I COBAS – Comitati di base della scuola – indicono per il 9 Maggio 2024 uno sciopero nazionale dell’intera giornata per il personale Docente, Educativo e ATA delle scuole di ogni ordine e grado.
CONTRO LE PROVE INVALSI e QUALUNQUE FORMA DI AUTONOMIA DIFFERENZIATA
Qualsiasi forma di Autonomia Differenziata e la frantumazione regionale del sistema scolastico, di quello sanitario e dei diritti sociali, che devono essere uguali su tutto il territorio nazionale
Per domani 23 aprile dalle 17.30 alle 19.30 abbiamo convocato un’assemblea sindacale Cobas in videoconferenza di tutto il personale della scuola per discutere assieme su:
La sentenza del TAR del Lazio del 28.3.2024 chiarisce che: lo sciopero di 24 ore degli autoferrotranvieri del 15.12.2023 era legittimo.
L’ordinanza di Salvini che lo ha ridotto a 4 ore è stato un vero e proprio abuso di potere esercitato con lo scopo sabotare la mobilitazione.
Il TAR conferma la validità dell’indizione di sciopero del 15.12.2023 Adl Cobas, Al Cobas, Confederazione Cobas, Cub Trasporti, Sgb.
Che l’ordinanza di Salvini, con cui impose la riduzione a 4 ore dello Sciopero dell’intera giornata del 15.12.2023 degli autoferrotranvieri, fosse un vero e proprio abuso di potere era chiaro a tutta la categoria, in lotta per migliorare le condizioni salariali, normative, di sicurezza e contro le privatizzazioni.
D’altra parte, gli autoferrotranvieri avevano già subito una ordinanza di riduzione dello sciopero del 27.11.2023, decidendo di rinviarlo al 15.12.2023.
Ora anche il Tar del Lazio ha riconosciuto la legittimità di quella mobilitazione del 15.12.2023 e l’illegittimità della ordinanza di riduzione dello Sciopero emanata da Salvini, considerandola, di fatto, un vero e proprio abuso di potere del Ministro che è intervenuto senza una fondata ragione di urgenza e senza “la sussistenza nel concreto dei presupposti sostanziali per provvedere”.
Il TAR del Lazio, nel riconoscere la possibilità, in astratto, del Ministro dei Trasporti ad intervenire sugli scioperi per limitarne o revocarne l’effettuazione, conferito gli dalla legge antisciopero, conferma i limiti entro cui tale potere deve essere esercitato.
In realtà, come avevano denunciato le sigle dei sindacati di base che avevano proclamato unitariamente la mobilitazione del 15.12.2023, Salvini ha abusato del potere conferitogli dall’art. 8 della L.146/90 e L.83/00 – norme che limitano l’esercizio del diritto di sciopero in Italia – solo per fare la sua campagna elettorale, quale Ministro capace di usare il pugno di ferro contro i lavoratori e l’esercizio del “diritto dei diritti”, qual è quello di Sciopero.
Finalmente anche i giudici del Tribunale Amministrativo del Lazio hanno riconosciuto l’illegittimità di un atto antidemocratico ed inaccettabile che NON PUÒ E NON DEVE RIPETERSI NÉ CONTRO GLI AUTOFERROTRANVIERI, NÉ CONTRO I LAVORATORI IN GENERE.
Stralcio della sentenza del Tar del Lazio del 28.3.2024
Orbene, atteso che l’ordinanza impugnata è stata adottata senza la previa segnalazione da parte della Commissione, risultavano indispensabili la chiara esplicitazione delle speciali ragioni di necessità e di urgenza, relative a fatti sopravvenuti eventualmente occorsi a ridosso dell’astensione, tali da legittimare l’intervento officioso del Ministro.
Sennonché, nessuna adeguata indicazione in tal senso è dato rinvenire nel provvedimento avversato, in cui il Dicastero si è limitato a far riferimento a fatti e a circostanze già conosciute dalla Commissione ed evidentemente non ritenute idonee a concretizzare l’invito a provvedere ex art. 8 l.n. 146/1990.
Ciò è a dirsi, in particolare: i) per la concentrazione nella stessa fascia oraria delle varie iniziative di astensione collettiva; ii) per gli effetti concreti dello sciopero, tenuto conto del sistema di trasporto intermodale e dell’intensità del traffico N. 16464/2023 REG.RIC. passeggeri nelle giornate dell’agitazione; iii) per i disagi degli scioperi, susseguitisi nello stesso torno di tempo; iv) per le avversità atmosferiche, che hanno colpito parte del Paese, elemento questo che, sempreché sopravvenuto, avrebbe al più potuto legittimare un intervento territorialmente più circoscritto, in omaggio al principio di proporzionalità (cfr. per tali aspetti pagg. 2 e 3 dell’ordinanza).
Nessun ulteriore tassello valutativo concernente la necessità e l’urgenza dell’intervento è stato allora aggiunto al pregresso quadro già cristallizzato e valutato dalla Commissione come non idoneo a suffragare la segnalazione ex art. 8 della l.n. 146/1990
contro ogni discriminazione e violenza di genere, contro l’omolesbobitransfobia, per una scuola sicura per chi ci lavora (in particolare donne e soggettività LGBTQI+) e per chi ci studia, per il diritto ad un ambiente accogliente con educazione di genere, all’affettività, alla sessualità; contro le ingerenze esternee i condizionamenti da parte di organizzazioni fondamentaliste e clerico- fasciste;
per la difesa della Legge 194 e del diritto all’autodeterminazione, della rete nazionale dei consultori pubblici e privi di obiettori;
contro la retorica dell’insegnamento come lavoro di cura e occupazione contigua al lavoro domestico-familiare e, per questo, scarsamente retribuita; contro ogni ingerenza del privato nella scuola pubblica statale che deve essere laica e gratuita per tutt*;
contro l’uso sistemico del precariatoche tiene in piedi la scuola italiana in una logica di sfruttamento che colpisce soprattutto la componente femminile; contro la divisione sessuale del lavoro nel lavoro produttivo e riproduttivo; per la difesa e il potenziamento delle case rifugio, dei centri antiviolenza e l’adozione di misure di fuoriuscita dalla violenza;
contro la violenza economica, la disparità salariale, i part time involontari e i licenziamenti; contro ogni forma di discriminazione, molestia e ricatto sessuale nell’accesso e sui luoghi di lavoro;
contro lo smantellamento e la privatizzazione dello Stato Sociale e le politiche familiste del governo, per la redistribuzione della ricchezza, la giustizia sociale e ambientale;
per aumenti salariali che garantiscano il recupero del potere d’acquisto sulla base dell’inflazione reale a fronte del forte aumento dei costi energetici e del carovita;
per il diritto ai servizi pubblici gratuiti e accessibili, al reddito, al salario minimo per legge, alla riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario, alla casa, all’educazione scolastica, alla sanità e ai trasporti pubblici; contro l’abolizione del Reddito di Cittadinanza come misura di contrasto alla povertà, anche lavorativa;
per la tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro;
Appuntamento alle ore 9.30 in Piazza della Mercanzia
I COBAS BOLOGNA SCENDONO IN PIAZZA:
– per il cessate il fuoco immediato e lo stop al massacro in Palestina;
– contro l’aumento delle spese militari e l’invio di armi in Ucraina e in tutte gli altri scenari di guerra; – contro la finanziaria dei tagli alla sanità, alle pensioni e alla spesa sociale; – contro le grandi opere inutili e dannose e gli investimenti nell’economia del fossile; – contro il progetto di premierato e il parallelo percorso di autonomia differenziata; – per un aumento generalizzato degli stipendi del personale della scuola; – contro lo sfruttamento dei precari, il nuovo sistema di reclutamento e le logiche dell’algoritmo; – contro la gerarchizzazione della categoria e l’aumento indiscriminato delle richieste da parte dei dirigenti.
I Cobas Scuola scioperano il 5 maggio nella scuola primaria contro i quiz Invalsi, sistema di valutazione, basato sui quiz a crocette, che ha effetti retroattivi negativi sulla didattica, standardizza gli insegnamenti, trasforma i docenti in “addestratori ai quiz”, discrimina gli studenti con disabilità.
La mobilitazione è indetta anche:
contro la cosiddetta “didattica delle competenze” addestrative e la formazione incentivata o obbligatoria alla didattica di regime;
per una scuola pubblica che punti allo sviluppo degli strumenti cognitivi e dello spirito critico;
contro la carriera dei docenti previsti dalla Leggi n. 79 e 142 e qualsiasi ipotesi di recepimento nella parte normativa del CCNL 19-21;
contro l’ennesimo ridimensionamento delle scuole che, con il nuovo parametro di 900 alunni, crea istituti ingovernabili, riducendo ulteriormente il personale Ata;
per la stabilizzazione dei precari e l’aumento degli organici docenti e ATA;
contro qualsiasi forma di autonomia differenziata e la frantumazione regionale del sistema scolastico, di quello sanitario e dei diritti sociali, che devono essere uguali su tutto il territorio nazionale.
A Roma ci sarà una manifestazione di fronte al MIM in Viale Trastevere.
Qui a Bologna,l’appuntamento è in Piazza San Francesco,
a partire dalle ore 9 con docenti, genitori e bimbi.
Durante la giornata di sciopero indetto dai sindacati di base, ci saranno diverse mobilitazioni che metteranno al centro le rivendicazioni dei lavoratori e delle lavoratrici, in questo periodo di crisi dovuto agli effetti di guerra, pandemia, crisi ambientale, energetica e carovita, che sono tutte facce dello sfruttamento capitalista degli esseri umani e della natura.
In questi giorni, mentre il governo delle destre mostra il pugno duro con i migranti, i giovani, i diritti delle persone LGBTQ+, il diritto all’aborto, ha già mostrato di voler continuare a lasciare intatti gli interessi dei pochi che in questa crisi si sono arricchiti e si prepara a reprimere il dissenso.
Nella manifestazione del 2 dicembre porteremo per le strade di Bologna le tante lotte contro la guerra e l’economia di guerra, per l’aumento dei salari, un lavoro dignitoso e rispettoso dell’ambiente, la transizione energetica, il diritto a casa, scuola, sanità e trasporti pubblici adeguati e accessibili a tutte/i. Infine, in continuità con le mobilitazioni delle ultime settimane, porterà la protesta contro i progetti di speculazione nel nostro territorio, come l’allargamento del Passante di mezzo.
I COBAS SCUOLA, nell’ambito dello sciopero generale e sociale indetto da tutto il sindacalismo di base, convocano lo sciopero dell’intera giornata del 2 dicembre 2022 del personale docente e Ata delle scuole di ogni ordine e grado per dire:
– SÌ al completamento del CCNL 2019-21 con aumenti uguali per tutti per recuperare il 30% del potere d’acquisto perso negli ultimi decenni e tutelare i salari reali dal caro energia e dall’inflazione al 12%. Gli aumenti previsti dal recente rinnovo parziale della parte economica vanno,per il personale con 20 anni di servizio, dai 56 euro lordi (41 netti circa) per i collaboratori scolastici ai 77 euro lordi (circa 66 netti) dei docenti delle superiori, per cui sono assolutamente insufficienti.SI alla reintroduzione della “scala mobile”.
– NO al nuovo reclutamento con un triplice percorso ad ostacoli. NO alla formazione di regime con un premio una tantum per i bravi e un incremento stipendiale stabile per i super-bravi. NO alla gerarchizzazione, alla competizione individuale tra i docenti e al presunto merito. NO alla didattica delle competenze addestrative. SÌ ad una scuola che punti allo sviluppo degli strumenti cognitivi, dell’autonomia e dello spirito critico.
– SÌ all’uso di tutte le risorse disponibili per eliminare le classi pollaio, ridurre a 20 il numero massimo di alunni per classe (15 con alunni con disabilità), assumere i docenti con 3 anni di servizio e gli Ata con 2, rilanciare il tempo pieno, combattere la dispersione e per un piano straordinario per l’edilizia scolastica e la sicurezza.
– SÌ al potenziamento degli organici docenti ed Ata, all’immissione in ruolo su tutti i posti vacanti e al ripristino integrale delle sostituzioni con supplenze temporanee. NO ai blocchi triennali dopo la mobilità o assunzione da concorso.
– NO all’algoritmo per l’assegnazione delle supplenze che ha strutturalmente creato ingiustizie, con docenti che non lavorano nonostante abbiano punteggi più alti di altri in servizio. SÌ alle convocazioni in presenza, che garantiscono la trasparenza e la flessibilità necessaria per situazioni in continuo cambiamento.
– NO all’Autonomia differenziata, che creerebbe 20 sistemi scolastici diversi, con l’aumento delle disuguaglianze e la frantumazione del diritto sociale all’istruzione.
– NO ai PCTO obbligatori per le scuole superiori e agli stage obbligatori per la formazione professionale; BASTA ALLE MORTI SUL LAVORO DEGLI STUDENTI, che sono la regola e non l’eccezione, dato che in Italia ci sono in media 3 omicidi sul lavoro al giorno.
– NO alla regolamentazione del diritto di sciopero, che il nuovo accordo restringe ulteriormente, ampliando i poteri dei dirigenti fino alla possibilità di sostituire i lavoratori in sciopero. SÌ alla difesa del diritto disciopero e al rilancio degli organi collegiali come strumenti di democrazia sostanziale per contrastare la scuola azienda.
Comitati di base della Scuola – Senza la base scordatevi le altezze
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