MANIFESTAZIONE CITTADINA “per il Don Bosco che resiste!

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Per il Don Bosco che resiste .
Manifestazione 9 marzo ore 14.30, piazza XX SETTEMBRE

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“A Bologna nei giorni scorsi si sono raggiunti livelli di inquinamento mostruosi.

L’avviso dei climatologi ai cittadini: non andate a correre e le dichiarazioni dei dirigenti della sanità sull’aumento, in particolare tra i bambini e gli anziani, delle patologie correlate alle pessime condizioni dell’aria,rendono bene l’immagine di cosa ci sta succedendo.

Come è trattato l’ambiente a Bologna ?

Ce lo dicono le reti arancioni che stiamo vedendo dappertutto, le troviamo in almeno trenta giardini e parchi cittadini, ce lo mostrano le centinaia di alberi tagliati ai bordi della tangenziale, lo respiriamo con le polveri che salgono dai cantieri un po’ ovunque in città.

Nonostante il disastro ambientale in atto, il consumo di suolo non si arresta, nella regione Emilia-Romagna si costruisce e si costruisce…al ritmo di 2mq al secondo. Edifici e strade, asfalto e cemento a non finire. In cantieri che si ramificano nella giungla dei subappalti che calpestano i diritti dei lavoratori.

Non c’è una pianificazione sensata della risorsa suolo, la logistica e la grande distribuzione in primis, sono i soggetti che dettano legge e le amministrazioni sostengono questo processo, senza la minima attenzione alle conseguenze su clima e salute.

A Bologna l’economia del cemento prevede altri interventi devastanti in zona Fiera-San Donato con migliaia di mq per costruire le nuove infrastrutture che chiamano “distretto del futuro”.

Allo stesso tempo non c’è un orientamento verso un potenziamento del trasporto pubblico: abbiamo un servizio ferroviario metropolitano totalmente al di sotto delle necessità, il tram avrà meno fermate di quelle degli autobus lungo lo stesso percorso e gli stessi bus hanno ridotto la frequenza oraria delle corse. Solo per fare alcuni esempi.

Ma il mostro per eccellenza rimane il passante che ha l’obiettivo primario di aumentare il numero di automobili che lo percorreranno.

E come è trattata la partecipazione ?

Tema da sempre ritenuto caratterizzante l’amministrazione del Comune di Bologna, la tanto sbandierata partecipazione è in realtà ingabbiata in percorsi istituzionali le cui procedure sembrano studiate per separarla dai processi reali dell’organizzazione e della presa di parola della cittadinanza.

Quando invece alcune minoranze attive chiedono di essere ascoltate la distanza e la chiusura sono le modalità prevalenti nel mondo istituzionale.

Ma c’è anche di peggio:


la terribile sentenza che ha condannato a pagare più di 60 mila euro (di cui 12 mila al Comune) un’associazione di cittadini che si era permessa di fare un normale ricorso al Tar in merito al Passante un inquietante segnale di quanto le istituzioni sembrano voler passare ad un approccio punitivo nei confronti del dissenso.

Un chiarissimo messaggio: attenti perché ve la facciamo pagare cara.

Oppure, altro esempio del rapporto tra istituzioni e cittadini che pare mostrare unicamente un’odiosa volontà di controllo: alle case della cultura, assegnate dal comune alle associazioni, ora viene richiesta preliminarmente la programmazione mensile, da inviare a Comune e Questura.

Farà anche rima ma il binomio cultura-questura è un rimando a momenti che non vorremmo rivivere.

Il parco e la scuola

In questo contesto la questione Scuole Besta/Parco Don Bosco assume un ruolo centrale rivelando tutte le contraddizioni della giunta Lepore/Clancy proprio sui temi dell’ambiente e della partecipazione a fronte di una lotta pacifica e creativa che si sta svolgendo nel parco.

don bosco resiste manifestazione

La vicenda è presto detta: l’amministrazione intende costruire una nuova scuola e per farlo vuole devastare una gran fetta di parco. Si taglieranno decine di alberi ad alto fusto – capaci di assorbire CO2 e particolati fini, e mitigare gli effetti delle sempre più frequenti ondate di calore – e si distruggerà la biodiversità, costituita da una ricca varietà di flora e fauna tra cui quattro specie protette.

Il punto è che le scuole esistono già

e potrebbero essere facilmente ristrutturate senza consumare suolo, spendendo molto meno dei 18 milioni previsti (di cui 2 dal Pnrr e gli altri con un mutuo cioè debito dei cittadini).

La giunta invece, senza il documento delle analisi delle alternative, ovvero il DOCFAP, documento di fattibilità delle alternative progettuali, senza portare alcuna evidenza, senza alcun progetto di ristrutturazione ma con semplici dichiarazioni degli assessori, ha deciso che è meglio costruire un nuovo edificio.

Una scuola con 18 aule, al costo di 1 milione per aula. Un bel regalo dell’assessore alla scuola Ara.

In verità, va precisato che nel progetto è prevista anche una palestra omologata CONI, che però sarebbe la terza nel raggio di poche centinaia di metri, accanto a quelle del Liceo Copernico e del nuovo Polo dinamico.

Qui la costituzione del Comitato mostra come la partecipazione concreta si realizza in risposta a problemi sentiti dai residenti che non hanno alcuna intenzione di vedersi tolto un prezioso polmone
verde in quartiere, che non accettano che un progetto nonsense metta a maggior rischio la loro salute, che vogliono più verde e più ossigeno invece che inquinamento e cemento.

Dopo aver fermato il 29 gennaio la recinzione del cantiere che avrebbe portato al taglio degli alberi e alla conseguente cementificazione del parco, un presidio permanente sta resistendo al folle progetto del Comune.

Le cittadine e i cittadini bolognesi, ne siamo certi, simpatizzano più con i ragazzi che dormono nelle casette sugli alberi che con i poliziotti con i manganelli, che l’assessore Borsari ha chiesto di mandare contro di loro per risolvere la questione.

Noi crediamo, invece, che soluzioni più civili e intelligenti siano possibili. Basta volerle!

Questa lotta, finora vincente e capace di mettere in difficoltà l’amministrazione Lepore/Clancy, non solo ha bisogno di essere sostenuta e rinforzata ma può esser un forte volano per nuove lotte estese al resto della città.

[Stay tuned per eventuali cambiamenti sul ritrovo]

il Comitato Besta”

Salviamo il Parco – Ristrutturiamo le Besta

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