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I COBAS – Comitati di Base della Scuola di Bologna indicono ULTERIORI ASSEMBLEE SINDACALI per Docenti e ATA di tutti gli istituti scolastici con il seguente ordine del giorno:
L’attuale situazione nelle scuole e il rinnovo del contratto;
11 ottobre 2021: SCIOPERO GENERALE di tutto il sindacalismo di base.
Mercoledì 6 ottobre 2021 dalle 15 alle 17 presso IIS “Aldini Valeriani” Via Bassanelli 9/11 BO
Giovedì 7 ottobre 2021 1°turno dalle 8 alle 10 presso IIS “Belluzzi Fioravanti” Via Cassini 3 BO
Giovedì 7 ottobre 2021 2°turno dalle 12 alle 14 presso IIS “Belluzzi Fioravanti” Via Cassini 3 BO
Ogni dipendente interessato/a può scegliere a quale delle assemblee partecipare (una sola assemblea), le diverse modalità (a distanza e in presenza), sedi ed orari sono allo scopo di permettere maggiori opportunità di partecipazione. Per partecipare alle assemblee in presenza, che si svolgeranno all’interno delle scuole, sarà richiesto il green pass.
I COBAS indicono il 20 settembre, insieme a Priorità alla scuola, sit-in e presidi in varie città per:
la riduzione del numero degli alunni per classe (massimo 20; 15 in presenza di alunni diversamente abili);
l’assunzione di tutti i docenti con 3 anni di servizio e degli Ata con 2; l’abbandono dell’algoritmo per assunzioni e supplenze con convocazioni in presenza; la revisione dei criteri per l’organico Ata (aumento continuo delle competenze richieste agli amministrativi; spazi da gestire e numero di esonerati dalle pulizie per i collaboratori; estensione dei laboratori informatici al primo ciclo per i tecnici);
investimenti massicci nell’edilizia scolastica e nel trasporto pubblico, con interventi sia immediati che di lungo periodo, per garantire effettivamente la scuola in presenza e in sicurezza;
il rinnovo del CCNL, scaduto da 3 anni, con un significativo recupero per tutti del potere d’acquisto degli stipendi, calato del 20 % negli ultimi decenni; il ruolo unico per i docenti di ogni ordine di scuola;
dire NO alla didattica delle competenze addestrative (che ha prodotto solo analfabetismo cognitivo) e per una nuova scuola che punti allo sviluppo degli strumenti cognitivi;
dire SI alla campagna di vaccinazione volontaria e NO al green pass a scuola con sanzioni incostituzionali; chiedere tamponi salivari gratuiti e con efficacia settimanale per chi non può o non vuole vaccinarsi; presidi sanitari nelle scuole per valutare l’andamento della pandemia e tutelare la salute di lavoratori e studenti;
dire NO ai tentativi di rendere strutturale il ricorso alla DAD e per l’uso nelle scuole di piattaforme digitali pubbliche e gratuite.
I COBAS e Priorità alla Scuola saranno in piazza a ROMA al Ministero Istruzione, V.le Trastevere (h.15.30), FIRENZE P. Signoria (h.17.30), PISA P. XX settembre (h.16.30), LUCCA P. Guidiccioni (h.17), UDINE P. Matteotti (h.18), BOLOGNA USR via dei Castagnoli (h.18), PADOVA Listòn, v. VIII febbraio (h.18.30), MILANO P. Castello (h.18), BARI scuola Del Prete (h. e USR (h.17), ANCONA Regione Marche, Via Tiziano (h.16), TRIESTE P. Unità d’Italia (h.17.30), VENEZIA USR v. Forte Marghera (h.15.30), NAPOLI P.del Gesu’ (h.12 e h.18), GROSSETO P. Socci (h. 17.30), SALERNO P. Amendola (h.17), GENOVA P. De Ferrari (h.18). I luoghi e gli orari di altre iniziative cittadine verranno comunicati a breve. COBAS – Comitati di base della Scuola
Oggetto:Petizione popolare, ai sensi dell’art. 16, c. 1 dello Statuto regionale e dell’art. 121 del Regolamento dell’Assemblea legislativa dell’Emilia Romagna per la revoca della Risoluzione dell’Assemblea ogg. n. 7158 del 18.10.2018 e di ogni relativo mandato per l’acquisizione alla Regione Emilia-Romagna di ulteriori forme e condizioni di autonomia ai sensi dell’articolo 116, c.3, della Costituzione, interrompendo le relative negoziazioni con il Governo statale al fine di ulteriori prerogative legislative.
Lo scrivente Comitato regionale, in pieno accordo con quello nazionale, ritiene la Risoluzione regionale in oggetto portatrice di enormi rischi di profonde diseguaglianze nei diritti e negli interessi dei cittadini tutti ed un vulnus all’unità nazionale come conseguenza dell’introduzione nell’ordinamento di ulteriore autonomia e competenze alle Regioni.
L’introduzione nell’ordinamento di ulteriore autonomia e competenze alle Regioni su materie di determinante interesse nazionale -comprese nell’art. 117 Cost. riformato con L cost. 3/2001- comporterebbe un elevato rischio di profonde disuguaglianze nei diritti e negli interessi dei cittadini tutti e, ripetiamo, un vulnus all’unità nazionale, oltretutto difficilissime da rimuovere comportando, grazie al relativo accordo siglato con il governo, l’esclusione della potestà legislativa centrale e delle sue facoltà di garantire sia l’unità nazionale che l’uguaglianza nei diritti e nei doveri di tutti i cittadini italiani come stabiliscono i primi 12 articoli della Costituzione.
Si darebbe inizio e legittimazione ad un pericoloso processo disgregativo della Nazione da parte delle Regioni richiedenti, tra cui anche l’Emilia-Romagna attraverso la Risoluzione oggetto della Petizione Popolare, e del tutto inevitabile qualora il perseguimento dell’interesse territoriale non tenesse più conto della complessità dell’insieme su questioni vitali per la comunità statuale. Tutela della salute, scuola (istruzione e formazione), infrastrutture e trasporti, tutela dell’ambiente, protezione civile, beni e attività culturali, organizzazione della giustizia di pace, partecipazione alla formazione ed all’attuazione del diritto dell’UE, coordinamento della finanza pubblica: tutte queste nodali materie non possono e non devono essere sottratte alla potestà legislativa dello Stato (in concorrenza con le Regioni), unico soggetto istituzionale in grado di garantire uniformità di diritti in tutto il paese ed assicurare omogenea distribuzione di risorse ed iniziative necessarie per rimuovere le disuguaglianze che caratterizzano i diversi territori regionali.
Ciò impone un deciso ripensamento di quanto rivendicato dalla regione Emilia Romagna in sintonia -con sfumature di scarso rilievo- con le regioni Lombardia e Veneto. Tale richiesta di ripensamento non mette e non vuole mettere in discussione la competenza legislativa attribuita alla Regione, e alle Regioni, ma pone l’accento sulla necessità che pur rimanendo ancorata all’esigenze del territorio non debba escludere la potestà legislativa centrale.
Sottraendo nella sostanza allo Stato la possibilità di legiferare in modo concorrente, verrebbe vanificata e diverrebbe inattuabile la disposizione dell’art.3, comma 2 Costituzione che indica come compito primario della REPUBBLICA . e non di altri soggetti, quello di “rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana…”
E’ illusorio pensare che una maggiore autonomia legislativa sulle materie nodali elencate sopra possa garantire solidarietà: il procedimento legislativo previsto nell’art.116, comma 3 riformato nel 2001, introducendo infatti la possibilità per le Regioni di richiedere“ulteriori forme e condizioni di autonomia”prevede che vengano attribuite“con legge approvata dalle Camere con maggioranza assoluta dei componenti, sulla base di intesa tra lo Stato e la Regione interessata”. Proprio l’eccezionale maggioranza richiesta per l’approvazione dell’intesa, peraltro in vista della riduzione del numero dei parlamentari, vanifica la possibilità che una legge-quadro nazionale possa garantire il diritto minimo all’uguaglianza tra cittadini, introducendo e “garantendo” invece sicura disuguaglianza tra Regioni con ulteriore sfasatura tra Sud e Nord con pesanti ricadute sull’organizzazione e l’erogazione di servizi alle persone.
Dall’evidenza drammatica dell’attuale contesto in cui imperversa una grave pandemia emerge quanto le regioni procedano in ordine sparso ed il loro agire appare spesso motivato da sole esigenze di contrapposizione con il Governo della Repubblica. Il risultato conseguente è quello di confusione e contraddittorietà delle disposizioni, scarsa comprensione da parte dei cittadini, disordine e spesso sperpero nell’utilizzazione delle risorse pur scarse.
Altresì emerge prepotentemente già nel contesto citato un’ulteriore forzatura dell’ordinamento istituzionale con la Conferenza Stato-Regioni che sta assumendo il ruolo improprio di camera di contrattazione in grado di condizionare ed impedire scelte di Governo arrivando, addirittura, alla richiesta di introdurre in Costituzione la Conferenza delle Regioni, sbilanciando così e svuotando di potere il Parlamento, unico luogo preposto al confronto politico ed alla ricerca di una sintesi nell’interesse generale.
E’ necessario, con il ritiro della risoluzione che si chiede con la petizione popolare, un atto politico forte di discontinuità della nostra Assemblea Regionale, di significato nazionale, che prenda atto che Covid-19 ha dimostrato come sia dannoso l’impianto politico e tecnico delle richieste di autonomia differenziata, come sia necessario il ritiro del “ DdL Boccia “ e sottolinei l’esigenza di una moratoria politica sul 3° comma art. 116 e che, l’eventuale confronto auspicato, questa volta unilateralmente dal Presidente della Giunta dell’Emilia Romagna, sull’insieme del Titolo V avvenga con la partecipazione dell’Assemblea Legislativa.
Con la presente Petizione chiediamo all’Assemblea legislativa regionale, e quindi ai nostri rappresentanti sul territorio, un segnale forte di mutamento di ottica e inversione di tendenza: chiediamo di ritirare la richiesta di maggiore autonomia legislativa così riconoscendo l’imprescindibilità dell’intervento statale in concorrenza.
Nei giorni del ventesimo anniversario del G8, Genova tornerà ancora una volta al centro di iniziative e mobilitazioni, locali, nazionali e internazionali. La Rete Genova 2021 “Voi la malattia, noi la cura” (di cui i COBAS fanno parte), nel ventesimo anniversario del G8, promuove a Genova il 19 e il 20 luglio: una assemblea nazionale di convergenza dell’attivismo sociale e una assemblea internazionale, verso un autunno di mobilitazione nazionale per curare questo mondo malato. E fa appello alla partecipazione alla manifestazione di Piazza Alimonda il 20 luglio. Alla Rete aderiscono organizzazioni, reti e movimenti sociali di vecchia e nuova generazione; le principali campagne, lotte, vertenze e pratiche alternative del nostro paese; attivisti e attiviste, inclusi molti/e che erano parte del Consiglio dei Portavoce del GSF; animatori e animatrici del movimento altermondialista a Genova, dei movimenti, campagne, lotte e vertenze, pratiche alternative dell’oggi. Altre iniziative si terranno in tutta Italia da qui ai giorni di Genova, e dal 18 al 21 luglio si terrà anche un Forum a Palazzo Ducale promosso dalla rete “Genova 20 anni dopo: un altro mondo è necessario.” Nel suo appello per la mobilitazione del 19 e 20 luglio, la Rete Genova 2021: voi la malattia noi la cura dichiara:
“Venti anni fa, una straordinaria convergenza di idee, esperienze, culture e pratiche in Italia e in tutto il mondo alimentò una grande speranza di cambiamento globale. Già conteneva la previsione dello scenario a cui si andava incontro: l’insostenibilità della globalizzazione neoliberista e i suoi pesantissimi impatti sociali, economici e ambientali. Le crisi che anno dopo anno si sono succedute a ritmi sempre più preoccupanti ci hanno dato ragione- fino alla pandemia, che ha messo in luce tutti i limiti strutturali del sistema e i pericoli che esso porta con sé. Oggi, la necessità di una alternativa di sistema è ancora più evidente. Il potere economico finanziario, il sistema politico, i governi ci costringono da venti anni a fare le Cassandre: nessun passo è stato fatto verso quel mondo diverso rivendicato da un gigantesco movimento globale, nonostante la consapevolezza dei problemi sia ora molto più grande di allora. Ora un virus ha messo a nudo tutta la magnitudine del disastro – climatico, sociale, umano, di genere, ambientale, pandemico, sanitario. Un forte punto di riferimento anti-sistemico è oggi ancora più necessario. Davvero nessuno si salva da solo. Superare la frammentazione geografica e tematica, ricostruire convergenza a livello nazionale, europeo e globale per darsi forza a vicenda è oggi più che mai necessario.”
Il programma di iniziative promosse dalla Rete comprende:
ASSEMBLEA NAZIONALE, Genova 19 luglio dalle ore 14:30 alle ore 21:00 “GENOVA 2021: VOI LA MALATTIA, NOI LA CURA”.
Insieme per:
– fare memoria di un pezzo di storia importante dei movimenti sociali
– chiedere verità e giustizia, ancora negate
– affermare il diritto al dissenso, al conflitto sociale e alla difesa della spazio civico
– denunciare i rischi che le severe lezioni della pandemia vengano disperse
– rifiutare il ritorno a una normalità peggiore di prima
– impegnarsi a costruire e rendere visibile una convergenza anti-sistemica fin dall’autunno
ASSEMBLEA INTERNAZIONALE, Genova 20 luglio dalle ore 9:30 alle ore 13:30 ASSEMBLEA INTERNAZIONALE “GENOVA 2021: VOI LA MALATTIA , NOI LA CURA”
Parteciperanno attivisti e attiviste dei Forum Sociali Mondiali, continentali, regionali e nazionali di tutto il mondo, organizzazioni e movimenti protagonisti del movimento altermondialista, attori sociali di nuova generazione protagonisti delle principali lotte e pratiche per una alternativa di sistema in tutte le regioni del pianeta.
MANIFESTAZIONE A PIAZZA ALIMONDA, Genova 20 luglio ore 15:00 promossa dal Comitato Carlo Giuliani
L’appello completo, le adesioni, le iniziative locali in tutta Italia di qui a luglio, e altre iniziative promosse a Genova nei giorni del ventesimo anniversario si trovano su genova2021.blogspot.com
Manifestazioni in decine di città. A Bologna presidio di fronte all’Ufficio scolastico regionale in Via de’ Castagnoli n.1, ore 15.30
RIDURRE IL NUMERO DI ALUNNI/E PER CLASSE
ASSUMERE IMMEDIATAMENTE I/LE PRECARI/IE DELLA SCUOLA
La ministra Azzolina è entrata al MIUR affermando che avrebbe preso di petto la questione delle classi pollaio ed ha continuato a ribadire lo stesso concetto anche nel corso della pandemia. Queste sono le parole. E i fatti?
La ministra Azzolina è entrata al MIUR affermando che avrebbe preso di petto la questione delle classi pollaio ed ha continuato a ribadire lo stesso concetto anche nel corso della pandemia. Queste sono le parole. E i fatti?
I fatti ci dicono che nemmeno un euro è stato stanziato, né nel Recovery Plan né in Finanziaria, per la riduzione del numero di alunni/e per classe e il problema del sovraffollamento delle aule è letteralmente scomparso nelle recenti linee guida emanate dal MIUR.
Così le scuole, che stanno finendo di raccogliere le iscrizioni per il prossimo anno scolastico, procederanno con i soliti coefficienti a costruire le classi iniziali.
Il tutto come se non si fosse nel pieno di una pandemia globale.
Il tutto come se la pandemia non avesse mostrato la condizione disastrosa della scuola pubblica italiana.
I tagli che negli anni sono stati inflitti alla scuola pubblica, il cui esito è stato ulteriormente aggravato dalla crisi hanno comportato l’interruzione (o il forte depotenziamento attraverso la DAD) del diritto costituzionale all’istruzione per un’intera generazione, che ne sta pagando il prezzo, anche psicologicamente.
Rispetto a tutto questo, continuiamo a chiedere un punto di PIL per finanziare la scuola pubblica; chiediamo che i soldi pubblici, siano essi fondi europei o nazionali, non siano investiti ancora in digitale o in una fantomatica sinergia con le attività produttive, ma vengano utilizzati per una riduzione significativa del numero di alunni/e per classe e per il conseguente ampliamento dell’organico docente e ATA, unica risorsa per affrontare le problematiche di questo momento e del futuro; chiediamo che docenti e ATA vengano stabilizzati quanto prima.
Non vogliamo rientrare nella “scuola-miseria” che abbiamo conosciuto prima della pandemia: vogliamo una scuola pubblica sicura e di qualità, unico vero e reale deterrente a delle innovazioni che non sono altro che privatizzazioni mascherate.
Il 25 gennaio alle ore 15:30, assieme a Priorità alla scuola Bologna, saremo di fronte all’Ufficio scolastico regionale in Via de’ Castagnoli n.1 per porre alle istituzioni quelle che devono essere le priorità per una scuola pubblica sicura e di qualità:
riduzione del numero di alunni/e per classe: massimo 20 alunni/e e 15 in presenza di alunne/i con disabilità
immediata assunzione dei/lle precari/ie della scuola statale
investimenti seri e veloci sull’edilizia scolastica
tracciamento periodico, capillare e diffuso all’interno delle scuole
introduzione immediata della figura del medico scolastico
I sindacati Cobas, SGB, SiCobas e USI-CIT aderiscono e partecipano al Flash Mob lanciato nell’ambito della giornata nazionale di mobilitazione della Rete Nazionale “Società della Cura” e organizzata localmente dalla “Assemblea per la Salute del Territorio”, previsto per sabato 21 novembre, davanti all’Ospedale Maggiore di Bologna ,a sostegno di tutti gli operatori sanitari impegnati quotidianamente nella emergenza covid19.
Nessuno/a deve essere lasciato/a indietro, per una società della cura
COMUNICATO STAMPA
21 novembre, manifestazioni in tutta Italia, a Roma P.del Popolo (ore 10-14)
L’emergenza non può provocare discriminazioni tra i diritti delle persone, tra chi ha accesso a cure e reddito e chi ne è escluso/a. Così si accentuano le diseguaglianze sociali, economiche, culturali e di genere, si frantuma la società tra chi ha garanzie e sinecure di vario tipo e chi non ha né garanzie né difese economiche e sociali. Le crisi sanitarie, economiche e ambientali vanno affrontate con un piano unitario, che non lasci indietro nessuno/a, bloccando in particolare la disgregazione regionalistica. Tale piano va avviato con l’obiettivo di una radicale conversione economica, sociale, ambientale e culturale, fuori dall’economia del profitto, per una società della cura. E qui ed ora, richiediamo reddito per tutti/e e aiuti adeguati durante tutta l’emergenza sanitaria; il rispetto costante delle misure di prevenzione, salute e sicurezza nei luoghi di lavoro; investimenti e assunzioni per garantire davvero sanità e istruzione pubbliche, trasporti, casa, accoglienza.
E in particolare per l’istruzione pubblica, chiediamo l’immediata riapertura delle scuole di ogni ordine e grado, come accade in Germania, Francia, Olanda, Irlanda e persino nel Regno Unito (in pieno lockdown). La scuola è relazione umana, oltre che cognitiva, e non può essere delegata allo schermo di un computer: Mentre la scuola pubblica si prefigge la riduzione delle diseguaglianze, la cosiddetta Didattica a Distanza (DAD) le aumenta. La chiusura di quattro mesi nello scorso anno scolastico ha già provocato effetti molto negativi sull’apprendimento degli studenti, sulle loro capacità cognitive di livello più alto, sul loro spirito critico, nonché indotto processi dannosissimi a livello psicologico, sui meccanismi relazionali e affettivi. Questa nuova chiusura effettuata irresponsabilmente e caoticamente (anche a causa di quella frammentazione regionalistica che si vorrebbe acuire con la cosiddetta “autonomia differenziata”) e malgrado tutti gli indicatori pandemici dimostrino che le scuole sono un posto più sicuro di tanti luoghi restati aperti, ingigantirebbe, soprattutto se prolungata oltre il 3 dicembre, tutti i danni per gli studenti che abbiamo qui citato, e li renderebbe irreversibili e irrecuperabili per un’intera generazione.
Dunque, su questi temi, obiettivi e proposte, la coalizionePer la società della cura, di cui i COBAS fanno parte con il massimo impegno, promuove, insieme a centinaia di realtà sociali, sindacali, studentesche, a comitati, reti associative, di movimento e strutture autogestite, una grande giornata di mobilitazione nazionale con manifestazioni e iniziative in tutta Italia, nel pieno rispetto delle norme anti-Covid. In particolare a Roma la manifestazione si terrà a P. del Popolo dalle 10 alle 14.
Piero Bernocchi portavoce nazionale COBAS – Confederazione dei Comitati di base
Comitati di base della Scuola – Senza la base scordatevi le altezze
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