INTERCLASSI, COLLEGI DOCENTI, CASE EDITRICI

INTERCLASSI, COLLEGI DOCENTI, CASE EDITRICI

UN MESE PER DIRE NO ALLE NUOVE INDICAZIONI

La bozza delle Nuove Indicazioni nazionali è uscita oltre un mese fa suscitando un ampio dibattito e forti critiche.

Come Cobas non abbiamo esitato a dichiararle inemendabili e a metterne in luce gli aspetti più regressivi. Sappiamo bene però che solo se il dibattito critico crescerà ancora, soprattutto all’interno delle scuole, avremo la possibilità di respingere questo progetto conservatore di trasformazione ideologica dell’insegnamento.

Nei prossimi giorni, vista l’adozione dei libri di testo, sono programmate nelle scuole riunioni di Interclasse (con la presenza di rappresentanti dei genitori) e Collegi dei docenti.

Tali momenti sono occasioni estremamente importanti per portare il tema delle Nuove Indicazioni nazionali in contesti collettivi di confronto. In questo modo infatti ogni docente avrà la possibilità di prendere la parola ed esprimere il proprio punto di vista, e anche genitori potranno esprimersi o venire informati su quello che sta mutando nella scuola italiana (e magari in seguito organizzarsi per prendere autonomamente posizione).

Parlare del tema nell’Interclasse è perfettamente legittimo poiché la convocazione avviene sul tema dell’adozione dei libri di testo e intervenire sui contenuti dei curricoli presenti e futuri è quindi materia all’ordine del giorno.

Per aprire la discussione ai Collegi docenti si può chiedere in forma scritta alla dirigenza di aggiungere il tema “Nuove Indicazioni nazionali” all’ordine del giorno; in caso di diniego, si possono raccogliere un terzo delle firme dei componenti del collegio. La presenza all’ordine del giorno del punto specifico permetterebbe di mettere ai voti eventuali mozioni che avrebbero evidentemente un importante valore di presa della parola. Ma anche se non si dovesse giungere all’approvazione di un parere scritto, ugualmente il semplice confronto pubblico tra colleghi, la lettura antologica delle parti più assurde o contraddittorie del testo e la circolazione delle informazioni costituiranno importanti segnali di una comunità scolastica reattiva e critica.

Per quanto riguarda i rappresentanti delle case editrici, seppure è vero che quest’anno non sono ancora in adozione testi legati alle Nuove indicazioni, è vero che si può comunicare loro la propria maturata convinzione di non adeguarsi al nuovo corso, segnalando che, tra un anno, qualora le prospettive non fossero cambiate, diverrebbe estremamente probabile la scelta di optare per un’adozione alternativa.

Di seguito un pro-memoria di alcuni aspetti tra i più discutibili delle Nuove Indicazioni Nazionali che potrebbero essere utili per formulare una mozione:

Alcuni tra gli aspetti inaccettabili delle nuove Indicazioni Nazionali:

– Hanno una forte impostazione eurocentrica (dogmaticamente centrata sulla considerazione dell’Occidente quale centro del mondo) e identitaria (che ignora le dinamiche interculturali presenti nella società e nella scuola e enfatizza il concetto di identità nazionale).
– Segnano un ritorno a un modello educativo nozionistico e mnemonico.
– Valorizzano i “talenti” individuali in chiave meritocratica e competitiva, a scapito di cooperazione, solidarietà ed eguaglianza ponendosi l’obiettivo di formare tutti, con le stesse possibilità.
– Promuovono  un’idea di libertà come semplice accettazione delle regole
– Si riferiscono alla famiglia solo al singolare, escludendo la pluralità delle realtà familiari contemporanee.
– Propongono una generica “educazione del cuore” e il sentimento dell’amore come strumenti per contrastare stereotipi e violenza di genere, ignorando l’educazione all’affettività, alla sessualità, al riconoscimento e rispetto delle differenze.
– Si caricano di lunghe liste di contenuti e di indicazioni metodologiche, fino ad apparire più simili ai vecchi Programmi prescrittivi che ad Indicazioni. con il rischio di spostare il baricentro didattico più sui contenuti che sui processi.
– Il paradigma della complessità appare rovesciato a vantaggio di un ritorno della linearità e sequenzialità dei contenuti disciplinari.
– Trascurano la funzione formativa della valutazione.
– Il curricolo di storia è carico di apologhi risorgimentali e dell’antica Roma e di richiami alla superiorità dell’Occidente e dell’identità cristiana.
– Si propone una visione della lingua legata all’identità nazionale, trascurandone la dimensione polifonica e plurale e ignorandone la varietà linguistica interna.
– In matematica scompare il riferimento al laboratorio come paradigma metodologico-didattico finalizzato alla costruzione dei significati e il ruolo dell’argomentazione.
 

Di seguito un modello di lettera ai  rappresentanti delle case editrici

Modello di lettera per i rappresentanti delle case editrici:

Gentile rappresentante, come saprà un mese e mezzo or sono sono state pubblicate dal Mim le bozze delle Nuove Indicazioni Nazionali. Personalmente sono molto preoccupato/a sia per l’impianto generale che si distacca fortemente dai principi delle Indicazioni attualmente in vigore, sia per l’articolazione di alcune discipline come storia, ma anche italiano, latino e matematica, sia infine per la pletora di contenuti che fanno somigliare il testo più a Programmi che a Indicazioni. Immagino che anche la casa editrice cui Lei fa riferimento sia già al lavoro per produrre i nuovi titoli in vista dell’avvio della riforma a settembre 2026. Proprio per questo motivo ho ritenuto utile segnalarle per tempo la profonda distanza culturale e pedagogica del mio modo di intendere l’insegnamento dallo spirito e dalla lettera di queste Nuove Indicazioni, tanto che molto probabilmente se non verranno profondamente riformulate, mi troverò costretto/a in sede di adozione dei libri di testo a scegliere testi non modificati o ad optare per l’adozione alternativa. Cordiali saluti ____________________________  

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