FONDO ESPERO A SCUOLA: come tutelarsi dal “silenzio assenso”

FONDO ESPERO A SCUOLA: come tutelarsi dal “silenzio assenso”

Come noto il 16 novembre 2023 è stato firmato l’accordo che introduce la possibilità di essere iscritt* d’ufficio al fondo Espero a scuola, tramite il truffaldino meccanismo del «silenzio-assenso». L’accordo interessa tutto il personale immesso in ruolo a partire dal 1 gennaio 2019.

Con un ritardo di quasi 10 mesi il ministero ha finalmente emanato la Nota [n. 133215 dell’11.6.2025] con cui vengono definite le modalità di adesione automatica al Fondo Pensione ESPERO che avrebbero dovuto essere attivate entro il 16 agosto 2024.

In questi 10 mesi di silenzio, disorientamento e confusione, di cui sono responsabili il Ministero e i sindacati firmatari dell’accordo, l’assenza totale di indicazioni operative ha determinato interpretazioni improvvisate da parte delle scuole e talvolta circolari incongruenti, nel tentativo di dare risposta a quanto previsto dall’accordo e rimasto senza attuazione.

Come avevamo più volte ribadito, anche sulla base delle dichiarazioni del fondo Espero, tutto ciò che è stato fatto fino ad oggi NON HA ALCUN VALORE poiché nessuno ha ancora ricevuto l’informativa prevista dall’art 4 c2 dell’accordo e le indicazioni della modalità standardizzate per dichiarare la non adesione al fondo.

Come abbiamo già segnalato non hanno valore formale neanche le dichiarazioni di non adesione che noi stess* abbiamo invitato a suo tempo a presentare al protocollo delle scuole che avevano l’obiettivo di tenere alta l’attenzione su un accordo di cui nessuno voleva parlare e di sollecitare la risposta e i chiarimenti di ESPERO in una situazione di totale assenza di indicazioni certe.

Cosa prevede dunque la nota ministeriale dell’11 giugno 2025 e quali saranno i prossimi passaggi?

Il Ministero annuncia che comunicherà alle scuole l’apertura delle funzioni SIDI in cui la segreteria registrerà la data della consegna e della presa visione dell’informativa indirizzata al personale interessato (ai sensi dell’art 4 dell’accordo). Tale informativa deve esplicitamente indicare le modalità per dichiarare la non adesione al fondo entro i 9 mesi successivi

Prima di ricevere questa informativa personale non si deve fare nulla.

A partire dalla data di registrazione dell’avvenuta consegna dell’informativa si aprirà la finestra di 9 mesi entro cui è possibile dichiarare volontariamente l’adesione/non adesione al fondo attraverso l’area Polis.

A questo punto si hanno 9 mesi per procedere alla dichiarazione di non adesione seguendo le indicazioni fornite insieme all’informativa.

Una volta inserita la propria dichiarazione di non adesione il proprio nominativo non verrà inserito nell’elenco che l’amministrazione, cioè il Ministero, invierà ad Espero iscrivendo d’ufficio al fondo per silenzio-assenso.

Scaduti i 9 mesi scatterà infatti il meccanismo dell’iscrizione per silenzio-assenso nel caso in cui non sia stata fatta la scelta di adesione/non adesione.

Nel malaugurato caso in cui ci si ritrovi iscritt* perché non si è fatta la dichiarazione di non adesione, cioè per silenzio-assenso, sarà il fondo Espero, attraverso la scuola di servizio, a comunicare alle persone interessate l’avvenuta iscrizione al fondo. Si aprirà a questo punto l’ultima finestra di 30 giorni entro la quale sarà ancora possibile esercitare il diritto di recesso attraverso il link al sito di Espero che verrà indicato.

Mantenere alta l’attenzione e parlare con colleghe e colleghi è essenziale per non rimanere impigliati nella trappola del silenzio assenso!

Perché non aderire ai Fondi Espero a scuola? Alcune buone ragioni

  • Il TFR è salario differito, cioè sono soldi del/la lavoratore/rice, messi lì da parte. Che qualcuno si arroghi il diritto di prenderseli in gestione semplicemente attraverso il silenzio del dipendente dà l’idea di un borseggio con scaltrezza. Rivendichiamo che siano lavoratrici e lavoratori a poter decidere cosa fare dei propri quattrini, con una propria esplicita scelta, non veicolata dal “silenzio”.
  • Aderire a una qualunque forma di “previdenza” complementare è una scelta individualistica che mina la solidarietà tra lavoratori e generazioni. Infatti, tutti i fondi pensione sono a capitalizzazione individuale: cioè la contribuzione di ogni singolo aderente affluisce in appositi conti individuali e la prestazione finale sarà commisurata all’entità dei versamenti effettuati e dei rendimenti ottenuti. Mentre la previdenza obbligatoria si basa invece sulla ripartizione: i contributi dei lavoratori attuali non vengono conservati su conti individuali, ma sono utilizzati per pagare le pensioni di chi ha lavorato prima di noi secondo un principio solidaristico intergenerazionale.
  • La decontribuzione a cui sono soggetti questi versamenti individuali riduce il gettito fiscale a danno di tutta la collettività, inoltre in un arco temporale di 20-30-40 anni non è garantito che questo tipo di provvedimenti fiscali siano mantenuti;
  • Aderendo ai Fondi si contribuisce alla finanziarizzazione dell’economia, che è considerata la principale responsabile delle crisi economiche che ciclicamente si ripetono a livello planetario;
  • Non abbiamo alcuna voce in capitolo sulla destinazione degli investimenti che non hanno nessuna sostenibilità ambientale o sociale, tanto è vero che la Nota informativa depositata da ESPERO presso la COVIP il 31.3.2025 riporta testualmente: «FONDO SCUOLA ESPERO. Non promuove caratteristiche ambientali e/o sociali e non ha come obiettivo investimenti sostenibili» e si conclude con un laconico «Gli investimenti sottostanti il presente prodotto finanziario non tengono conto dei criteri dell’UE per le attività economiche ecosostenibili»;

Nessuna trasparenza quindi sull’utilizzo dei fondi, affidati a banche e assicurazioni, e nessuna garanzia dunque che i nostri soldi non siano utilizzati per finanziare ad esempio il lucroso mercato degli armamenti e delle guerre anziché essere destinati alla spesa sociale;

  • Le simulazioni sui rendimenti attesi sono inattendibili. Non siamo esperti analisti finanziari ma siamo in grado di capire che le simulazioni dei soggetti promotori dei fondi e dei loro affiliati si basano su dati ipotetici, relativi alla crescita della contribuzione, tasso di inflazione e costi, che ricadono su archi temporali molto ampi e che non sono affatto dati certi. Infatti nelle Avvertenze che si possono leggere parole del genere: «Gli importi di seguito riportati sono proiezioni fondate su ipotesi di calcolo che potrebbero non trovare conferma nel corso del rapporto. In tal caso la posizione individuale effettivamente maturata e la prestazione pensionistica corrispondente risulteranno differenti da quelle riportate.

Può andar meglio che col TFR? Certo! Può andar peggio? Altrettanto certo!

  • La tutela del potere d’acquisto del tfr dovrebbe essere prioritario ma viene invece viene subordinato al rendimento aumentando il rischio. La garanzia dovrebbe innanzitutto proteggere dal rischio di inflazione. Il tfr offre questa garanzia , il fondo pensione no.
  • Aderendo ad ESPERO l’unica certezza è che non si riceverà più il TFR, cioè un accantonamento annuo che corrisponde quasi al valore di una mensilità e che ha una rivalutazione annua pari all’1,5% fisso più il 75% del tasso di inflazione.
  • La scelta di destinare il proprio TFR ai fondi pensione è irreversibile e non ammette ripensamenti.

E poi, non fa una pessima impressione ritrovare sindacalisti nelle vesti di intermediari finanziari, che concorrono alle speculazioni finanziarie, piuttosto che difendere i diritti e gli stipendi dei lavoratori, la previdenza per tutti, la sanità e la scuola pubbliche, gratuite e non regionalizzate?

Per chiarimenti e informazioni potete contattarci all’indirizzo cobasbol@gmail.com

COBAS SCUOLA BOLOGNA

Volantino

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