I COBAS SCUOLA, nell’ambito dello sciopero generale e sociale in didetto da tutto il sindacalismo di base, convocano lo sciopero dell’intera giornata del 2 dicembre 2022 del personale docente e Ata delle scuole di ogni ordine e grado per dire:
SÌ al rinnovo del CCNL scaduto da 3 anni con aumenti uguali per tutti per recuperare il 30% del potere d’acquisto perso negli ultimi decenni e tutelare i salari reali dal caro energia e dall’inflazione al 12%. SI alla reintroduzione della “scala mobile”.
NO al nuovo reclutamento con un triplice percorso ad ostacoli. NO alla formazione di regime con un premio una tantum per i bravi e un incremento stipendiale stabile per i super-bravi. NO alla gerarchizzazione, alla competizione individuale tra i docenti e al presunto merito. NO alla didattica delle competenze addestrative. SÌ ad una scuola che punti allo sviluppo degli strumenti cognitivi, dell’autonomia e dello spirito critico.
SÌ all’uso di tutte le risorse disponibili per eliminare le classi pollaio, ridurre a 20 il numero massimo di alunni per classe (15 con alunni con disabilità), assumere i docenti con 3 anni di servizio e gli Ata con 2, rilanciare il tempo pieno, combattere la dispersione e per un piano straordinario per l’edilizia scolastica e la sicurezza.
SÌ al potenziamento degli organici docenti ed Ata, all’immissione in ruolo su tutti i posti vacanti e al ripristino integrale delle sostituzioni con supplenze temporanee. NO ai blocchi triennali dopo la mobilità o assunzione da concorso.
NO all’algoritmo per l’assegnazione delle supplenze che ha strutturalmente creato ingiustizie, con docenti che non lavorano nonostante abbiano punteggi più alti di altri in servizio. SÌ alle convocazioni in presenza, che garantiscono la trasparenza e la flessibilità necessaria per situazioni in continuo cambiamento.
NO all’Autonomia differenziata, che creerebbe 20 sistemi scolastici diversi, con l’aumento delle disuguaglianze e la frantumazione del diritto sociale all’istruzione.
NO ai PCTO obbligatori per le scuole superiori e agli stage obbligatori per la formazione professionale; BASTA ALLE MORTI SUL LAVORO DEGLI STUDENTI, che sono la regola e non l’eccezione, dato che in Italia ci sono in media 3 omicidi sul lavoro al giorno.
NO alla regolamentazione del diritto di sciopero, che il nuovo accordo restringe ulteriormente, ampliando i poteri dei dirigenti fino alla possibilità di sostituire i lavoratori in sciopero. SÌ alla difesa del diritto di sciopero e al rilancio degli organi collegiali come strumenti di democrazia sostanziale per contrastare la scuola azienda.
Nella giornata si svolgeranno in tutta Italia manifestazioni regionali e provinciali.
Dal 10 al 13 novembre si svolgerà a Firenze il ventennale del primo Forum Sociale Europeo. Venti anni fa, infatti, Firenze ospitava il primo Forum Sociale Europeo: un anno dopo la grande violenza di Stato a Genova, il movimento altermondialista diede vita al suo più grande incontro europeo, pacifico e di massa, accolto in una città aperta e accogliente. Dal FSE di Firenze venne lanciata la più grande mobilitazione mai realizzata al mondo, il 15 febbraio 2003, contro la guerra in Iraq: 110 milioni di persone in piazza in tutto il pianeta. Il New York Times definì quel movimento “la seconda superpotenza mondiale”. Oggi, in un momento tragico per la storia europea, in un’Europa profondamente segnata dalla pandemia, da una guerra di cui non si vede la fine e da una generale situazione di crisi economica e ambientale, reti sociali, organizzazioni e movimenti di tutta Europa si incontrano di nuovo a Firenze. Centinaia di attivisti, in rappresentanza di più di 150 organizzazioni italiane, europee e internazionali, discuteranno insieme per darsi maggiore forza ed efficacia di fronte alle grandi sfide dell’oggi: la guerra nel nostro continente, il collasso climatico e ambientale, l’inaudita crescita della diseguaglianza, il consenso popolare alla destra estrema, lo svuotamento della democrazia.
Ci si incontrerà, così, nuovamente, per creare uno spazio collettivo e partecipato di comunicazione a livello europeo, confrontandosi durante quattro giornate. Il 10 e 11 novembresi terranno 40 eventi tematici, autorganizzati dalle diverse reti e associazioni europee su molti temi diversi: fra questi crisi energetica e carovita, sovranità alimentare, lavoro, transizione ecologica, pace, diritti delle donne e di genere, femminismo, acqua e beni comuni, salute e sanità, diritto alla casa; il 12 e il 13 novembre si svolgeranno plenarie tematiche e ci sarà una riunione finale europea per raccordare le comuni iniziative e decidere le modalità di interconnessione delle mobilitazioni.
In tale contesto i COBAS saranno presenti con le seguenti iniziative: CESP – Centro Studi Scuola Pubblica- Giovedì 10 novembre –
“Educazione al genere e alle differenze. Istruzione e cultura in carcere. Contro la medicalizzazione degli studenti e i TSO. In difesa dei diritti civili sotto attacco”.
h 9,30 – 16,30 – c/o SMS Rifredi Firenze Via Vittorio Emanuele II, n.303
Un seminario in sostegno e in difesa dei diritti civili. Le libertà e i diritti civili sono, infatti, connessi, interdipendenti e indivisibili e solo attraverso la loro promozione e protezione si può contribuire alla costruzione di una società più coesa. Così, la lotta al razzismo e alla xenofobia, il contrasto a ogni forma di discriminazione basata sul sesso, sull’orientamento sessuale, sull’identità o l’espressione di genere, il superamento di ogni pregiudizio, la costruzione di un sistema sociale che rispetti i diritti di tutti e tutte coloro che sono privati della libertà personale (detenuti, persone in TSO, anziani nelle RSA, migranti nei Centri di accoglienza), divengono centrali nella nostra società.
COBAS Lavoro privato – Venerdì 11 novembre
“Il lavoro in una prospettiva di decrescita – Embrionali esperienze e proposte per il cambiamento”
h 10.00 – 13.00 – c/o Teatro L’Affratellamento – Via Giampaolo Orsini, 73, 50126 – Firenze
Il seminario di approfondimento vuole avviare un confronto a tutto campo insieme ad associazioni che da anni approfondiscono il tema della decrescita partendo anche da esperienze e testimonianze dirette in diversi settori produttivi.
Confederazione COBAS – Venerdì 11 novembre “Ambiente, Beni Comuni, Energia, Lavoro, società : un altro sistema è necessario”
h 17,00 – 20,00 c/o Teatro L’Affratellamento – Via Giampaolo Orsini, 73, 50126 – Firenze
Il seminario/tavola rotonda propone un confronto con i rappresentanti di comitati e movimenti di difesa del territorio – in particolare toscani – da anni in mobilitazione. Fra questi: Presidio No INC e No AEREOPORTO di Campi Bisenzio, Il Movimento Toscano dell’Acqua, La Rete No rigassificatori, La Rete NOGESI (no geotermia elettrica), La Campagna nazionale “Per il Clima Fuori dal Fossile” e la neonata RETE LAVORO SICURO che si occupa si sicurezza nei luoghi di lavoro. Un contributo rilevante verrà anche dalla partecipazione dello STES, il principale sindacato scuola spagnolo, e della Confederacion Intersindical (di cui STES fa parte), con le quali organzzazioni i COBAS hanno da tempo un rapporto molto positivo di confronto, discussione e iniziative unitarie.
Il 12 e 13 novembre al Palaffari di P. Adua, di fronte alla Stazione S. Maria Novella si terrà una grande Assemblea europea in tre sessioni sui seguenti temi: 1) Dove va l’Europa e qual è il suo ruolo in un mondo che cambia? 2) Dal rancore e dalla solitudine alla speranza collettiva: come battere il consenso alla destra nella società?3) Avere ragione non basta: come essere efficaci al tempo della democrazia svuotata?
Interverranno attivisti di reti, movimenti e organizzazioni di molti paesi fra cui Austria, Belgio, Bulgaria, Croazia, Danimarca, Francia, Germania, Grecia, Italia, Norvegia, Portogallo, Regno Unito, Serbia, Spagna, Ungheria, Brasile, Iraq, Libia, Kenia.Per noi interverranno Rino Capasso dell’EN confederale nella prima sessione, Vincenzo Miliucci dell’EN confederale nella terza, mentre il nostro portavoce nazionale confederale Piero Bernocchi introdurrà e presiederà la seconda sessione.
Il pomeriggio del 12 novembre, alle 15:30 l’assemblea europea diventerà mondiale, grazie a un collegamento online, ospitando altre centinaia di persone da tutti i continenti per un incontro con gli attivisti riuniti a Sharm el Sheikh in occasione della COP27.
Cobas Scuola Bologna, FLC CGIL Bologna, GILDA Unams Bologna, CISL Scuola Amb, unitamente alla RSU di istituto, chiamano le lavoratrici e i lavoratori dell’IPSAS “Aldrovandi Rubbiani” allo sciopero di un’intera giornata: questa la richiesta emersa a larghissima maggioranza dall’assemblea sindacale di ieri, tenutasi nei locali del Liceo “A.B. Sabin” di Bologna che ha visto la partecipazione di 93 persone tra docenti ed ATA.
La Dirigente scolastica, nel periodo tra giugno 2022 e ottobre 2022, ha tenuto un profilo di totale decisione autonoma ed unilaterale, dimostrando negli incontri collegiali (collegio dei docenti, incontri di informazione e confronto con la RSU e le OO.SS., tentativo di raffreddamento in Prefettura dopo la proclamazione dello stato di agitazione) di non voler realmente confrontarsi con le lavoratrici e i lavoratori che sia direttamente, che attraverso la legittima rappresentanza, hanno avanzato richieste legittime in merito a diversi temi attinenti l’organizzazione del lavoro e il benessere/malessere lavorativo conseguente.
Il malessere provato da lavoratrici e lavoratori dell’IPSAS “Aldrovandi Rubbiani”, dovuto alla scarsa (o quasi nulla) considerazione dell’opinione degli organi collegiali, del personale docente e del personale ATA messa in atto dalla Dirigente scolastica, ha minato le condizioni per una proficua collaborazione nella gestione della vita scolastica e nella coesione di quella che dovrebbe fondare il modo di lavorare e vivere in una scuola sul rispetto e l’ascolto reciproco, il confronto e la condivisione.
Per questo le OO.SS. firmatarie di questo documento, proclameranno lo sciopero del personale docente ed ATA con i seguenti obiettivi:
➢ nuova assegnazione dei docenti alle classi in modo da ripristinare le continuità didattiche arbitrariamente cancellate ed eliminare, laddove possibile, i continui spostamenti da un plesso all’altro durante la giornata di lavoro. La decisione di operare questo ”ricircolo” di insegnanti tra le varie sedi è stata assunta a partire da giugno 2022, contro il parere contrario espresso dal Collegio dei Docenti (organo tecnico predisposto a decidere in merito alla didattica), la richiesta dell’assemblea sindacale del 19 settembre 2022 riportata anche dalle RSU di istituto e dalle OO.SS. durante il confronto del 6 ottobre 2022;
➢ rispristino dell’assegnazione delle ore di insegnamento dell’ITP di Tecnologie e tecniche delle comunicazioni multimediali alle classi quarte dell’indirizzo grafico, così come previsto dagli ordinamenti nazionali, ripristinando così la piena legittimità del corso di studi affrontato dagli studenti di dette classi;
➢ rispetto delle relazioni sindacali di istituto con la consegna dell’informazione alle RSU e alle OO.SS. delle informazioni relative all’organico dell’autonomia (docenti) assegnato all’istituto e del suo utilizzo, dell’organico di diritto e di fatto del personale ATA assegnato all’istituto e dei compensi erogati al personale pattuiti nella contrattazione d’istituto nell’anno scolastico 2021/2022 in modo speculare ai criteri indicati nella contrattazione stessa;
➢ripristino di un congruo preavviso nella comunicazione degli impegni scolastici (riunioni, incontri, …), di comunicazioni chiare, precise e tempestive;
➢ rispristino del riconoscimento, come servizio effettivo, delle ore svolte per la partecipazione ai corsi obbligatori in tema di sicurezza;
➢ indicazione delle modalità per il recupero delle ore che il personale ATA deve effettuare a causa delle deliberazioni del consiglio di istituto che prevedono la chiusura della scuola in alcune giornate pre festive;
➢ rimodulazione dell’assetto organizzativo degli orari del personale ATA, attualmente costretto a continui “slittamento di orario” comunicati con poco preavviso, trattando come emergenza eventi che in realtà non lo sono.
Cobas Scuola Bologna, FLC CGIL Bologna, GILDA Unams Bologna, CISL Scuola Amb, predisporranno, a supporto degli obiettivi sopra indicati, l’indizione dello sciopero di un’intera giornata di tutto il personale docente ed ATA dell’Istituto IPSAS “Aldrovandi Rubbiani” di Bologna, volto a sensibilizzare l’intera comunità educante delle problematiche che chi lavora nell’istituto si trova ad affrontare quotidianamente, per cercare insieme di trovare soluzioni appropriate al ritorno del benessere lavorativo e del conseguente “clima” adeguato all’apprendimento delle studentesse e degli studenti.
Dal 10 al 13 novembre prossimi, si svolgerà a Firenze il ventennale del Forum Sociale Europeo (FSE) che, per la prima volta nel novembre 2002, volle promuovere l’incontro dei movimenti europei della società civile, per coordinarsi, informarsi e condividere tematiche e iniziative. Vent’anni dopo, in un’Europa profondamente segnata dalla pandemia, da una guerra incombente e da una generale situazione di crisi economica e ambientale, le organizzazioni, le reti, i movimenti che diedero vita a quell’esperienza, hanno deciso di incontrarsi nuovamente, per creare uno spazio collettivo e partecipato di comunicazione a livello europeo, confrontandosi durante quattro giornate, così suddivise:
10 e 11 novembre iniziative auto-organizzate dalle singole associazioni promotrici, nazionali, europee o internazionali (incontri, convegni, eventi)
12 e 13 novembre plenarie tematiche e riunione finale europea per raccordare le comuni iniziative e decidere le modalità di interconnessione delle mobilitazioni.
In tale contesto il CESP promuoverà varie iniziative e, tra queste, un seminario in sostegno e in difesa dei diritti civili “Educazione al genere e alle differenze, Istruzione e cultura in carcere, contro la medicalizzazione degli studenti e i TSO”. Le libertà e i diritti civili sono, infatti, fra loro intimamente connessi, interdipendenti e indivisibili e solo attraverso la loro promozione e protezione si può contribuire alla costruzione di una società più coesa, solidale ed equa. Così, la lotta al razzismo e alla xenofobia, il contrasto a ogni forma di discriminazione basata sul sesso o sull’orientamento di genere, il superamento di ogni pregiudizio, la costruzione di un sistema penale e penitenziario che rispetti i diritti dei detenuti e delle detenute e di tutti e tutte coloro che sono privati della libertà personale (detenuti, persone in trattamento sanitario obbligatorio, anziani nelle RSA), divengono centrali nella nostra società. Per promuovere un primo momento di riflessione generale sulle tematiche oggetto del seminario, siamo lieti di invitarLa al seminario
Anna Grazia Stammati (Presidente CESP)
Per questioni organizzative le iscrizioni devono pervenire entro le ore 12.00 del 7 NOVEMBRE 2022 al seguente indirizzo e-mail: cesp@centrostudi-cesp.it
PRESENTATA LA MANIFESTAZIONE DEL 22 OTTOBRE A BOLOGNA
E’ stata presentata questa mattina con una conferenza stampa la manifestazione in programma sabato 22 ottobre a Bologna, con partenza da Piazza XX Settembre alle 15.00. Il corteo, proposto da Collettivo di Fabbrica GKN, Fridays for Future Italia, Assemblea NoPassante e Rete Sovranità Alimentare e promosso da decine di organizzazioni, collettivi, gruppi e comitati bolognesi, si snoderà lungo un itinerario che, dopo aver aver percorso via Masini e via Stalingrado, passerà sulla tangenziale tra l’uscita 7 e l’uscita 6, per poi tornare verso Piazza XX Settembre attraverso via di Corticella.
Attraversare il Passante di Mezzo in corteo è la volontà collettiva delle tante persone che in queste settimane hanno riempito assemblee e riunioni, perché il progetto di allargamento dell’infrastruttura è devastante dal punto di vista ambientale, mette a rischio la salute delle e dei bolognesi e non risolve il problema del traffico. Dopo un’estate nella quale abbiamo vissuto sulla nostra pelle le prime conseguenze del riscaldamento globale, allargare un’autostrada significa peggiorare le cause del cambiamento climatico, mettendo a rischio il futuro di coloro che vivono nella Pianura Padana, una delle aree più inquinate d’Europa.
Il progetto di allargamento del Passante non è soltanto devastante, ma è l’opera simbolo del consumo di suolo che trasforma fertili terreni agricoli in sterili piattaforme di cemento, e rappresenta un sistema economico in cui il profitto viene prima della salute, dei diritti civili e sociali delle persone; di un sistema che precarizza e licenzia, perché fatturato e PIL contano più della qualità della vita e della dignità di tutte e tutti noi. E’ una delle tante opere, come per esempio i rigassificatori, gli inceneritori, i poli logistici, gli impianti di risalita, per le quali il futuro delle comunità locali vale meno di qualche interesse economico.
In questi mesi, centinaia di persone si sono incontrate e hanno discusso a partire dall’ambizione di voler convergere per insorgere. Quello di sabato 22 ottobre sarà un corteo caratterizzato dai colori degli striscioni e dai suoni dei tamburi, che vedrà sfilare migliaia di giovani e anziane/i, famiglie, lavoratrici e lavoratori, studentesse e studenti. Alla testa del corteo ci saranno i comitati NoPassante, le/i contadine/i della Rete Sovranità Alimentare, il Collettivo di Fabbrica GKN, le ragazze e i ragazzi di Fridays for Future, e decine di altre associazioni e comitati.
Sarà una passeggiata collettiva nella quale cartelli e striscioni, bandiere e cori riproporranno ancora una volta l’allegra determinazione di coloro che si mettono in marcia per questo, per altro, per tutto.
In allegato una foto della conferenza stampa e un banner della manifestazione.
Il 23 settembre i COBAS, come nelle precedenti occasioni, parteciperanno alla mobilitazione indetta a livello internazionale da Fridays for Future. Prendiamo atto che nonostante sull’onda delle giornate internazionali di lotta, come quelle del prossimo 23 e di quelle che le hanno precedute, negli ultimi anni si è parlato molto di “transizione ecologica” e/o “transizione energetica”, nulla è stato fatto in concreto. L’attuale situazione di guerra ha fornito l’occasione di rilanciare, sull’onda di una paventata “crisi energetica”, le peggiori pratiche deleterie per l’equilibrio climatico, quali il ritorno al carbone e l’uso del GNL (gas naturale liquido); mentre alcuni addirittura millantano di un fantomatico, quanto inesistente dal punto di vista scientifico, nucleare di quarta generazione che garantirebbe sicurezza.
Mentre si continuano a ignorare le possibilità degli approvvigionamenti energetici alternativi da fonti rinnovabili e a basso impatto ambientali, assistiamo al dirottamento investimenti dal potenziamento di queste fonti rinnovabili ancora verso i combustibili fossili; assistiamo, altresì, ad enormi speculazioni che generano profitti stratosferici per le compagnie energetiche.
Tutto questo a fronte di una situazione reale dove i cambiamenti climatici si manifestano in maniera palese attraverso eventi estremi che, ormai ben lungi dall’essere eccezionali, si producono con preoccupante regolarità provocando stragi e danni enormi; dalla sparizione e crolli dei ghiacciai, a periodi di siccità che portano il più grande dei fiumi a livelli di scarsità di acqua senza precedenti che vengono seguiti da repentine inondazioni provocate da un regime di piogge totalmente impazzito che i territori sovra sfruttati e fortemente antropizzati non sono assolutamente in grado di reggere e la lista potrebbe essere molto lunga. Tutte queste non sono calamità, non sono né imprevedibili né inattese, sono semplicemente la logica conseguenza di una crisi ambientale e climatica che è prodotta dall’attuale modello di sviluppo capitalistico e mercantile; modello che nei secoli ha considerato tutto l’ecosistema planetario come una frontiera da saccheggiare continuamente attraverso un estrattivismo senza limiti e come un pozzo senza fondo in cui riversare ogni tipo di scorie e rifiuti.
La misura è colma, i limiti planetari e la capacità dell’ecosistema di fornire risorse e assorbire gli scarti sono ormai stati raggiunti; l’unica possibilità è di produrre un radicale cambio della e nella società, devono cambiare i modi di produzione, di consumo, di trasporto e approvvigionamento energetico, si devono azzerare le emissioni climalteranti e la produzione di scarti e rifiuti; si deve mutare il sistema delle culture agricole e della produzione di cibo, in particolare rivedendo l’insostenibile meccanismo degli allevamenti intensivi.
In una parola si tratta di andare oltre il modello capitalistico, per questo siamo a fianco di chi manifesta il 23 settembre e saremo sempre più partecipi e attivi in tutte le battaglie ambientali che si prospettano per il futuro; anche nella nostra attività nelle scuole, “l’educazione ambientale” sarà per noi una “educazione ai conflitti ambientali”.
Alessandro Palmi – Esecutivo nazionale Confederazione COBAS
Per iscriversi al convegno presso l’ Istituto Alberghetti di Imola del 17.11 cliccare qui
aggiornato il 4.10.22
Il Cesp di Bologna organizza il convegno nazionale in presenza presso IIS Aldini Valeriani – Via S. Bassanelli 9, BOLOGNA giovedì 20 ottobre 2022 ore 8.30 – 14 rivolto a tutto il personale scolastico.
8.30-9.00 Iscrizioni e registrazione
Introduzione e presentazione del Convegno
Alessandro Palmi, CESP Bologna , Antropocene o Capitalocene? Per una critica al modello “sostenibile”
Matteo Vescovi, COBAS Bologna“L’educazione civica”, provare ad usarla e a non farsi usare
Luca Tassinari, Assemblea AMO BolognaLe ragioni del No al progetto del “passante di mezzo” di Bologna
10.50-11.10 Pausa caffè (e prime domande)
Pippo Tadolini, Campagna per il Clima Fuori dal Fossile (RA)Rigassificatori: la punta dell’iceberg del sistema estrattivista
Leonardo Setti, Università di BolognaComunità energetiche solari, quale ruolo per le scuole?
Germana Fratello, Campi Aperti – Rete per la sovranità alimentare Crisi del sistema agroindustriale e sovranità alimentare
IL CESP è Ente Accreditato/Qualificato per la formazione del personale della scuola. (Decreto Min. 25/07/06 prot.869, circ. MIUR prot. 406 del 21/2/06 – Direttiva 170/2016-MIUR) La partecipazione ai convegni e seminari CESP è gratuita e dà diritto, ai sensi degli articoli 63 e 64del CCNL 2006/2009, all’ESONERO DAL SERVIZIO.
Apprendiamo con allarme della diffusione della bozza di DDL del 28 aprile “Disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata di cui al 3° comma dell’art. 116 della Cost.” e della volontà della Ministra per gli Affari regionali e le Autonomie, Maria Stella Gelmini, di approvare il DDL entro l’estate. La bozza si compone di 5 articoli, il primo dei quali definisce i principi generali e il riconoscimento di “nuove forme di autonomie ai sensi dell’art. 116 e le modalità di intesa tra Stato e regioni”. Nonostante la Commissione di giuristi nella relazione consegnata alle delle Bicamerali del Federalismo fiscale e delle Regioni ritenga “che sia preferibile espungere in questa prima fase la materia dell’istruzione, il cui trasferimento porrebbe problemi politici, sindacali, finanziari, tributari quasi insormontabili, con un quasi sicuro aumento dei costi di sistema sia per le Regioni destinatarie del trasferimento, sia per lo Stato”, la ministra non ne ha tenuto conto; infatti all’art. 3 della bozza di DDL si apprende che istruzione, sanità, trasporto pubblico potranno essere trasferite previa definizione dei LEP. L’articolo che desta maggiore preoccupazione è l’art. 4 che prevede che “le risorse finanziarie siano determinate dall’ammontare della spesa storica sostenuta dalle amministrazioni statali della regione interessata per l’erogazione dei servizi pubblici oggetto di devoluzione e le regioni riceveranno esattamente la quota corrispondente alla spesa storica e saranno incentivate ad efficientare l’esercizio delle funzioni trasferite al fine di trattenere le risorse risparmiate”. Stabiliti i LEP, l’articolo 4 prevede inoltre il superamento della spesa storica attraverso la determinazione dei costi e dei fabbisogni standard.Una volta deliberato in Consiglio dei ministri, il DDL sarà trasmesso al Presidente del Consiglio e al Ministro per gli Affari regionali che, entro 30 giorni, avvierà il negoziato con la regione per essere sottoscritta dal Presidente della regione richiedente. Nei successivi 10 giorni verrà poi trasmesso alle Camere per un parere da parte della Commissione parlamentare bicamerale e per le questioni regionali che dovrà esprimersi entro 30 giorni. Acquisito il parere favorevole, governo e regione dovranno redigere un accordo che sarà trasmesso in Parlamento sotto forma di DDL per la mera ratifica e senza la possibilità di proporre emendamenti.
L’autonomia differenziata è inaccettabile anche per la procedura parlamentare prevista per la sua approvazione: nonostante la commissione di giuristi incaricati dalla ministra abbia ribadito che “di fronte alle modifiche all’assetto istituzionale italiano che possono derivare dall’attuazione del regionalismo differenziato, il coinvolgimento parlamentare appare costituzionalmente imprescindibile”, il Parlamento è di fatto declassato a ruolo meramente consultivo e di ratifica senza possibilità di emendare i disegni di legge del consiglio dei ministri per attuare le “intese” tra governo e Regioni. Non solo: una modifica degli accordi potrà avvenire solo attraverso il reciproco consenso delle parti e nessun referendum potrà intervenire nel merito degli accordi. In tale modo, l’autonomia regionale differenziata porterebbe alla frantumazione del sistema unitario di istruzione, minando alla radice l’uguaglianza dei diritti, il diritto all’istruzione e la libertà di insegnamento, e subordinerebbe l’organizzazione scolastica alle scelte politiche e economiche regionali: tutte le materie che riguardano la scuola, e oggi di competenza esclusiva dello Stato, passerebbero alle regioni, con il trasferimento delle risorse umane e finanziarie. Anche i percorsi PCTO, di istruzione degli adulti e l’istruzione tecnica superiore sarebbero decisi a livello territoriale, con progetti sempre più legati alle esigenze produttive locali, così come gli indicatori per la valutazione degli studenti, mentre le procedure concorsuali avrebbero ruolo regionale e più difficili diventerebbero i trasferimenti interregionali. Cosa resterebbe della contrattazione nazionale? Una residuale funzione di cornice introducendo una versione regionale delle “gabbie salariali”, con i salari di alcune aree del nord che cresceranno, o resteranno stabili, e quelli del centro-sud che diminuiranno.
Per tutte queste ragioni, i COBAS, congiuntamente con il Comitato Nazionale per il ritiro di ogni autonomia differenziata, parteciperanno al presidio che si terrà a Roma il 22 giugno (V. della Stamperia, di fronte al Ministero, ore 12.30), chiedendo lo stop del DDL e un dibattito pubblico, allargato e aperto, che renda i cittadini/e consapevoli di quanto sta avvenendo.
Continueremo a rigettare un disegno di legge che nega il principio di eguaglianza formale e sostanziale prevista dall’articolo 3 della Costituzione,frammentando l’assetto istituzionale del Paese e aumentando le distanze tra il Nord e il Sud, le disuguaglianzesociali,la disparità dei diritti di tutti i cittadini/e.
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Comitati di base della Scuola – Senza la base scordatevi le altezze
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