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Assemblea sindacale per tutti gli ordini di scuola 26 novembre 2020

I COBAS Comitati di Base della Scuola indicono per GIOVEDI’ 26 NOVEMBRE ASSEMBLEA SINDACALE per i/le Docenti di tutte le scuole

L’assemblea si terrà in modalità videoconferenza su gotomeeting. Per collegarsi seguire le indicazioni sottoriportate (è possibile da cellulare, da web o scaricando l’app) ai link:

Assemblea Scuola Bologna

Partecipa alla mia riunione da computer, tablet o smartphone.

https://global.gotomeeting.com/join/707774397

Puoi accedere anche tramite telefono.Stati Uniti:+1 (872) 240-3212

Codice accesso: 707-774-397

È la prima volta che usi GoToMeeting?  Scarica subito l’app e preparati all’inizio della tua prima riunione:https://global.gotomeeting.com/install/707774397

Al fine di favorire al massimo la partecipazione dei/delle docenti interessati/e, l’assemblea si svolgerà su due turni:

ore 12.00 –14.00 (comunque le ultime due ore)

ore 17.30 –19.30

Si discuterà del seguente ODG

  • Il piano per la DDI
  • Il nuovo contratto integrativo
  • La situazione degli/delle insegnanti precari/ie

l concorso dei misteri – un reading sull’abuso dell’arzigogolamento nella gestione della scuola

Perché indire un concorso in presenza mentre al contempo si intima la gente a chiudersi in casa per evitare l’espansione dell’epidemia?

Perché chi ha la sfortuna di finire in quarantena deve essere escluso dal concorso a causa dell’assenza di una prova suppletiva?

Perché indire un concorso in presenza, quando è tranquillamente possibile assumere con un concorso per titoli ed anni di servizio? In generale, perché chi lavora nella scuola da più di tre anni non può essere assunto?

Perché bandire un concorso ordinario e uno straordinario per 80mila posti, quando i posti da coprire sono più di 200mila?

Perché un concorso della scuola deve essere un evento fiabesco e fantasmagorico e non può avere cadenza fissa?

Perché nel periodo più delirante dell’anno più delirante degli ultimi deliranti anni dobbiamo rincorrere questi interrogativi?

Questi sono i principali – non gli unici, sia chiaro- misteri che aleggiano nel mondo della scuola in questo periodo. Una scuola che è non-iniziata il 14 settembre, dove classi di 25 individui sono mandate in quarantena a fasi alterne. Come ampiamente previsto e prevedibile.

Ma d’altronde “perché non si investe nella scuola?” è il più grande dei misteri.

Per provare a dare una spiegazione a queste domande proponiamo il reading di alcuni estratti da “Misteri dei Ministeri”, di Augusto Frassineti, che nel 1952 si interrogava su come il potere della ministeriali giocava con le vite delle persone.

L’evento avrà luogo davanti all’Ufficio Scolastico Provinciale, luogo simbolo del Ministero dell’Istruzione. Luogo da cui, con opportuna lentezza, sono state effettuate le prime non-convocazioni di quest’anno. Una brillante invenzione che ha portato ad un inizio dell’anno scolastico senza insegnanti.

Ci vediamo davanti all’ufficio scolastico provinciale alle 18 di Mercoledì 14 Ottobre.

Per partecipare all’evento, mano alla mascherina, occhio al distanziamento e attent* all’oscurità: non si sa mai quali altri misteri questa classe dirigente è ancora in grado di celare.

Rete Bessa

Coordinamento Precari/ie della scuola di Bologna e Modena

Cobas Scuola Bologna

I COBAS ADERISCONO E PROMUOVONO LA MANIFESTAZIONE NAZIONALE A ROMA INDETTA DA PRIORITÀ ALLA SCUOLA SABATO 26 SETTEMBRE ALLE ORE 15.30 A PIAZZA DEL POPOLO

IL PULLMAN SARA’ GRATUITO E PARTIRA’ ALLE ORE 8.45 DALL’AUTOSTAZIONE DI BOLOGNA.

Per prenotare ci sono tre possibilità:

  • 1. compilare il seguente modulo
  • 2. scrivere a cobasbol@gmail.comindicando nome cognome indirizzo mail e recapito telefonico
  • 3. inviare un messaggio whatsapp al 347.284.3345 indicando nome cognome indirizzo mail e anche il recapito telefonico. 
Prenota il tuo posto in autobus cliccando qui

E’ IMPORTANTE CHE ANCHE CHI NON POTRA’ PARTIRE SOSTENGA ATTIVAMENTE IL MOVIMENTO DI LOTTA PER UNA SCUOLA DIVERSA DANDO IL SUO CONTRIBUTO AL CROWDFUNDING PER COPRIRE LE SPESE DI VIAGGIO E CONSENTIRE COSI’ LA MASSIMA PARTECIPAZIONE .

https://buonacausa.org/cause/prioritaallascuola

Partecipa al crowdfunding cliccando qui

Le scuole finalmente riaprono dopo più di 6 mesi di interruzione forzata senza che nessuna delle criticità che abbiamo evidenziato nei mesi sia stata affrontata con adeguati interventi strutturali. Ci troviamo in un quadro di incertezza e precarietà che è il risultato ampiamente prevedibile della scelta politica di non investire nella riorganizzazione del sistema scolastico: aumento smisurato del precariato e peggioramento delle condizioni lavorative dei supplenti, convocazioni tardive e mancanza del personale per garantire l’avvio del regolare svolgimento delle lezioni, tempi scuola ridotti, spazi insufficienti e conseguente ricorso alla nefasta didattica a distanza, permanenza e addirittura in alcuni casi incremento delle classi pollaio, mancanza di presidi sanitari all’interno della scuola, inadeguato potenziamento dei trasporti.

LA SCUOLA CHE RIAPRE NON È IL LUOGO MIGLIORE, PIÙ ACCOGLIENTE, PIÙ INCLUSIVO E PIÙ SICURO PER TUTT* CHE CHIEDIAMO DA MESI. PER QUESTO INVITIAMO A UNA NUOVA MOBILITAZIONE, PERCHÉ SI TORNI A INVESTIRE NELLA SCUOLA PUBBLICA, AFFINCHÉ LA SCUOLA POSSA RICOPRIRE QUEL RUOLO CENTRALE CHE RITENIAMO OGGI SEMPRE PIÙ NECESSARIO.

CHIEDIAMO CHE:

• una parte cospicua dei fondi del Recovery Fund venga destinata alla scuola per l’emergenza;

• ci siano investimenti strutturali definitivi in termini di percentuale del PIL investito per scuola e ricerca, così da raggiungere la media Europea (5%) e scalare l’ultimo posto in Europa per abbandono e dispersione scolastica che occupiamo;

• gli investimenti nell’edilizia scolastica pubblica riguardino il recupero e la manutenzione di edifici fatiscenti come anche la riapertura delle scuole dismesse nelle aree interne nelle periferie e nell’acquisizione per un uso scolastico del considerevole patrimonio immobiliare pubblico dello Stato e degli enti locali attualmente inutilizzato;

• ci sia una riduzione drastica e definitiva di precariato nella scuola, il miglioramento delle condizioni lavorative nelle scuole, maggiori tutele ai lavorat* fragili nella fase emergenziale, riduzione strutturale del numero di alunn* per classe e maggiori assunzioni;

• si avvii un processo per costruire un sistema pubblico dedicato a bambin* 0-6 anni, con una riflessione rispetto a chi lavora in quel settore, spesso con condizioni contrattuali disastrose;

• sia riattivata la medicina scolastica come pratica di cultura della Salute collettiva anche attraverso la riapertura in ogni Istituto della sala medica con personale adeguato.

Clicca qui per visitare la pagina facebook di Priorità alla Scuola Bologna

S.O.S. SCUOLA

Il 14 settembre, nella maggior parte delle scuole, si tornerà in classe.  Governo e ministra Azzolina hanno fatto di tutto per rassicurare sul regolare avvio del nuovo anno scolastico che, al contrario, si riaprirà nella totale incertezza sia dal punto di vista didattico che sanitario.
Cosa ha fatto il governo, dallo scorso mese di marzo, per evitare di trovarci oggi in una tale situazione?
Pur consapevoli dei problemi endemici che caratterizzano la scuola italiana, riteniamo che il governo abbia fatto poco e male.

Le ventilate 84.000 assunzioni sono ancora di là da venire e l’anno scolastico si riaprirà con un numero mai visto di docenti precari in cattedra. A ciò si aggiunga il pasticcio delle GPS (Graduatorie Provinciali per le Supplenze) che sono state pubblicate in modo definitivo con molteplici errori. Oggi più che mai è necessario stabilizzare il personale precario e dare il via ad immediate assunzioni.
Ma non finisce qui: i ruoli assegnati pochi giorni fa sono a rischio a causa della mancata pubblicazione dell’ordinanza ministeriale in deroga al decreto della scuola del 6 giugno 2020.
Inoltre è particolarmente scandalosa la formula “usa e getta” con cui saranno assunti i 50mila lavoratori del cosiddetto “organico COVID”: licenziabili in tronco in caso di nuova sospensione delle lezioni in presenza.
Per quanto riguarda i “lavoratori fragili”, il Ministero dell’Istruzione, solo a 3 giorni dall’inizio della scuola, ha dato una serie di farraginose e limitate disposizione in merito. Invece, sarebbe opportuno che, a domanda volontaria, coloro che sono vicini alla pensione debbano essere messi in quiescenza, senza perdere nessun diritto economico (lo stesso va fatto per tutti i lavoratori cosiddetti “non idonei per motivi di salute”). Per gli altri, perdurando la pandemia, vanno semplicemente garantite le sostituzioni temporanee. Ribadiamo la necessità di riaprire le scuole, senza rinunciare alla sicurezza per studenti e lavoratori.

Le classi pollaio non sono affatto diminuite, anzi! La distanza di un metro boccale di fatto consente di avere nelle aule molte/i più alunne/i di quanto previsto con la normativa vigente. Chiediamo una immediata riduzione del numero di alunne/i per classe: 15 come tetto massimo!

Ed ancora denunciamo che anche quest’anno molti alunni disabili non avranno fin dal primo giorno insegnanti di sostegno, né assistenti.

Infine, ci preoccupano non poco le soluzioni adottate rispetto al trasporto pubblico. Invece di potenziarlo, come si sarebbe dovuto fare, si è scelto di affollare i mezzi utilizzati, rinunciando, di fatto, a quelle forme di distanziamento fisico individuate per la scuola.

Con questi presupposti, molte scuole il 14 settembre saranno costrette a riaprire con orario ridotto e provvisorio, altre non riusciranno a garantire lezioni in presenza e in sicurezza. Inconcepibile ci appare tale ritardo, dato il lungo periodo in cui le scuole sono state chiuse.
È assolutamente necessario che il Governo, anziché continuare con la propaganda, intervenga immediatamente.


Sabato 26 Settembre alle 15.30 a Roma, Piazza del popolo, saremo in piazza insieme al movimento Priorità alla scuola. 

Per info e prenotazioni: cobasbol@gmail.com

Cobas scuola

26.9 MANIFESTAZIONE NAZIONALE “PRIORITÀ ALLA SCUOLA”

Il governo non ha messo in sicurezza le scuole

Il 26 settembre docenti ed ATA, genitori e studenti

in piazza a Roma – ore 15.00 piazza del Popolo

Il nuovo anno scolastico che sta per iniziare vede Ministero e Governo totalmente impreparati. Le condizioni materiali delle scuole sono sostanzialmente rimaste uguali al periodo precedente la pandemia, gli stessi nuovi arredi (banchi monoposto) arriveranno, forse, entro il mese di ottobre. I criteri di formazione delle classi sono rimasti invariati, con il paradosso dell’aumento delle classi pollaio per la mancanza di “ripetenti” in particolare nelle prime superiori, l’assunzione di nuovo personale docente e ATA non supererà, nella migliore delle ipotesi, le 40.000 unità, a fronte di un fabbisogno reale (nelle valutazioni più contenute) almeno quadruplo. È particolarmente scandalosa la formula “usa e getta” con cui saranno assunti 50mila lavoratori licenziabili in tronco in caso di nuova sospensione. È evidente che così non potranno essere garantite né la sicurezza, né il diritto allo studio con la didattica che non può che essere “in presenza”, dato che la scuola ha bisogno di relazioni sia emotive che cognitive. Occorre un cambio di passo immediato, innanzitutto attraverso stanziamenti significativi (almeno 20 miliardi di euro) perché dal corretto funzionamento della scuola dipende il futuro del Paese. Nella definizione degli organici di fatto occorre ridurre a 15 il numero di alunni per classe, con conseguente assunzione di personale e individuazione di locali adeguati, recuperando, innanzitutto, parte dell’enorme patrimonio immobiliare sfitto. Va garantito in ogni locale scolastico il distanziamento fisico necessario, senza eccezioni che, in queste condizioni, rischierebbero di diventare “norma”. In ogni scuola deve essere presente un medicoscolastico, una presenza che, al di là del Covid, dovrebbe comunque essere costante, per stimolare comportamenti e conoscenze utili in un’ottica più generale di prevenzione. Per quanto riguarda i cosiddetti lavoratori fragili, su domanda individuale, coloro che sono vicini alla pensione devono essere messi in quiescenza, senza perdere nessun diritto economico (lo stesso va fatto per i lavoratori cosiddetti “non idonei per motivi di salute”). Per gli altri, perdurando la pandemia, vanno semplicemente garantite le sostituzioni temporanee.

Come ha scritto il CSPI, riproporre forme di Didattica a Distanza impoverisce la programmazione didattico-educativa, per cui invitiamo il Ministero ad abbandonare la prospettiva della c.d. didattica integrata, per rilanciare una scuola capace di fornire strumenti cognitivi e sviluppare capacità critiche e autonomia negli studenti. Allo stesso tempo, va ribadita la libertà di insegnamento e vanno rispettate le norme contrattuali vigenti. Docenti e ATA, che hanno profuso un impegno straordinario durante il lockdown, devono vedere rispettate professionalità e diritti. Innanzitutto va evitato, come vorrebbe fare in modo illegittimo con una semplice nota ministeriale il governo nel caso di PIA e PAI (cioè i cosiddetti recuperi, individuali e collettivi), di instaurare il principio del lavoro coatto e gratuito, in evidente contrasto con il CCNL e anche con le stesse previsioni legislative.

Nel Paese, attraverso incontri e mobilitazioni, è cresciuta un’alleanza fra lavoratori della scuola, genitori e studenti, che vogliono rilanciare l’istruzione pubblica statale. Grazie anche alle sollecitazioni di Priorità alla Scuola, in questi mesi, in molti hanno manifestato per dire “Basta DAD” in mobilitazioni di cui i Cobas Scuola sono stati co-promotori. Di fronte ad una riapertura senza sicurezza e ancora con la DAD, i Cobas, insieme a Priorità alla Scuola ed altri soggetti, indicono una manifestazione nazionale per il 26 settembre in piazza del Popolo a Roma per imporre al governo un profondo cambiamento di rotta, un’altra agenda, altre priorità, affinché il diritto allo studio possa essere veramente tale.

Esecutivo nazionale COBAS Scuola

1 settembre 2020

Corteo Regionale: vogliamo salute, soldi e diritti

I Cobas di Bologna aderiscono all’appello per una convergenza cittadina e regionale delle diverse realtà del sindacalismo di base per far fronte alle politiche di gestione della crisi che stanno iniziando a prendere forma in queste settimane. La data del 20 giugno può rappresentare l’inizio di un percorso di confronto e di riflessione che riteniamo necessario per far fronte a una situazione che si annuncia drammatica e senza precedenti, costringendo tutte e tutti a ripensare le forme e gli obiettivi della propria azione politica e sindacale

BOLOGNA 20 giugno 2020

piazza XX Settembre ore 16.30

Corteo Regionale: vogliamo salute, soldi e diritti!

Appello per una convergenza cittadina e regionale dei percorsi di lotta “Per un nuovo futuro.

Vogliamo salute, soldi e diritti”

Il tempo pandemico che stiamo vivendo ha messo in luce una serie di elementi che prima di questa crisi erano spesso oscurati dal riprodursi della “normalità”. Abbiamo visto come decenni di tagli alla sanità dei governi di destra e di sinistra abbiano minato le basi per la possibilità della salute pubblica. Abbiamo visto come il padronato non abbia nessuna esitazione nello scegliere il profitto a discapito della salute di chi lavora. Abbiamo visto quanto sia centrale il lavoro riproduttivo e quanto molti lavori “essenziali” siano garantiti con salari miseri, precarietà, assenza di diritti e tutele. Abbiamo visto la centralità del lavoro produttivo, costretto al ricatto lavoro/salute e la brutalità dello sfruttamento del lavoro migrante. Abbiamo visto aumentare le disuguaglianze sociali, i ricchi arricchirsi, i ceti medi e le classi popolari in caduta libera verso la povertà assoluta. Abbiamo visto grandi multinazionali come Amazon o FCA accumulare profitti volando rapaci sui nostri territori con la prepotenza dei predatori. Abbiamo visto i politici capaci solo di proclami mentre stiamo andando verso una nuova grande crisi globale – quella finanziaria del 2008, in confronto, era solo una piccola cosa rispetto a quanto potrebbe ora accadere.

In queste settimane abbiamo visto nascere espressioni di resistenza collettiva, di lotta, di mobilitazione. Scioperi, astensioni dal lavoro a tutela della salute, rivolte delle carceri, lotte per accedere al reddito, scioperi degli affitti, una miriade di forme di solidarietà e di mutualismo nei quartieri e nei caseggiati; tutte azioni che abbiamo organizzato, sostenuto e attraversato.

Pensiamo che in questa crisi drammatica le classi dirigenti abbiano già deciso che sistema di welfare e modello di sviluppo non devono subire alcuna significativa né radicale inversione di tendenza, di cui invece abbiamo assoluta necessità e bisogno.
Va in questa direzione la gestione politica dell’emergenza e soprattutto della transizione targata Bonaccini, che rappresenta un modello per la gestione capitalistica dell’era pandemica, imperniata su un sistema economico produttivista, inquinante e neocorporativo, su un welfare differenziale e sussidiario, su una sanità ancora pienamente fonte di profitto privato.

Bisogna allora organizzarsi in fretta per contrastare questi tentativi, e per cambiare finalmente rotta. Il lavoro è sempre più massacrato, la salute sempre meno tutelata, il modo di produrre distrugge il Pianeta, le ingiustizie sociali aumentano vorticosamente e la cultura patriarcale e razzista è sempre più violenta. Per questo, non è sufficiente affermare che “non vogliamo pagare noi questa crisi”, ma soprattutto – riprendendo uno slogan del movimento migrante – che ‘We are not going back’, non vogliamo tornare indietro! Perché se il tempo presente è quello della ricostruzione dell’economia, della democrazia, della società per noi deve rappresentare un campo di contesa dove vogliamo batterci per costruire un nuovo futuro.

La crisi devono pagarla Confindustria, le grandi multinazionali, i politici e gli imprenditori dei tagli e privatizzazioni alla sanità, delle guerre permanenti, del cemento e della distruzione dei territori. Dobbiamo respingere l’idea di un welfare fatto di elemosine “una tantum” per imporre la necessità di misure universalistiche in grado di essere dispositivi di liberazione da precarietà, sfruttamento, ricatti, impoverimento. Ribadire il no a sanatorie-truffa che mercificano i corpi migranti, perché nessun uomo e nessuna donna è illegale. Mettere in comune le lotte per il salario, per il reddito, per il welfare e praticare un vero e proprio cambio di paradigma che rovesci quello attuale e quello che si prospetta, riconoscendo pienamente il valore del lavoro sociale e riproduttivo.

In questa direzione a Bologna e in regione è iniziato nel mese di maggio un percorso di mobilitazione che ha visto sinora far visita alla Regione Emilia Romagna e all’INPS e a mobilitarsi il 30 maggio. Una convergenza di sindacalismo e realtà sociali che sta svolgendo sui posti di lavoro e nei quartieri tante iniziative di lotta e solidarietà e che nelle prossime settimane continuerà a mobilitarsi come nelle date del 2 giugno e alle manifestazioni del 6 giugno.

Nella direzione del costruire una nuova forza collettiva, eterogenea, estesa e che sia in grado di essere all’altezza del momento storico che stiamo vivendo lanciamo pubblicamente una manifestazione regionale a Bologna sabato 20 giugno “per un nuovo futuro di salute, reddito e diritti per tutte e tutti!

Primi firmatari:

ADL Cobas Emilia-Romagna
SGB Emilia-Romagna
Si Cobas
Cobas Bologna

Lab. Crash
Tpo
Làbas
Rent strike Bologna
Campagna Reddito di quarantena E.R.
Unione Inquilini Bologna
Associazione Bianca Guidetti Serra
Collettivo Salute per Tutte/i
Laboratorio AQ16
Città Migrante
Casa Bettola
Social Log
CUA Bologna
Casa Madiba Network
Vag61
RUB – Riders Union Bologna
Il Forum per il diritto alla salute – Emilia Romagna
Fronte della Gioventù Comunista – FGC Bologna

La scuola in piazza. Non c’è sicurezza senza risorse

Vogliamo riaprire le scuole alla didattica in presenza, alla vita sociale e affettiva di bambin* e ragazz* che in questi mesi sono stati abbandonat* a se stess*, tutelando la salute di tutta la comunità scolastica.
Un piano straordinario per la scuola è urgente, necessario e giusto.

Come è possibile che lo Stato destini decine di miliardi alle imprese private e riservi alla scuola pubblica solamente 1 miliardo e mezzo per due anni?

Gli stanziamenti sono del tutto insufficienti e laddove sarebbe necessario investire in spazi adeguati, incremento massiccio dell’organico e misure di prevenzione, ci si preoccupa di “device” e connettività.

Per questo le misure presentate in questi giorni non offrono alcuna certezza sui modi della riapertura a settembre.
E’ verosimile immaginare che, senza gli interventi urgenti appena menzionati, al primo allarme bambin*, adolescenti e insegnanti saranno di nuovo rispediti a casa.

In questi ultimi giorni inoltre:

  • è scomparso ogni riferimento al reperimento di risorse straordinarie per la scuola pubblica;
  • vengono proposte riduzioni del tempo scuola;
  • si lascia via libera al fai-da-te delle singole istituzioni e all’arbitrarietà dei singoli dirigenti di decidere turnazioni/alternanze e utilizzo di didattica a distanza (già dalla scuola media! E nonostante il disastro didattico e relazionale che abbiamo vissuto in questi mesi).

Di fronte a un probabile naufragio si spinge sul “si salvi chi può”, si rinuncia così all’idea di un diritto garantito a tutti allo stesso modo.

E ancora:

  • si propone l’esternalizzazione della scuola pubblica mediante ricorso a cooperative o volontariato;
  • non si capisce come si vogliano superare le classi-pollaio;
  • è stata bloccata la stabilizzazione dei/delle docenti precari/ie che da anni lavorano nelle scuole, con il risultato di avere in previsione oltre 200.000 precari in servizio a Settembre.

Tutto ciò è pericoloso non solo per la ripresa a settembre, ma anche (e soprattutto) per il futuro della scuola pubblica.
Questi disordinati brandelli di un’ipotetica soluzione prefigurano in realtà una pericolosa destrutturazione della scuola pubblica che non ha precedenti.

Pochissimi, tra i fondi ingenti che si stanno stanziando per uscire dall’emergenza creata dal Covid 19, sono destinati all’istruzione e all’educazione.

Di fronte a questo scenario ribadiamo: Priorità alla scuola!

L’istruzione e la sicurezza sono diritti.

Genitori, student*, insegnanti, personale ATA, educatrici ed educatori: di nuovo insieme, di nuovo in piazza.

Appuntamento sabato 6 giugno, alle 16, ai Giardini Margherita (Piazzale Jacchia).

Firma (in aggiornamento):

CESP Centro studi per la scuola pubblica
Cinnica
Cobas Scuola
Coordinamento precari/ie della scuola Bologna e Modena
Rete Bessa
SGB – Sindacato Generale di Base

Per info e adesioni           

6giugno_scuola@libero.it

347.284.3345

340.463.0240

348.919.6123

Mostra fotografica il porrajmos: lo sterminio dimenticato dei Romanì

CESP – Centro Studi per la Scuola Pubblica Bologna COMUNIMAPPE- Libera Comune Università Pluriversità Bolognina

20 gennaio – 10 febbraio 2018  presso l’I.C.1 “G. Dozza” via De Carolis 23 – Bologna, Aula magna

a cura di Raffaele Petrone, Gabriele Roccheggiani, Matteo Vescovi
La mostra si potrà visitare ogni giorno, dalle 9 alle 13, su prenotazione delle classi di primaria e secondaria di primo grado. 
Informazioni e prenotazioni: comunimappe@gmail.com – cespbo@gmail.com



MOSTRA FOTOGRAFICA E LABORATORIO DIDATTICO
per le classi di scuola secondaria di I grado e le classi quinte della scuola primaria

26 FEBBR. – 8 MARZO 2018I.C. di Crespellanoscuola media F. Malaguti,  
Informazioni 


12 MARZO – 16 MARZO 2018I.C. 3 Lame di Bologna
scuola media Salvo D’Acquisto
via della Beverara 188  

CESP – Centro Studi Scuola Pubblica: cespbo@gmail.comwww.cespbo.it

COMUNIMAPPE – Libera Comuni Pluriversità Bolognina: http://comunimappe.blogspot.it/

Assemblea sindacale del personale della scuola di Bologna e Provincia

COSA FARE NELLA FASE FINALE DI QUESTO ANNO SCOLASTICO E PER L’AVVIO DEL PROSSIMO

giovedì 14 maggio 2020 dalle 16 alle 18, in videoconferenza. Per iscriversi vai al link o su www.cobasbologna.it

La chiusura delle scuole su tutto il territorio nazionale dal 4 marzo è stata affrontata con generosità e inventiva da parte del personale della scuola e con una forte confusione da parte del Ministero.

Un Ministero apparentemente più interessato a  iniziative propagandistiche che ad affrontare i tanti nodi problematici relativi alla conclusione dell’anno scolastico e, soprattutto, all’apertura del prossimo. 

I Cobas Scuola Bologna lanciano quindi un’assemblea per riprendere assieme un dialogo tra i lavoratori della scuola sulle seguenti tematiche:

  • L’esperienza della didattica a distanza
  • gli organi collegiali e la valutazione
  • lo svolgimento degli esami conclusivi
  • la riapertura delle scuole in sicurezza.

L’assemblea è aperta anche a genitori, studenti, studentesse e tutti/e coloro che volessero partecipare.