste che sui territori si oppongono a questi progetti stiamo organizzando la partenza anche da Bologna. 

Vi invitiamo a partecipare compilando il modulo al link qui sotto e a distribuire il volantino che trovate di seguito. In sede Cobas (via San Carlo 42) abbiamo i volantini già stampati da distribuire.

Per prenotare l’autobus clicca qui.

Aggiornamenti sull’evento facebook

Alcune foto dell’evento.

Prossimi convegni per il personale scolastico

Ecco il calendario dei prossimi convegni CESP per il personale scolastico a Pescara, Trieste e Ravenna.

Generi plurali, sguardi sulla scuola che vogliamo

L’uso pubblico e politico della storia

L’educazione ambientale oltre lo sviluppo sostenibile: educare ai conflitti ambientali

Valditara conferma: l’AD rafforza differenziazioni e privatizzazioni! I COBAS partecipano il 29 gennaio all’Assemblea nazionale contro l’Autonomia differenziata

Il tentativo del Ministro Calderoli di accelerare la regionalizzazione, condividendo un documento con i presidenti di Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna e presentando un disegno di legge sull’attuazione dell’Autonomia Differenziata, ha subito uno stop dalla Meloni, secondo cui l’ AD deve viaggiare insieme al presidenzialismo e ai poteri speciali per Roma. Ma l’AD è stata anticipata con l’inserimento di un articolo sui LEP nella Legge di Bilancio 2023. La definizione dei LEP verrebbe affidata ad una struttura interministeriale con 6 mesi per individuarli e 6 per approvarli con DPCM. Se non ci riuscissero, sarà nominato un Commissario senza interventi del Parlamento. L’art. 7 della bozza Calderoli prevede che “dall’applicazione della presente legge e di ciascuna intesa non derivano maggiori oneri a carico della finanza pubblica”. Il direttore dello Svimez, Luca Bianchi ha segnalato il pericolo “della mancanza di riequilibrio dei divari territoriali” e ha avvertito che “sono vent’anni che si attende la definizione dei LEP per il superamento del criterio della spesa storica, che sino ad oggi ha cristallizzato i divari di servizi nel nostro Paese”. Le critiche più accese riguardano la necessità del rispetto del principio di uguaglianza, di perequazione e di solidarietà nazionale, mentre il presidente Mattarella ha posto l’accento sui diritti sociali e civili ed esigenze perequative. Con l’AD all’erario sarebbero sottratte ingenti somme: il Veneto tratterrebbe il 90 % del gettito fiscale togliendo allo Stato circa 41 mld l’anno, la Lombardia oltre 100 mld, l’Emilia Romagna 43, con una perdita complessiva di 190 su 750 miliardi annui di gettito fiscale.

Si registrano dubbi in FI, mentre FdI subordina l’AD al presidenzialismo, con conseguente centralizzazione e personalizzazione del potere, senza neanche i contrappesi che vi sono, per esempio, in Francia. Avremmo così una concentrazione dei poteri a livello statale e regionale, ove la sciagurata riforma del Titolo Quinto del PD ha già creato un sistema presidenziale con scarsi contrappesi; i poteri dei governatori aumenterebbero ulteriormente con il passaggio di tutte o della maggior parte delle materie, ora di competenza ripartita tra Stato e Regioni, solo alle Regioni. Le ultime notizie, da verificare, parlano dell’abbandono del criterio della spesa storica che penalizza pesantemente il Sud e della subordinazione dell’avvio della riforma alla definizione dei LEP, che ha incontrato fin qui ostacoli tecnici e politici insormontabili. Ma avremmo comunque la frantumazione regionale dei principali servizi pubblici e dei relativi diritti sociali costituzionali. I livelli “essenziali” da garantire a tutti hanno in sé il germe della differenziazione: essenziale è solo il minimo comune denominatore e, quindi, la garanzia di una piena omogeneità dei diritti uscirebbe dagli obiettivi politici, rinunciando a garantire l’uguaglianza costituzionale. Inoltre, il deflusso di risorse dallo Stato alle Regioni spingerebbe a collocare in basso i livelli essenziali. E vanno ricordate le pesanti responsabilità del PD, che con il DDL Boccia ha aperto la strada all’AD nella versione LEP, tanto più che ora il principale candidato alla segreteria è il presidente dell’Emilia Romagna, una delle tre regioni apripista.

In particolare, ricordiamo che la relazione della Commissione di giuristi alle Commissioni bicamerali ha rilevato che “è preferibile espungere in questa prima fase la materia dell’istruzione, il cui trasferimento porrebbe problemi politici, sindacali, finanziari, tributari quasi insormontabili, con un quasi sicuro aumento dei costi di sistema sia per le Regioni destinatarie del trasferimento, sia per lo Stato”. L’istruzione è la voce più rilevante dal punto di vista finanziario: circa 5 miliardi in Lombardia e poco meno di 3 in Veneto, con migliaia di docenti e Ata in transito nei ruoli regionali con differenziazioni salariali e normative. L’AD frantumerebbe il sistema unitario di istruzione, minando alla radice diritto e libertà di insegnamento (artt. 3, 33 e 34 Cost.), subordinando la scuola all’indirizzo politico-culturale regionale e alle esigenze delle imprese locali. Anche i percorsi PCTO, l’istruzione degli adulti e tecnica superiore e gli indicatori per valutare gli studenti sarebbero decisi a livello territoriale, con progetti sempre più legati alle esigenze produttive locali. Vi sarebbero concorsi e ruoli regionali per il personale e più difficili diventerebbero i trasferimenti interregionali.

La contrattazione nazionale sarebbe residuale, con salari che potrebbero crescere a Nord e diminuire a Sud: previsioni che trovano conferma nelle dichiarazioni di Valditara, che ripropone le gabbie salariali e l’aumento del finanziamento privato. Gli stipendi di docenti e Ata devono, invece, recuperare tutti il 27% di potere d’acquisto perso in media negli ultimi decenni e adeguarsi ai livelli europei. Poi, nell’operare confronti bisogna tener conto anche del differenziale nella fornitura di servizi pubblici, che l’AD amplierebbe, perché strutturalmente quanto più si accrescono le competenze degli Enti locali, tanto più la carenza di risorse spinge verso la privatizzazione. Naturalmente i privati, che fin qui hanno usato poco gli sconti fiscali per le donazioni alle scuole, previsti dalla Legge 107/2015, chiederanno delle contropartite, condizionando pesantemente le finalità della scuola e facendone venire meno il ruolo pubblico.

Per tutte queste ragioni, i COBAS, insieme al Comitato Nazionale per il ritiro di ogni AD, hanno partecipato alla manifestazione del 21 dicembre e saranno all’Assemblea nazionale contro l’AD (Roma, Liceo Tasso, Via Sicilia, ore 10) di domenica 29 gennaio.

Carmen D’Anzi e Rino Capasso Esecutivo nazionale COBAS Scuola

Invitiamo tutt* a partecipare ai due appuntamenti previsti dalla RETE EMERGENZA CLIMATICA E AMBIENTALE EMILIA ROMAGNA  

SABATO 17 DICEMBRE 2022 

DALLE ORE 9.00 al CENTRO COSTA Via  AZZO GARDINO 44

CONVEGNO PUBBLICO DELLA RETE EMERGENZA CLIMATICA E AMBIENTALE EMILIA ROMAGNA  

realtà territoriali e istanze ambientali a confronto con le politiche regionali

A DUE ANNI DAL PATTO PER IL LAVORO E PER IL CLIMA: UN FALLIMENTO ANNUNCIATO URGE UNA SVOLTA, SUBITO

ORE 13 PIAZZA NETTUNO BOLOGNA   PRESIDIO PER LA LOTTA ALLA CRISI CLIMATICA , AL COLLASSO AMBIENTALE, E PER IL LAVORO DI QUALITA’

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IL COMUNE DI BOLOGNA AUMENTA I FINANZIAMENTI ALLE SCUOLE PARITARIE PRIVATE!

IL COMUNE DI BOLOGNA AUMENTA I FINANZIAMENTI ALLE SCUOLE PARITARIE PRIVATE!

In piena continuità con la vergognosa scelta di 9 anni fa, quando il consiglio comunale decise di ignorare l’esito del referendum che aveva indicato chiaramente la volontà dei cittadini e delle cittadine bolognesi di porre fine al finanziamento delle scuole private, Il Comune di Bologna ha deliberato un aumento del 13 % dei finanziamenti per le scuole private paritarie.

Si tratta di una conferma di una linea politica storica e di un metodo autoreferenziale, che ignora la cittadinanza, nella gestione delle scuole dell’infanzia a Bologna. La necessità di garantire il pieno accessoa tutti i bambini e le bambine che ne rimarrebbero escluse ed esclusi è il leitmotiv che da oltre dieci anni accompagna ogni nuovo rifinanziamento delle scuole private attraverso i denari pubblici, che in definitiva sono le cittadine e i cittadini a versare. Mai un accenno a una direzione politica diversa, quella indicata dall’esito del referendum del 2013, fondata sulla Costituzione, mirata ad ampliare il patrimonio pubblico, in particolare statale per quanto riguarda la scuole dell’infanzia; mai una chiara presa di posizione intorno al fatto che le scuole private abbiano diritto di esistere ma che non possano godere del sostegno economico pubblico. Ci sono sempre motivazioni contingenti, oggi la crisi economica e l’inflazione, che giustificano l’intervento del Comune a sostegno delle scuole private a partire dall’equivoco di fondo che avvicina fino ad identificate gli interessi privati con l’interesse pubblico sulla base del fatto che le scuole materne private rappresentano parte dell’offerta strutturale del territorio bolognese.

2013

La decisione del Consiglio comunale, come sempre in questi casi espressa a larghissima maggioranza, è inaccettabile e ingiustificabile. Basta con i finanziamenti alle scuole private. Chi vuole la scuola privata se la paghi! I soldi pubblici servano per finanziare la scuola pubblica, laica e pluralista.

Cobas Bologna