Come Cobas Scuola Bologna organizziamo venerdì 27 ottobre dalle 18 alle 20 la presentazione del libro di Antonio Mazzeo “E la scuola va alla guerra – la militarizzazione dell’Istruzione in Italia”.
Pensiamo, infatti, che sia importante costruire momenti di dibattito pubblico sugli effetti che la guerra in Ucraina e le altre crisi globali (sanitarie, climatiche, umanitarie) stanno portando nella nostra società, in cui la presenza dei militari è sempre più invadente.
Il nostro punto d’osservazione privilegiato è la scuola, ma ci pare che questo tema possa interessare non solo lə insegnanti, ma tutte le persone che vogliono essere più consapevoli e provare a contrastare le trasformazioni che stanno prendendo forma e preparano la società futura.
Antonio Mazzeo è autore di altri libri sul tema della militarizzazione (https://www.ibs.it/libri/autori/antonio-mazzeo) ed è membro attivo dell’Osservatorio contro la militarizzazione della scuola.
Dialogano con l’autore Gianluca Gabrielli e Elsa Caroli
8.30- 9.00 Iscrizioni e registrazione Introduce e coordina Matteo Vescovi, CESP Bologna Federico Fabiano, CNR – Isac Bologna Futuri climatici: il punto sulla crisi ecologica e gli scenari dell’IPCC Alessandro Palmi, CESP Bologna L’energia: un glossario per la decrescita 10.50-11.10 Pausa caffè Emanuele Leonardi, Università di Bologna Università di Bologna Oltre lo sviluppo sostenibile: dalla crescita verde ai movimenti per la giustizia climatica Wu Ming 2, scrittore L’Emilia-Romagna: da illusorio modello a hotspot della crisi climatica. Quale futuro immaginare?
Dalle 13 Pranzo a buffet
14.00-15.30 Laboratori didattici (sessioni parallele) Attivabili a fronte di un numero minimo di iscritte/i.
a. Scuola primaria: proposte di educazione ambientale nell’epoca dei cambiamenti climatici. b. Esperimenti in laboratorio sui cambiamenti climatici, adattabili a diversi livelli scolastici. c. Riconoscere e decostruire le fake news del negazionismo climatico per l’educazione civica nelle scuole secondarie. d. Guerre ed energia: un laboratorio sulle carte geografiche. A cura di Antonio Mazzeo. e. Strategie di ecodesign per lo sviluppo di prodotti ecocompatibili. Attività didattica per le scuole secondarie. f. Consumo di suolo e infrastrutture stradali – strumenti per ragionare e far ragionare nei vari ordini di scuola. A cura del collettivo Amanda. 15.30 – 16.30 Restituzione e confronto in plenaria
Esprimiamo solidarietà e pieno sostegno al Collegio delle docenti e dei docenti dell’Istituto comprensivo di Quiliano che si è espresso all’unanimità contro il progetto “Fsru Alto Tirreno e Collegamento alla Rete nazionale Gasdotti” che prevede la realizzazione di un rigassificatore a Vado ligure, nella provincia di Savona, e per questo ha subito le gravissime minacce del presidente della regione Liguria che ha chiesto l’intervento disciplinare del Ministro dell’istruzione e del merito.
La delibera del Collegio testimonia che è possibile interpretare il rapporto scuola-territorio in modo differente dalla subordinazione agli interessi del tessuto imprenditoriale, sempre intrecciato con il mondo della politica, che si è imposta come architrave dei processi di trasformazione della scuola. Da anni infatti in modo sempre più martellante (e bipartisan) viene affermato che la scuola, la scuola della cosiddetta e presunta autonomia deve adeguarsi alle esigenze del territorio inteso unicamente come tessuto economico produttivo e deve quindi monitorare e adeguarsi ai bisogni delle imprese orientando la propria azione educativa alla formazione della futura manodopera piuttosto che al libero e pieno sviluppo della persona. Per una volta invece la scuola a Quiliano si è fatta interprete di un’altra accezione del termine territorio, certamente più in sintonia con le finalità della scuola pubblica, partendo dalle preoccupazioni e dei bisogni della popolazione ignorati dal potere politico, schierandosi a difesa della salute e del futuro delle giovani generazioni, della tutela del territorio e contro il suo sciagurato sfruttamento per ragioni di profitto.
Il tentativo scomposto di subordinare l’autonomia della scuola al potere politico regionale (un monito su ciò che potrebbe accadere con l’attuazione dell’autonomia differenziata), che non esita a definire le colleghe e colleghi “nemici della scienza”, permette di comprendere quanto sia importante e quanto possa diventare incisiva e scomoda la pratica dell’educazione ambientale quando focalizza lo sguardo anche su ciò che accade nel territorio e coinvolge in prima persona studenti e docenti. Proprio per questo è particolarmente significativa, coraggiosa e coerente l’intenzione del Collegio di disertare ogni proposta di educazione ambientale, civica e di tutela della salute che pervenga dagli Uffici Regionali della Liguria. E’ sempre più evidente infatti, in Liguria come in Emilia Romagna e nell’intero territorio nazionale, la contraddizione tra la crisi del modello di sviluppo che emerge dalla riflessione sul disastro ecologico della nostra epoca e le scelte politico-economiche di gestione dei territori che rimangono fondate su quello stesso modello di sviluppo e sugli interessi economici che lo governano. E’ tempo dunque di prendere la parola anche contro il greenwashing dilagante nelle scuole, portando alla luce le incongruenze tra i tanti progetti di educazione ambientale che vengono proposti dall’esterno e le responsabilità materiali degli stessi soggetti nella gestione dei territori.
A Bologna come a Ravenna facciamo tesoro della protesta dell’istituto di Quiliano per intrecciarla con il nostro attuale impegno a portare nelle scuole e nel dibattito pubblico le voci critiche inascoltate che denunciano i danni alla salute e all’ambiente provocati dai progetti nefasti che incombono sui nostri territori: dall’allargamento dell’asse autostrada-tangenziale a Bologna, al rigassificatore di Ravenna, al raddoppio del metanodotto Massafra-Minerbio e ai tanti progetti di cementificazione e sfruttamento di un territorio fragile a rischio alluvioni.
In vista della manifestazione del 17 giugno e nell’ambito delle iniziative contro l’allargamento della tangenziale A14, nei prossimi giorni si svolgeranno una serie di iniziative che rilanciamo qui di seguito e a cui invitiamo a partecipare.
Segnaliamo i contatti dei due punti di raccolta e da cui partono anche i gruppi di mutuo aiuto che si sono attivati a Bologna.
Colonna solidale Autogestita
Siamo al circolo Berneri e ogni mattina il primo ritrovo è alle 11, il secondo alle 14 mentre dalle 18.30 raccogliamo materiale (per oggi, poi aggiorneremo)
Servono materiali ed energie, ma anche automobili per muoversi sul territorio.
Da oggi pomeriggio potete scrivere al numero della colonna (solo via whatsapp) oltre che alla pagina: 3756427644
🤝🤝🤝 Aggiornamento al 19 maggio COSA PUOI FARE: 🚗🚗🚗 Se riesci a partire per andare nelle zone alluvionate si parte tutte le mattine alle ore 11.00 da via Nicolò dall’Arca 34, servono BRACCIA ma anche MACCHINE per spostarsi
📦📦📦 Se rimani a Bologna tutte le sere dalle 18.00 alle 21.00 ci troviamo per gestire il punto raccolta materiali della Piattaforma di Intervento Sociale in via Nicolò dall’Arca 34.
🖥🖥🖥 Se hai competenze grafiche o informatiche sempre dalle 18.00 alle 21.00 a Plat in via Nicolò dall’Arca costruiamo un media point in cui produrre una campagna di crowdfunding efficace per l’acquisto di materiale utile alla popolazione e per i gruppi di solidarietà attiva che partono verso i territori alluvionati
Per chi non vive a Bologna (oltre ovviamente a segnalarci voi i gruppi che possiamo sostenere) sappiamo che le Brigate di Solidarietà Attiva si stanno attivando in diversi centri della Romagna:
*Cosa puoi fare in attesa che le condizioni del territorio consentano di lavorare in sicurezza?*
– Contattaci per dare la tua disponibilità: sarai ricontattato appena possibile dal gruppo turni. Puoi telefonare al numero 3383608704 oppure, da domani, riempire il form su questa pagina;
– È fondamentale, data la complessità della situazione, che i volontari si muniscano di attrezzatura utile per zone alluvionate (stivali di gomma, guanti robusti, gel disinfettante, pala, tira acqua. Sarebbero utili anche pompe sommerse per acque scure e idropulitrici);
– Fai una donazione, con la causale: ALLUVIONE al nostro
Il 20 Aprile abbiamo partecipato ad un’iniziativa promossa dallo Showroom comunale Energia e Ambiente sito presso l’IIS Aldini-Valeriani dal titolo “La missione ‘100 città nelle scuole’ – Riflessioni per un’educazione alla neutralità climatica”. Nel corso dell’evento, l’assessora Anna Lisa Boni con delega alla transizione ecologica e l’assessore Daniele Ara con delega alla scuola e all’educazione ambientale proponevano un dialogo con il corpo docente rispetto alla “trasformazione ecologica” della città.
Nello stesso incontro ci veniva detto che il 22 aprile è la Giornata della Terra, che non si possono avere approcci verticali e settoriali rispetto all’emergenza climatica, che la partecipazione della cittadinanza è fondamentale per la co-progettazione, la co-realizzazione, per il Piano di azioni e il Piano di Investimento di nuovi progetti. Il focus dei due assessori era, infatti, il coinvolgimento attivo della cittadinanza e delle generazioni più giovani nella produzione di idee e nella formulazione di nuovi linguaggi.
Tuttavia, le presentazioni restituivano uno scenario per chi scrive straniante, in quanto il dibattito avveniva a meno di 1000 metri dagli alberi abbattuti per far spazio al Passante di Nuova Generazione, quella stessa generazione che ha già condannato la classe dirigente per le attuali politiche ambientali.
La contraddizione è stata chiara fin da subito, non solo a noi, e quello che era a tutti gli effetti un tentativo maldestro di cooptazione si è trasformato in una svestizione del re che dopo due ore di confronto era assolutamente nudo.
Non siamo stati gli unici né i primi a svelare che le slide esposte erano in aperto contrasto con opere dannose e inutili come il Passante e che l’idea che si possa insegnare alle nuove generazioni ad essere propositive è in antitesi con le stesse politiche di un’amministrazione che, dopo aver preso la decisione, apre il confronto con la cittadinanza solo sugli eventuali orpelli per abbellire i suoi progetti, alla faccia della co-progettazione e della co-realizzazione.
Il Passante, infatti, trascina con sé una valanga di opere che aumenteranno sempre di più il consumo di suolo, le emissioni di CO2 e di altri inquinanti nell’aria, insieme al numero di veicoli in circolazione.
Entrambi gli assessori hanno risposto che il contesto scolastico impone di pensare a come discutere di tutto ciò con studenti e studentesse, esibendo i numeri e il dibattito sull’opera, così da promuovere un nuovo modo di pensare. Ringraziamo del consiglio, non mancheremo, quindi, di esibire i numeri che la stessa Società Autostrade presenta rispetto all’opera, come ad esempio l’aumento di 1850 tonnellate annue di CO2 dovute ai 25.000 veicoli in più al giorno rispetto ad oggi.
Già solo per questo, ci permettiamo di dubitare del fatto che raggiungeremo l’obiettivo “della neutralizzazione delle emissioni della città entro il 2030”, cioè tra 7 anni. Traguardo che, come la famosa pelle dell’orso, l’amministrazione intende andare a vendere nelle scuole.
Anzi, per dovere di completezza, ci toccherà insegnare piuttosto cos’è il greenwashing e come riconoscerlo, specialmente quando ci viene detto di veicolare contenuti falsamente rassicuranti alle nuove generazioni.
Apprendiamo comunque con piacere che il Comune proseguirà nella sua opera di interlocuzione con le scuole sui temi ambientali: abbiamo la certezza che non mancheranno altri momenti di partecipazione attiva della cittadinanza nel criticare un’opera che la Storia sta già condannando.
Incuranti della catastrofe climatica già in atto, i decisori politici e i poteri economici di questo paese continuano a far gravare sui territori nuovi progetti di infrastrutture che vincoleranno ancora per molto tempo il nostro futuro all’uso dei combustibili fossili. Progetti pericolosi per il clima, per la salute e la sicurezza delle comunità e degli ecosistemi, che coinvolgono anche litorali a noi vicini. Ravenna ed il suo mare ne sono particolarmente colpiti. È atteso, infatti a otto km dalla città, l’arrivo di un rigassificatore offshore con capacità di stoccaggio di 170mila metri cubi di gas. Una potenziale bomba galleggiante che scaricherà in atmosfera metano incombusto ed in mare grandi quantità di cloro ed acqua fredda, mettendo a rischio la biodiversità marina. Sempre a Ravenna, al largo di Porto Corsini, incombe il progetto per la creazione del più grande impianto del mondo (nelle previsioni dell’ENI) per lo stoccaggio di anidride carbonica, finalizzato a convogliare nei vecchi pozzi di metano esausti la CO2 proveniente dalle industrie inquinanti. Una tecnologia di discutibile efficacia, definita da più di 50 autorevoli scienziati come “un alibi straordinario per continuare a produrre anidride carbonica contribuendo all’attuale trend di crescita esponenziale del disastro ambientale”. Anche Ravenna infine subisce l’ampliamento delle possibilità di ricerca ed estrazione di idrocarburi in Adriatico deciso dai governi Draghi e Meloni, e la prospettiva del passaggio nella sua provincia del gasdotto Linea Adriatica Snam, il cui punto di arrivo è previsto a Minerbio. In questo modo la nostra regione si troverà legata mani e piedi alle multinazionali del fossile e pochi margini rimarranno per le alternative rinnovabili già esistenti, in un territorio, la Pianura Padana, con l’aria più inquinata d’Europa.
Per entrare nel merito di questi progetti disastrosi, per promuovere la partecipazione al corteo del 6 maggio a Ravenna, per la giustizia climatica e contro le opere fossili, convochiamo a Bologna una assemblea giovedì 27 aprile alle h. 18,00 presso il Centro Sociale G. Costa di via Azzogardino 48.
Interventi di: Pippo Tadolini, Coordinamento Ravennate Per il Clima Fuori dal Fossile. Vincenzo Balzani, Professore Emerito, Dipartimento di Chimica “G. Ciamician”, UniBO.
Organizzano: Associazione Bianca Guidetti Serra, Campagna Per il Clima Fuori dal Fossile, CESP – Centro Studi Scuola Pubblica, Cobas Scuola, Collettivo Alta Pressione, Ecor.Network, RECA – Rete Emergenza Climatica e Ambientale.
RAVENNA, 6 MAGGIO 2023, h. 14,00 CORTEO LIBERIAMOCI DAL FOSSILE NO rigassificatori, NO trivelle, NO gasdotti Concentramento in via Darsena 19 https://fb.me/e/2x6oBNp39
Per i pullman da Bologna: 347 2843345 fuoridalfossilebo@gmail.com
Sabato 11 marzo ci sarà a Piombino la manifestazione nazionale contro il rigassificatore e gli altri progetti fossili che il governo e ENI vorrebbero imporre ai territori, rimandando sine die la necessaria transizione energetica.
Abbiamo avuto in questi mesi la conferma di come guerra e fossili siano due facce di uno stesso modello di sviluppo insostenibile. Per questo, insieme alle tante realtà ambientaliste che sui territori si oppongono a questi progetti stiamo organizzando la partenza anche da Bologna.
Vi invitiamo a partecipare compilando il modulo al link qui sotto e a distribuire il volantino che trovate di seguito. In sede Cobas (via San Carlo 42) abbiamo i volantini già stampati da distribuire.
Comitati di base della Scuola – Senza la base scordatevi le altezze
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