A scuola si studia, non si può morire per l’Alternanza Scuola Lavoro

Giuliano De Seta, 18 anni studente di Portogruaro, è morto pochi giorni fa a Noventa di Piave (VE), colpito da una lastra di metallo. Come scrivono i giornali: “era impegnato in un’esperienza sul campo che gli avrebbe permesso di acquisire i crediti per il diploma”.

Dopo Lorenzo a gennaio e Giuseppe a febbraio, quante altre morti dovranno esserci prima dell’abolizione dei PCTO (ex Alternanza Scuola Lavoro), utili solo per addestrare futuri lavoratori, che dovranno essere disponibili a lavori precari, senza diritti, sottopagati… È così, infatti, che si preparano le giovani generazioni a considerare il lavoro un’attività in cui sono diminuiti, fino a perdersi, i diritti di cittadine e cittadini, e a trasformarsi in manodopera pronta ad accettare condizioni di lavoro, contrattuali e salariali sempre più indecenti in nome della concorrenza sul mercato e dei profitti. Altri incidenti gravi, peraltro, sono accaduti a tanti studenti, tra maggio e giugno; solo per fortunose circostanze non si sono trasformati in tragedia.

Le parole di cordoglio del Ministro Bianchi, che seguono quelle dei predecessori, sono vergognose e insopportabili: noi non siamo disponibili a subire in silenzio. Ricordiamo, infatti, che l’Alternanza scuola lavoro è figlia della controriforma della scuola del governo Renzi e, di fatto, è stata accettata, nonostante le evidenti contraddizioni, e i tanti incidenti anche mortali, dalla quasi totalità delle forze politiche e sindacali. Ancora, quello che accade con l’Alternanza è purtroppo coerente con le morti (omicidi) quotidiane provocate da incuria, non rispetto delle norme di sicurezza, orari troppo lunghi e ricatti occupazionali soprattutto nel settore degli appalti.

A gennaio 2022, dopo la morte di Lorenzo, abbiamo scioperato insieme con gli studenti. Alcuni cortei hanno subito le cariche delle forze dell’ordine e molti studenti sono ancora oggi sottoposti a ingiusti provvedimenti giudiziari. Occorre una mobilitazione generale per la sicurezza e contro gli “incidenti” e le morti sul lavoro, piaga che si intreccia con la profonda crisi economico-sociale; va rafforzato il controllo pubblico nelle fabbriche e su tutti i luoghi di lavoro, vanno perseguiti penalmente gli omicidi da lavoro.Non vogliamo altri incidenti, basta con i PCTO, fermiamo i procedimenti contro gli studenti.

Esecutivo Nazionale COBAS Scuola

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